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La lotta anti CPE e l'abrogazione della Legge 30.
by michele foucault Thursday, Sep. 14, 2006 at 9:56 PM mail:

Perchè in Francia e non Italia? La protesta francese anti CPE a confronto con la rassegnazione italiana alla Legge 30.

In Francia al tentativo del Governo Villepin di introdurre per legge dei pseudo contratti di lavoro individuali,che prevedevano un periodo di prova di 2 anni,
il Cpe applicabile ai giovani lavoratori fino a 26 anni e
il Cne applicabile a tutti i lavoratori nelle imprese con meno di 20 dipendenti,
gli studenti,seguiti dai lavoratori,sono scesi in strada a protestare costringendo il primo ministro a ritirare almeno il Cpe (aprile 2006).
In Italia il Governo Prodi ha introdotto il con il pacchetto Treu il lavoro temporaneo e con il decreto Bersani (1°) la liberalizzazione delle partite Iva,rendendo possibili gli abusi definiti impropriamente
"Collaborazioni coordinate e continuate"(1997)
Inoltre il Governo Amato recepiva con il Dlgs 165/2001
la normativa contrattuale (1996) sui contratti a termine nel pubblico impiego che rendevano non convertibili a tempo indeterminato in giudizio i contratti a termine illegittimi.Lasciando senza alcuna sanzione gli abusi dei
datori di lavoro pubblici.
Sembra che l'introduzione del lavoro temporaneo fosse compresa negli accordi della "Concertazione" (1993).
Alla prima ondata di riforma del diritto del lavoro il Governo Berlusconi ha fatto seguire la L.30/2003 e la L.66/2003 introducendo rapporti di lavoro,che sarebbe improprio definire contratti: Job Sharing-lavoro condiviso,Job on call-lavoro a chiamata etc e il più rilevante Job project,con il quale a cercato di dare una parvenza di legalità alle Co.co.co.(2003).
La reazione degli studenti medi e universitari è stata molto scarsa,anche perchè impegnati sul fronte della riforma Moratti.
La riforma Moratti è sicuramente stata una delle cause della mancata reazione,bisogna però tenere conto del fatto che anche in Francia le riforme del diritto del lavoro sono avvenute in contemporanea con le riforme scolastiche,ma questa circostanza non ha reso passivi e indifferenti gli studenti francesi all'introduzione del Cpe.La passività e l'indifferenza hanno altre ragioni decisive.

In Italia a partire,grosso modo,da quel lontano 1993 siamo tutti costretti a sorbirci la nostra razione quotidiana di demagogia e propaganda sulla cosidetta flessibilità,così come avviene in Francia naturalmente,ma da noi sono presenti nelle Università un certo numero di collettivi studenteschi e docenti che si ispirano alle analisi negriane.
Oltre ai testi di Negri,fanno riferimento anche ai libri
"Il lavoro autonomo di seconda generazione.Scenari del postfordismo in Italia"(1997)di A.Fumagalli e S.Bologna e
"Disoccupazione di massa e reddito di cittadinanza" di A.Fumagalli.
Ne il libro "Il lavoro autonomo di seconda generazione"
i due autori con il pretesto di una ricerca sul campo,
prendono in considerazione i "nuovi lavori" mettendone in evidenza alcuni particolari stereotipati,arrivano alla conclusione (da cui il titolo altisonante del libro" di aver individuato una nuova tipologia di lavoratori autonomi.In realà si tratta di una conclusione a dir poco
discutibile e gli autori sembrano esserne consapevoli,tanto che in un intervista-recensione,rilasciata alla rivista della Camera di Commercio di Milano "Impresa e Stato" (46/98) lo stesso S.Bologna dichiara:"Non è certo compito mio,né avrei la competenza necessaria per farlo,entrare nel merito del dibattito che si è aperto sulla forma giuridica dell'impresa o sulle forme giuridiche del rapporto di lavoro,sulla loro inadeguatezza o meno a tutelare i prestatori d'opera".
In parole semplici dichiara che non essendo un giuslavorista,non ha intenzione di entrare nel dibattito,molto intenso in quegli anni su che cosa sia lavoro autonomo-"forma giuridica dell'impresa" e cosa sia all'opposto lavoro subordinato-"forme giuridiche del rapporto di lavoro".
Incredibile. Si scrive un libro,che dal titolo,pretende di definire autonomi alcuni tipi di lavoratori e dopo si dichiara di non essere in grado di qualificarli tali.
Si tratta pur sempre di un sociologo esperto di lavoro autonomo oggi,che negli anni 70 veniva si definiva operaista,quindi esperto di lavoro subordinato.
Si può dimenticare l'abc del pensiero di Marx fino al punto di "scoprire" imprese la dove in realtà ci sono lavoratori?
Perchè è proprio questo l'oggetto della ricerca : le famigerate Collaborazioni Coordinate e Continuate ovvero delle false imprese individuali,che vengono spacciate addirittura nella narrativa negriana come i prodomi dell'avvento del comunismo.
Se si tiene presente tutto questo allora risulta allo stesso tempo plausibile la dichiarazione di S. Bologna e
comprensibile l'enorme confusione e disorientamento degli studenti italiani.

