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http://italy.indymedia.org/news/2006/11/1176962.php Nascondi i commenti.

Bocca in tv usa un linguaggio leghista contro Napoli
by comunista Monday, Nov. 06, 2006 at 10:20 AM mail:

dopo vari articoli di attacco contro Napoli e la "plebe" (ma sarà forse patrizio il signor Giorgio Bocca?) Giorgio Bocca in tv da Fazio si scatena contro Napoli, usando un linguaggio leghista! come vedete Bocca o Pansa pari sono...qualcuno si illudeva che Bocca fosse meglio di Pansa....sono due facce della stessa medaglia... leggete i seguenti blog di libero (il portale, non il giornale)... Bocca giu' le mani da Napoli! Pansa giù le mani dalla Resistenza! ps: non sarebbe meglio che Bocca scrivesse su Libero o su la Padania e che Pansa scrivesse sul Giornale?

da liberoblog.libero.it

Notizia del 6 novembre 2006 - 08:53
La Bocca dell'ostilità


Il veterano della stampa italiana va in tv da Fazio e sul caso Napoli inneggia: «Forza Vesuvio, sfortunato chi nasce laggiù». Che ne pensi?



Giorgio Bocca ci fa o ci è?

Di: Pasquale Orlando

Giorgio Bocca dopo " Napoli siamo noi" continua con i conati antimeridionali e soprattutto antinapoletani. Già il suo libro era un pamphlet denigratorio, frutto di una posizione fortemente pregiudiziale nei confronti di Napoli e del Mezzogiorno e non è una novità per un giornalista che in un suo reportage nel Mezzogiorno (quasi epica da esploratore) notava con fastidio un "verde francamente eccessivo".
Oggi ci rifà partecipando alla trasmissione Rai di Fabio Fazio "Che tempo fa" evocando con un sorriso la bestemmia leghista Forza Vesuvio e Forza Etna. Per Napoli non c'è soluzione, sono fatti così, hanno la plebe non il popolo.....
A ottantacinque anni infilarsi come sciacalli nei problemi di Napoli per vendere un libro pieno di imprecisioni e genericità fa un pò pena considerando che lo ha fatto come secondo impegno, dato che da Fazio stava propagandando un libro di ricordi da contrappore in libreria alla Grande bugia di Pansa.
Speriamo che nascano giornalisti giovani perchè i vecchi.....

Tratto da: pasqualeorlando.blogspot.com


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GIORGIO BOCCA E NAPOLI

Di: kayfakayfa

Ieri sera a CHE TEMPO FA?, la trasmissione condotta da Fabio Fazio, è intervenuto, per presentare il suo ultimo libro, il giornalista dell’Espresso Giorgio Bocca il quale, in queste settimane di recrudescenza di violenza criminale a Napoli, ha scritto sul settimanale articoli poco lusinghieri sulla città, i suoi abitanti e gli amministratori, scatenando le ire del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. Quanti leggono Bocca sanno che il giornalista nutre una ripugnanza innata nei confronti di Napoli e dei napoletani. In particolare di quella fascia di popolazione che lui definisce plebe, ossia quelle persone che vivono nella povertà mentale, nell’ignoranza cronica, tanto da giungere a organizzare una processione per osannare Maradona… A Fazio che gli chiedeva lumi su come si potesse risolvere la questione Napoli, Bocca ha prima detto che il problema Napoli si trascina da millenni, probabilmente senza avere tutti i torti. Quindi, con amara, insolente ironia ha citato i leghisti che auspicano nel risveglio dell’Etna e del Vesuvio, suscitando l’evidente imbarazzo del conduttore.
Fa specie che un uomo intelligente e di cultura qual è Bocca, che a più riprese si rammarica che in Italia il fascismo sia tuttora vivo (?) nella stragrande maggioranza dei cittadini, si riappropri di termini e luoghi comuni cui fa riferimento proprio un partito, la Lega Nord appunto, dai marcati tratti intolleranti tipici di quello stesso fascismo e nazismo che Bocca ha combattuto quand’era giovane nella resistenza, andando giustamente fiero di ciò. L’evidente contraddizione in cui il giornalista è caduto, forse voluta per scuotere ancora di più le coscienze di quanti dovrebbero intervenire in maniera efficace per cercare di arginare la cancrena che sta dilaniando Napoli, darebbe spunti per un’infinità di dibattiti da cui difficilmente ne usciremmo con una soluzione appropriata in quanto, e in questo non posso non dirmi d’accordo con Bocca, secondo il giornalista l’origine del caso Napoli è prima di tutto di matrice culturale.
In questi giorni in cui il governo si è succeduto in maniera massiccia a Napoli per coordinare con gli amministratori locali le strategie da attuare per cercare di fronteggiare il dramma che la città sta vivendo, la prima autorità cittadina che il premier Prodi ha incontrato è stato l’Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Sepe, col quale si è stabilito di riaprire gli oratori parrocchiali, munendoli di materiale tecnico informatico in modo da trasformarli in vere e proprie postazioni mediatiche allo scopo di educare i giovani all’informatizzazione, strappandoli alla strada e quindi alle tentazioni della criminalità organizzata. Il fatto che lo stato prima di incontrare i propri rappresentanti sul territorio abbia scelto di vedere quelli della Chiesa, tacitamente sta ad indicare che il problema Napoli nasce dalla scarsa qualità delle coscienze della gente. Pertanto è proprio da un lavoro massiccio da operare sulle anime che bisogna partire, adottando strategie quali appunto quella di trasformare gli oratori in luoghi dove ci si incontra non solo per stare insieme e pregare ma anche per crescere sul piano culturale e professionale, se davvero si vuole cercare di sconfiggere la Camorra, (cosa che Bocca ritiene impossibile!). Così come altra proposta in fase di studio è quella di tenere aperte le scuole fino a tardi per impedire ai bambini e ai ragazzi, una volta usciti da scuola, di riversarsi nelle strade alla mercé dei criminali.
Che lo stato debba ricorrere alla religione, anteponendola alla propria laicità, nel tentativo disperato di fronteggiare quel che sembra sempre di più essere un male endemico la dice lunga sulla reale drammaticità della situazione napoletana. Negli ultimi tempi si è stigmatizzato criticamente su alcune dichiarazioni di uomini di chiesa che, intervenendo in maniera indiretta su questioni politiche, tipo i referendum sulla fecondazione assistita o sull'utilizzo delle cellule staminali, con le loro affermazioni sui giornali o dal pulpito avrebbero indotto l’elettorato a seguire la linea imposta dalla Chiesa. Inducendo più di un politico ad auspicare se non fosse stato il caso di rivedere i patti lateranensi che concordano i rapporti Stato/Chiesa.
Paradossalmente ora quello stesso stato, o meglio quella stessa frangia politica che all’epoca aveva aspramente criticato l’intervento della Chiesa in quelle che reputava questioni di Stato, non sapendo a quale Santo votarsi, nelle vesti di Stato si rivolge alla chiesa nella speranza che i suoi Ministri riescano lì dove finora lo Stato laico ha fallito. Speriamo davvero che Sepe e i suoi uomini riescano a intercedere con il cielo perché il miracolo avvenga…
Ormai non resta altro da fare che pregare Dio e sperare in un intervento divino. Mentre i leghisti e Bocca invocano quello del Vesuvio...
Alleluia!

Tratto da: blog.libero.it/kayfakayfa

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claudio ha scritto ( 6 novembre 2006, ore 10:02)

Sono un napoletano, di quelli onesti..e per fortuna ce ne sono tanti e molti! E sono stanco di chi sputa veleno su di una città, sulla cui pelle ci guadagna scrivendo persino un libro! Bocca, la cui intelligenza va messa ora davvero in discussione, dovrebbe farsi un'esame di coscienza! E come dire che tutti gli italiani all'estero sono mafiosi..che banalità! Ma nello stesso tempo mi vergogno di essere napoletano, quando sono rappresentato da una classe politica che convive con la criminalità e di lei tutto sà! Caro Bocca ricerchi i colpevoli altrove, e verso quei quartieri alti che le permettono di scrivere queste banalità trite e ritrite!

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claudio da napoli ha scritto ( 6 novembre 2006, ore 09:56)

Sono semplicemente esterefatto dell'odio razziale covato ed alimentato da personaggi che ,purtroppo per la nazione, determinano opinione nelle masse. Dichiarazioni irresponsabili quanto provocatorie di chi afferma cha NAPOLI è una FOGNA o che il VESUVIO della fare la sua parte, palesano una rabbia ingiustificata verso milioni di persone per bene che tutti i giorni lavorano, fanno volontariato, sono gentili verso il prossimo ecc. Viviamo di problemi atavici a NAPOLI, ci vorrà la volonTà di tutti nel risolverLi, ma con l'odio non si cambia nulla...anzi..si crea solo violenza, differenze Nord -Sud...e poi non lamnentiamoci se un camorrista spara quando poi uno pseudo intellettuale o un politico illuminato spargono ODIO degno dei migliori Fuhrer!FORZA NAPOLI e FORZA SUD. VIVA LA FRATELLANZA TRA I POPOLI.


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povero mondo
by a cosa siamo arrivati Monday, Nov. 06, 2006 at 10:25 AM mail:

ora chiunque dice la verità sul meridione è leghista.
chiunque dice la verità sugli uomini è sessista
continua tu (questo è un post interattivo)

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sciacquatevi la bocca quando parlate di bocca
by partigiano Monday, Nov. 06, 2006 at 10:32 AM mail:

con quella bocca può dire ciò che vuole ...del resto i napoletani che volevano davvero cambiare se non sono andati via quasi tutti da napoli... eppoi il discorso interessante era sul valore della resistenza..e quindi su questo tacete?!