Ad aumentare la confusione e il disorientamento si sono aggiunti a partire dal 99, i seminari e dibattiti strampalati sulla cosidetta proposta del reddito di cittadinanza: un tormentone degno delle grottesche campagne pannelliane anni 80 contro la fame nel mondo,che una persona appena razionale non dovrebbe neanche prendere in considerazione,ma che ha purtroppo il suo peso nelle dinamiche della sinistra antagonista (triste ma vero).
Ma non è finita.
A quanto pare adesso gli studenti italiani dovranno sorbirsi un' ulteriore campagna politica,che cerca di accreditarsi come la continuazione italiana del lotta dei compagni francesi anti Cpe.
Tutti abbiamo letto e sentito gli slogan:
"Stop CPE - Stop Contrat Par Esclavagistes!"-Stop Contratti
Per Schiavisti!"
ma siccome loro lo conoscono bene il francese lo traducono in "Siamo tutti a partita Iva - vogliamo il reddito di cittadinanza!".
Peccato,vorra dire che sono andati in Francia per niente;davvero alcuni di questi ci sono andati e magari non vanno ai picchetti dei compagni che scioperano nei call center a qualche fermata di metropolitana dalle università.
Perdurando questa confusione risulterà sempre molto improbabile,come in passato,che una mobilitazione popolare
contro il precariato prenda avvio dalle università,così come è avvenuto in Francia.
michele foucault -060913

note:
CPE = Contrat Premiere Emabuche/Contratto Primo Impiego
CNE = Contrat Nouvelle Emabuche/Contratto Nuovo Impiego



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Il Contratto Sociale. (1762)
by J.J. Rousseau Friday, Sep. 15, 2006 at 7:36 PM mail:

La schiavitù non è un contratto.

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disoccupazione inps
by da Baffone a Baffetto Saturday, Sep. 16, 2006 at 3:13 PM mail:

sul versante trattamento di discoccupazione bisogna ricordare che di recente è stato in una certa misura migliorato soprattutto per i disoccupati sopra i 50 anni
per cui la durata dell'assegno per disoccupazione ordinaria
è stata portata a 10 mesi.
A dicembre 98 D'Alema presidente del consiglo con un proprio decreto (DPCM) privò i lavoratori dimissionari del
diritto al trattamento di disoccupazione perchè in quel caso si trattava di disoccupazione volontaria,e non involontaria:una motivazione formale ineccepibile che non teneva conto del fatto che in molti casi i lavoratori sono costretti a dare le dimissioni...e ovviamente questa non era buona "flessibilità"!
Un fatto che mi ricorda vagamente,che nel 1930 Stalin fece abrogare il trattamento di disoccupazine con la motivazione orwelliana che in Urss non c'erano più disoccupati!

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