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stronzate
by mk Monday, Nov. 06, 2006 at 10:41 AM mail:

queste sono solo stronzate. provocazioni gratuite.
chiunque abbia seguito il programma di Fazio ieri sera s'è accorto innanzitutto di UNA cosa: l'omaggio di Bocca alla Resistenza ("sono innamorato della Resistenza"), che sottendeva il dito puntato contro il fascismo oggi come e più di ieri, dal momento che a sinistra si continua colpevolmente a tollerare un certo bel fascismo istituzionalizzato, e soprattutto si finge di non vedere che (Bocca dixit) "in italia i fascisti sono in maggioranza"! ed è proprio così, perchè siamo un po' tutti fascisti, è una cosa genetica! del resto lo diceva pure Pasolini: "L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo" ( http://www.pasolini.net/saggistica_bellebandiere_fascismo.htm ). Bocca non ha fatto altro, ieri sera, che ricordare, partendo dalla celebrazione della lotta partigiana, che oggi come ieri "occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società" (ancora Pasolini). questo è quel che ha voluto dire Bocca.
sulla questione-Napoli ha invece semplicemente detto che esiste un problema sociale difficilmente risolvibile, che le istituzioni ed i buonisti fingono di non vedere: un problema causato da povertà e ignoranza (questa è la plebe: qualcosa in meno del semplice popolino, uno stato di povertà e ignoranza maggiore della comune lobotomia forz-italiota). ma ha poi ironizzato sulle proposte idiote e razziste dei leghisti ("mi sembra un po' esagerato...", ha detto, sogghignando). se voi, da un intervento simile, volete trovare per forza qualche elemento negativo, beh certamente ciriuscirete. ma io, in quanto antifascista, in un momento storico come questo, in cui ex e neofascisti spuntano fuori come funghi, in cui pure la massaia di Voghera è diventata leghista-fascista-nazista senza manco saperlo, in cui il revisionismo storico riabilita il fascismo ed attacca la Resistenza, beh io ritengo che le parole di Bocca di ieri sera siano state importanti; dure, pesanti se si vuole, ma schiette, sincere, oneste, non "furbe" (perchè QUESTA è OGGI l'Italia che a lui e a noi fa schifo: quella dei FURBI, dei PREPOTENTI, dei DISONESTI, dei FASCI), non certo convenienti.
sosteniamo il valore sempre vivo dell'Antifascismo, senza attaccarci a stupide polemiche da bar, che servono soltanto a regalare questo Paese ai fascisti (di dx o di sx, veri o presunti che siano).
grazie.

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napoli ha rotto il cazzo
by a tutti p ma proprio tutti Monday, Nov. 06, 2006 at 11:33 AM mail:

i napolerani hanno rotto il cazzo a tutti, ma proprio a tutti, a cominciare dagli altri italiani del sud che ne hanno le palle piene di essere considerati la stessa merda dei napoletani, e ne hanno le palle ancor più piene di vedere soldi e soldi e soldi che finiscono in mano a camorra e politici napoletani. i napoletani sono come gli zingari, ormai non li sopporta più nessuno

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se a Napoli è così, in Italia è anche peggio
by leggetevi il libro Monday, Nov. 06, 2006 at 11:47 AM mail:

La descrizione fatta da Bocca dello stato delle cose a Napoli è esatta, precisa, fin troppo obiettiva, nota: camorra, delinquenza, droga, clientelismo, corruzione della politica e delle istituzioni (uffici pubblici, polizia, vigili urbani, magistratura), microcriminalità.
Ma Bocca dice più volte che se a Napoli è così, in Italia è anche peggio.
Perciò, la condizione esatta alla base di qualunque valutazione sulla città e i suoi abitanti è che Napoli è così non perchè sia Napoli, ma perchè l'Italia tutta è perfino peggiore, e quindi è inevitabile che Napoli sia quel che è.
Dire questo, secondo voi, è forse razzista? E' leghista?
A me sembra soltanto sensato.

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Bocca e' solo sincero
by La Bocca della verita' Monday, Nov. 06, 2006 at 11:58 AM mail:

I negazionsiti del putridume di Napoli sono anch'essi probabilmente camorrristi. Le scusanti quando ci si aggrappa alla socialita' sono solo ipocrisia.Anche il Nord era poverissimo: in milioni si sono trasferiti nelle Americhe come i Friulani ed i Veneti, ma non per questo hanno "nutrito" le mafie adducendo come scusa la loro poverta'. Si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato sodo e si sono fatti il culo per raggiungere il benessere.

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ecco
by Laura Monday, Nov. 06, 2006 at 12:01 PM mail:

< i napoletani sono come gli zingari, ormai non li sopporta più nessuno >
ecco a cosa si arriva quando un fenomeno SPONTANEO di emancipazione culturale viene bloccato ed invertito e per questo avevo pubblicato l'articolo dove mi chiedevo se fossi razzista. Siamo arrivati al punto che si paragonano i napoletani agli zingari cioè si invoca il genocidio per queste persone (?!?)
comunque i napoletani ALLO STATO ATTUALE DEI FATTI con gli zingari non c'entrano nulla , perchè gli zingari sono molto molto ma molto più evoluti

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...
by ... Monday, Nov. 06, 2006 at 2:06 PM mail:

ma il razzismo stava nelle posizioni di bocca, o nelle idiozie che fra questi commenti soliti provocatori postano?
no, perchè forse mi è sfuggito qualcosa...

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eh si!
by al sabbah Monday, Nov. 06, 2006 at 2:11 PM mail:

Eh si i meridionali hanno rotto i coglioni e sono delinquenti , ma chissa chi e' piu' camorrista noi del sud o le imprese del nord che fanno business con la camorra e le altre fazioni?Quanti soldi hanno fatto i nordisti con la salerno reggio calabria e quanti ne fanno con le ecomafie ad acerra.Ma noi siamo delinquenti pero chissa perche' i profitti che facciamo se ne vanno tutti al nord ad aumentare il grado di civilta sui soldi fatti con la nostra miseria eh chiedete a Sassuolo(Mo)i boom economici che si possono avere facendo affari con la camorra eh mr trasparenza Emilia.Il potere economico del nord e' interessato a mantenere i suoi loschi rapporti con le varie mafie perche' queste gli garantiscono di porsi in vari mercati anche fuori dall'italia in condizioni di stravantaggio competitivo sia per il potere economico immenso sia per i lavori sporchi!Ma noi dobbiamo morire perche siamo nati merdosi pero 200 anni fa andavamo al teatro, studiavamo eravamo piu'colti di adesso, si da quando garibaldi e' venuto a civilizzarci instaurando la proprieta' privata a favore del nord rugbando 110 milioni di lire in oro e come tutti i civilizzatori che nel civilizzare hanno degli interessi ha lasciato 1 milione di morti fra coloro che reclamavano il dirittoi alla terra al lavoro e alla dignita'.ma jate a ffanculo' noi la nostra storia la sappiamo, e voi leghisti pure anzi sapete la nostra storia meglio di noi stessi,perche in qualche maniera dipendete da noi e solo siete un mezzo dei padroni per dividerci tutti e farci scannare l'uno con l'altro, e ci riuscirete perche in tempi di globalizzazione gli spiriti identitari si acerbano come stava per succedere 10 anni fa ma poi i padani hanno goduto nel governare insieme ai latitanti siculi che l'etna non e' riuscita a cancellare!

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PADANI COME GLI AMERICANI
by TERRONE Monday, Nov. 06, 2006 at 4:10 PM mail:

nordisti, padani, razzisti, leghisti, fascisti, avete rotto il cazzo! siete come gli americani che pretendono di dare lezioni al resto del mondo, senza averne titoli e senza averne patente morale...
gli usa pretendono di dare lezioni morali a cina, corea del nord, paesi arabi, quando loro hanno alle spalle una storia di schiavismo, colonialismo, razzismo, guerre atomiche e oggi un presente di capitalismo selvaggio, imperialismo, guerre preventive e pena di morte....
voi padani invece di dare lezioni a napoli e alla sicilia, dovete pensare ai padroni che sfruttano la manodopera straniera o meridionale, agli evasori fiscali,ai tangentari, ai corrotti, ai mazzettari, ai collusi, ai parenti che si uccidono per l'eredita'...
ecco il ricco e civile nord cosa nasconde!
ce l'avete con arabi, africani, zingari, napoletani, siciliani, albanesi...semplicemente perche' questi popoli hanno cultura e umanita'(pur non avendo soldi), mentre negli usa e in certe regioni padane, ci sono solo soldi, soldi, soldi, affari e niente umanita', niente cultura, niente solidarieta'.....
l'umanita' e la solidarieta' verso il più debole che c'e' a napoli, a palermo, o in africa, voi padani ve la sognate....in veneto, in lombardia o in friuli ve la sognate....pensate solo agli affari, ai soldi, alle fabbrichette da padroncini e a sfruttare la manodopera di meridionali ed extracomunitari...cosi' come gli usa pensano a sfruttare la manodopera latino-americana e prima ancora gli indios e gli indiani....

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però
by Lappone ( del sud) Monday, Nov. 06, 2006 at 4:26 PM mail:

negli Usa nei traffici peggiori è coinvolta la Mafia ( nota organizzazione Finlandese) ed a napoli la solidarietà si vede quando cade qualcuno ed allora si ha la gara per alzare lo sfortunato da terra ( ovviamente per rubargli il portafogli)

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napoli
by napoletana Monday, Nov. 06, 2006 at 4:29 PM mail:

napoli è una splendida città e tutti la sentiamo come nostra ma non possiamo chiuderci gli occhi e far finta che le cose che ieri ha detto bocca non siano vere....
perchè ci si indigna tanto per le parole di un partigiano e non si fa nulla per chiudere la bocca ad un ceto politico che specula sulle tragedie della città più bella del mondo?
ci sarebbe tanto da fare e tutto quello che i napoletani sanno fare è arrabbiarsi con chi ha il coraggio di dire come stanno le cose.
le parole di Bocca sono state una provocazione alla quale dovremmo sapere rispondere con la lotta e non con l'indignazione.
sappiate indignarvi e scagliarvi con i politici cialtroni e i camorristi, i pali, gli spacciatori, i contrabbandieri.
napoli siamo noi e non un'intervista sui rai tre.

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è tutto chiaro
by o'cchiò Monday, Nov. 06, 2006 at 4:32 PM mail:

un punto,solo uno è stato centrato in questa discussione di mentecatti:fintantochè ricchezze,equindi si parla di cervelli,di ambiente,di arte,di agroalimentare,saranno appannaggio di evasori e frequantatravestiti nordisti allora non ho dubbi,faccio come tutti i sud del mondo,tu nord mi rubi le ricchezze ed io me le rivengo a prendere,sotto qualsiasi forma,dopodichè decidete di concludere affari con tutte le camorre e spostare le attenzioni dai vostri traffici facendo scoppiare la guerra qui al sud?benissimo io sempre vengo e mi riprendo le ricchezze in qualsiasi modo...stronzo nordista così pagherai due volte,in termini di sicurezza ed in termini di pizzo ufficializzato!!!

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io
by chi? Monday, Nov. 06, 2006 at 4:39 PM mail:

chi sei tu che vai a riprenderti le ricchezze? intendo dire dimmi il tuo nome! perchè a Napoli le ricchezze non se le prende proprio nessuno, a parte i camorristi di merda bestie di merda che vendono morte al mondo intero! se Napoli fosse civile ( tutta quanta civile e non una minoranza) si ragionerebbe in termini , davvero, di solidarietà, di cultura e di opposizione alla corruzione dilagante che deriva dal conformismo e dal consumismo ( e non dal capitalismo in se e per se) Invece Napoli è comandata dai cialtroni ( sia a livello di camorra , che di amministrazione locale) ed è piena di gente che vuole solo vivere quei modelli beceri , sforzandosi il meno possibile, senza svegliarsi alle 6 del mattino ( come fanno al Nord) senza lavorare duro e costruire con le proprie mani qualcosa, senza rivendicare mitici tesori rubati che , oggi, varrebbero meno di zero ( perchè totalmente inflazionati) Ma, poi tutta questa analisi sociale : sulle risorse rubate dal nord, sul capitalismo, non se la fanno neanche.

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xil ragazzotto sopra
by o'cchiò Monday, Nov. 06, 2006 at 4:56 PM mail:

il saccheggio,depredare il territorio rubare già è stato fatto,un po come l'opulento nord del mondo che edifica e costruisce le sue ricchezze saccheggiando tutto il sud del mondo,dal petrolio al legno per farsi i bei parquet.allora siccome parliamo di capitalismo rottoinculo ,e tutte le camorre appartengono al capitalismo, e parliamo anche di imperialismo,il nord che impone le sue leggi economiche,le camorre che impongono le loro leggi assassine,io,che sono napoletano,che sono comunista,e non ciò un cazzo da spartire ne con te,ne con il nord,ne coi cammoristi,ma mi interessa solo di chi è umiliato ed offeso ogni giorno da quelli che si svegliano alle 6 del mattino,te lo ripeto,mi vengo a riprendere,e ti garantisco con gli interessi,tutto quello che nei secoli è stato rubato alle mie terre.e quando te ne accorgeresti che mi riprendo il mio?studia ragazzo e mi raccomando svegliati alle 6!!!

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Brava
by x Napoletana verace Monday, Nov. 06, 2006 at 5:14 PM mail:

""
sappiate indignarvi e scagliarvi con i politici cialtroni e i camorristi, i pali, gli spacciatori, i contrabbandieri.
napoli siamo noi e non un'intervista sui rai tre. ""

Un'impostazione la tua di vera Napoletana, di cui inorgoglirsi.


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bella li
by mah Monday, Nov. 06, 2006 at 5:34 PM mail:

bocca ha detto la verità, è schitto ma non vedo xke occuparsi dei problemi dell'estero:napoli non è mica in africa?no,,,,,,,,,,,,,,,sto a skerzà,criticate meno e agite di più ciao

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x occhiò
by j Monday, Nov. 06, 2006 at 5:44 PM mail:

a te ( ed a tutti i napoletani di napoli) piace la vita comoda: colazione a letto, non fare un cazzo di concreto,l '"acchiappata di cocaina" ( quando capita), leggere le solite analisi sociologiche del cazzo, e magari ridere anche dei coglioni che si svegliano alle 6 per costruire un qualcosa che per te è stupido e non arriverà mai , mentre ( purtroppo per gente come te) arriva arriva ed anche in breve tempo. te lo possono assicurare tantissimi napoletani andati via che con il lavoro onesto hanno: una casa decente con tutti i comfort, una moglie da onorare ( e non da sfruttare) tante soddisfazioni quotidiane e soprattutto, la coscienza tranquilla

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uè bello
by o'cchiò Monday, Nov. 06, 2006 at 7:13 PM mail:

caro mio,ridurti a questa sequela di luoghi comuni(una mogle da onorare,ma non te la scopi mai?chi ti sei sposato la madonna)è indice che il lavoro aliena,e tu sei un alienato!!!cocaina,puttanaio etc etc..insomma datti un tono...fai le 150 ore almeno prndi la licenza media,ti garantisco stai facendo la figura dello schiavo!!!e vai a letto presto!!!

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vi dovete rassegnare tutti
by pierino Monday, Nov. 06, 2006 at 9:57 PM mail:

i napoletani sono una specie superiore, essi da secoli hanno capito la filosofia esistenziale essenziale. da sempre hanno vissuto ai limiti della sopravvivenza senza mai morire, non spendono energie più del necessario, si godono la vita e il sole. la camorra è soltanto una conseguenza dell'imbarbarimento della società copitalista e consumista, che emargina e mortifica chi non ha soldi, è la forma anticipata, di società violenta che si affermerà in tutto l'occidente, fatto di droga, violenza e consumi.
in quando a Bocca, dopo l'intervista a rai tre, mi ha fatto ricredere su Pansa e sulla camorra. una vera delusione.

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constatazioni
by yuri Monday, Nov. 06, 2006 at 10:38 PM mail:

Magari leggendo l' articolo qua' sotto ci potra' rendere con meno prevenzione della portata della provocazione di G. Bocca.
Invece di fare i meridionali preventivamente offesi qualche volta si potrebbe cercare di comprendere.
La cultura della camorra o della 'ndrangheta ha vinto e non poteva non vincere: In fondo si tratta della cultura ufficiale portata alle sue estreme conseguenze: il gioco del potere, della violenza e della sopraffazione si esprime in forme e in gradi diversi ma la sostanza non muta.
C'e solo ancora una differenza di potere sociale fra chi ostenta la sua ricchezza e la sua influenza politica nei salotti buoni della capitale, tra chi compre le ferrari o le ville da mostrare e chi fa lo stesso, con meno mezzi, nei vicoli.
La gratuita' della violenza ha una portata cosi' vasta che non affonda piu' le sue radici in nessuna sottocultura di sopravvivenza, nella comunita' proletaria o nelle sue reti di sostegno legale o illegale che siano.
Qui c'e solo il vuoto del consumismo sfrenato, la caricatura grottesca, tragica e violenta del neocapitalismo che ha ingoiato tutto e tutti.






Viaggio fra i giovani della città, dai quartieri del centro alla periferia gli antichi vizi e le nuove abitudini di una generazione smarrita. Dagli schiaffi ai passanti al lancio di arance rinforzate con le lamette dalle scorribande alle prove di forza nelle strade o nelle discoteche.

NAPOLI - Pariare. Dalla Sanità a Melito, dal cuore greco della città alla periferia di case e monnezza, monnezza e case, il verbo "pariare" è come un mantra misterioso. A dieci o a trenta anni, quel verbo lo ripetono in ogni frase, lo inzuppano in ogni smozzicato discorso e io non so che cosa significa, purtroppo. Me ne sto qui, come un babbeo, non so dire nemmeno dove, davanti un disco-pub in un angolo della periferia nord di Napoli e semplicemente non capisco che cosa mi stanno dicendo. Nel dialetto napoletano dell'altro ieri, "pariare" aveva un solo significato: digerire.

Oggi quell'unico, indiscutibile significato si è smarrito nell'impura neolingua della Napoli lazzara, che soltanto per il 12 per cento parla in italiano e per il resto impasta gerghi - il gergo della malavita e delle canzoni neomelodiche, soprattutto - storce il dialetto melodioso dei Salvatore Di Giacomo, degli Eduardo, dei Domenico Rea per farne uno slang che annega significati, scolora esperienza, scioglie nell'acido muriatico la memoria.

Pariare ora significa, apparentemente, divertirsi, ma parla di un curioso divertimento.

Più che una parola con un nuovo significato è il significato di un nuovo modo di stare al mondo, di sopravvivere a Napoli nel perenne, penoso conflitto con gli altri, tutti gli altri. "Bisogna pur pariare un po', se non vuoi morire di noia; se vuoi mettere tra te e la difficoltà di vivere uno spazio, uno stacco senza pensieri; se vuoi stordirti subito, oggi, ora, per non pensare a quello che ti aspetta domani".

Questo capisco sta dicendo, più o meno, S. che non vuole il suo nome sul giornale e preferisce essere chiamato "Roberto o Loris o Papiluccio, tanto per te è lo stesso, no? Che cambia?". Si può "pariare con gli amici" (organizzare una serata, uno scherzo) o "pariare" (pomiciare) una vrenzola (ragazza). Si può "pariare in cuollo a uno", a danno di uno o di molti. Si può "pariare in modo esagerato", pippare cocaina, impasticcarsi fino ad andare fuori di testa, fino "a fare intorno a te il coprifuoco". "Pariare" è una formula multiuso che, però, definisce quasi sempre un atteggiamento aggressivo o autodistruttivo. "Pareano" i merdilli - adolescenti tra i dieci e i tredici anni - che per Carnevale lanciano, fuori di una scuola, non la farina o le uova (abitudine nazionale già di per sé assai censurabile) ma arance "rinforzate" con lamette da barba. Finisce che arrivano i vigili urbani e cercano di bloccare i "merdilli". Quelli fuggono e chiamano fratelli e genitori che, inviperiti, malmenano i vigili urbani: i bambini stavano soltanto pariando, no?

Pareano quei tipi che, lungo via Toledo, si danno battaglia colpendosi reciprocamente con i sacchetti dell'immondizia, e centrando gli sventurati passanti o assalendoli direttamente con buste gonfie di piscio. "Parea" soltanto quella banda di giovanissimi disperati in motorino che, alla salita dell'Ospedale militare, blocca il traffico già lento, monta sul marciapiede, si esibisce su una sola ruota o schiaffeggia a ripetizione e senza motivo chiunque abbia la sventura di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. "Pariare" diventa allora un'abitudine giovanile diffusa in alto e in basso e ormai vissuta come un fenomeno naturale, come se fosse pioggia o vento. Meritevole di un suo hit "neomelodico". Lo gorgheggia dallo schermo di Televolla un bambino di nove anni che non ho capito come si chiama. Canta più o meno così: "Io me ne vado con gli amici alla Ferrovia/ simm 'a banda dei malamente/ ma non simm' delinquenti/ sfuttimm' solo a brava gente". "Pariare" significa soprattutto infastidire, dunque, sfottere, deridere e, a quanto pare, nessuno si chiama fuori dal gioco.

Sono qui per cercare di capire perché un ragazzino di sedici anni, nel pieno della sua vita, se ne va in giro con un coltello in tasca e alla prima, o seconda, occasione lo estrae, spezza una vita, mutila un'altra, sfregia la sua. Quale senso o immagine della vita, pur deforme, convince quel ragazzo ad armarsi?

Quelli con cui parlo non capiscono nemmeno il problema. Dice Roberto o Papiluccio: "Il coltello è tranquillo". Come dire, è logico, è evidente che devi portartelo dietro, che ne hai bisogno. Come fai a non capirlo?

"Il coltello è tranquillo e quasi tutti se lo portano dietro, mica soltanto il fetente o il criminale, nemmeno parlo del camorrista perché lo sai che quelli hanno sempre la pistola infilata nella cintura dietro la schiena. Ti spiego, allora. Tu sei con la tua ragazza. Lei è tutta in tiro. È bella. Lo sai e lo sanno anche gli altri. Se vuoi startene senza problemi, ti scegli in discoteca o al disco-pub una serata di hip-hop. Vai sul sicuro, quella musica la danno il venerdì. È un giorno calmo, il venerdì, e non ci sono problemi. Se invece vuoi pariare in modo esagerato, ed è sabato, te ne vai a sentire house-music. Sai di che parlo, vero? Allora stai a sentire. Sei in discoteca con lei e sai che, prima o poi, ci saranno anche quelli che arriveranno lì soltanto per pariare.

Non hanno ragazze con loro, non voglio averne con loro quella sera. Sono lì - e sono cinque o magari dieci - soltanto per pariare, prendere di mira qualcuno, mettere su una tarantella. Sì, una tarantella: un litigio, una rissa, un pestaggio. Così per passare la nottata... Non c'è chi di tanto in tanto non se ne vada in giro in questo modo, in gruppo, solo maschi, per pariare un po'. Non lo so perché. Forse perché è divertente? Ora, ascolta, tu hai il coltello, ti senti sicuro. Se le cose si mettono male, sai di poter cercare di cavartela, ma naturalmente fai di tutto per non arrivare a quel punto. Allora è molto importante lo sguardo.

Al primo sguardo devi saper valutare quanto è davvero malamente (cattivo) quello che ti sta pariando in cuollo. Se sei responsabile, e tutti qui cerchiamo di esserlo, appena ti accorgi che l'altro è più 'bbuono di te - sì, più 'bbuono, più fetente, più tosto, più determinato, più coraggioso - devi buttare giù il boccone schifoso e trovare un modo per andartene senza danni, e non tutti lo fanno. Ma dovrebbero farlo e fidarsi dello sguardo. A Napoli lo sguardo è tutto.

Appena ti fermi al semaforo - faccio un esempio - stai certo che qualcuno ti guarderà fisso. Non sai che vuole. Vuole pariare soltanto o magari dietro di te, e tu non lo sai, non te ne sei ancora accordo, quello ha un amico e ti vogliono provocare per prenderti la macchina o il motorino o il cellulare o l'orologio o soltanto darti un po' di mazzate. Non sai dirlo. Puoi far finta di niente e guardare le mani sul volante o sul manubrio o guardarlo a tua volta e dirgli: "Che fai guardi? Stai guardando?".

La stessa cosa fai in discoteca con quelli che pareano. Li metti alla prova, per così dire. Quello guarda la tua ragazza e tu gli fai: stai guardando? Dalla risposta capisci se è uno 'bbuono, quanto è 'bbuono, o se si atteggia o se un malamente, in questo caso sei già nei guai. Però, c'è molta gente che si atteggia... Guarda quello lì...".

Non so dire se "quello lì" è uno che si atteggia. Mi sembrano tutti uguali, in verità. Hanno stessa faccia cotta dalle lampade solari, gli stessi occhi vuoti, gli stessi volti inespressivi, le stesse scarpe (Silver Nike), gli stessi crani rasati o capelli fonati e scolpiti, le stesse basette, le stesse maglie di Zara e gli stessi cappellini a visiera, gli stessi anellini d'oro ai lobi delle orecchie con la sola differenza per la grandezza del brillante (più è grande, più sei 'bbuono). Parlano la stessa incomprensibile lingua. Allo stesso modo gesticolano e gridano (ma per loro è soltanto "parlare"). Hanno le stesse teste rincitrullite dalla televisione, non dal reality che già basterebbe, ma dalle tv dei neomelodici che in quanti abbiamo scambiano per rappers in rivolta salvo poi scoprire che sono il veicolo dell'infezione plebeo-criminale.

Non so neanche che se possa soccorrermi Pier Paolo Pasolini per afferrare almeno qualche filo. Quel Pasolini che scriveva dei giovani italiani, già trenta anni fa: "Orribili pelami, capigliature caricaturali, carnagioni pallide, occhi spenti. Sono maschere di una integrazione diligente e incosciente, che non fa pietà. Nei casi peggiori, sono dei veri e propri criminali. In realtà, potrebbero esserlo quasi tutti. Non hanno nessuna luce negli occhi: i lineamenti sono lineamenti contraffatti di automi, senza che niente di personale li caratterizzi da dentro. La stereotipia li rende infidi. Il loro silenzio può precedere una trepida domanda di aiuto o può precedere una coltellata".

La scena ora sembra peggiore e peggiori gli attori. I ragazzi di Pasolini ancora erano parte di un sistema comunitario. Giusto o ingiusto, progresso o sviluppo, che fosse, era qualcosa. Questi che ho di fronte sono come precipitati in un vuoto assoluto di socialità. Nelle loro vite, l'egemone sottocultura criminale ha scavato a fondo lasciando in movimento soltanto il simulacro della loro mediocre, feroce e impaurita individualità, che appare loro principio e fine di ogni cosa. Per questi disgraziati figli della Napoli conquistata dal lazzarismo - più che una condizione economica, un atteggiamento psicologico, uno spirito morale - c'è soltanto (come per i camorristi) l'affermazione di sé.

Ogni rapporto - amicizia, amore - è possesso e misura del dominio. È potere sugli altri, l'unica cosa - a quanto pare - per cui valga la pena vivere (o morire). Ne è la conseguenza il pavoneggiarsi perenne, l'esibirsi sempre e comunque, il rumoreggiare, il vociare, il prevaricare, l'aggredire anche senza motivo. Pariare in modo esagerato in cuollo a uno non è esibire se stessi contro l'altro, dominando l'altro, possedendolo? Questa nuova condizione (o la si può chiamare ideologia?) scaccia la sopravvivenza antica di un modo di vita della plebe, ragione di molti problemi irrisolti ma di qualche non disprezzabile peculiarità.

Nell'intrico dei vicoli, lungo le grandi tangenziali, nei quartieri delle periferia non c'è più traccia di quella plebe che pure fu, come sempre ha sostenuto Raffaele La Capria, immaginazione, fantasia, vitalità, "humus fertilizzante" capace di custodire le radici della città, la sua memoria, la sua cultura, il passato da cui è venuto fuori il carattere dei napoletani, con i loro vizi e le loro virtù. Il nuovo plebeismo violento di oggi non sa da dove viene, non sa dove vuole andare, non ha nulla da ricordare, non ha nulla da custodire. Riconosce nell'orizzonte vuoto, un solo senso: il potere come principio di tutti i rapporti. È questa appare la più disastrosa vittoria della camorra. È una vittoria che afferri anche là dove questo processo di deculturazione dovrebbe e potrebbe essere contenuto.

Raccontano che alcuni ragazzi del liceo Umberto I di via Carducci, che è come dire il Berchet a Milano o il Mamiani a Roma, hanno stretto un rapporto di scambio con certi tamarri (diciamo, zotici) con orecchini dai grossi "brillanti". Il tamarro se lo sogna di mettere piede nelle discoteche più esclusive di Chiaia o di Posillipo. Ci pensa il chiattillo. Fa in modo, con il buttafuori, che possa entrare. In cambio il tamarro gli darà un mano se avrà problemi: un nemico personale da picchiare; un gruppo che "parea" da intimorire o, più semplicemente, l'ex della sua morosa che non vuole arrendersi e che quindi merita di essere indommato di mazzate, massacrato di botte.

Per Roberto o Papiluccio questa appartenenza a una sottocultura criminale è così evidente da non potere essere nascosta a se stessi. Dice: "Siamo tutti camorristi. Lo penso anch'io. "Camorristi" nella capa. Io me ne rendo conto. Studio, mi sento un tipo responsabile, considerato i tempi e queste strade. Sono istintivo. Ho la tendenza a prendere fuoco e so che è sbagliato, so che è pericoloso, so che uno scatto d'umore nel momento sbagliato può costare caro. Cerco di stare lontano dai guai.

Sono capace di abbassare lo sguardo e venire via quando incontro un "malamente" epperò mi accorgo, nei momenti di maggiore lucidità, di avere la stessa aggressività di quelli là. Mi muovo in ogni cosa che mi tocca fare come in una sfida continua. Mi accorgo di guardare a lungo quel tipo fermo accanto a me nel traffico. Mi sorprendo a voler sopra di ogni altra cosa che abbassi lo sguardo. È una cosa senza senso, è vero, lo so. Perché lo faccio? Perché mi piace. Mi fa sentire bene".

da Repubblica



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Bah!
by Laura Monday, Nov. 06, 2006 at 10:45 PM mail:

veramente in questo momento fa "leggermente " freddo a Napoli. comunque il discorso è che nessuna società e nessun sistema ti emargina se tu non vuoi farti emarginare.
e contrastare il sistema capitalistico, significa organizzarsi, eleborare nuove forme di convivenza umana e civile e non fare il pirata per saccheggiare il bottino succulento, agendo a danno del più debole che non può difendersi e che di quel sistema agognato ci fa parte solo di striscio. comunque è vero che ciò che sta succedendo a Napoli è un aniticipo di ciò che succederà ovunque, ma questo è il segno dell'imbarbarimento dei tempi , dove tutti vogliono avere tutto , senza chiedersi nemmeno se di quella cosa si ha davvero bisogno. tutti vogliono indossare lo stesso abito anche se la misura è sbagliata.
Io , appartengo alla categoria degli "stilisti di moda" , di quelli che cercano ed, a volte, riescono a costruirsi un abito a propria misura ( anche se fuori moda) un microcosmo ....fatto di reali bisogni ed esigenze da soddisfare.... e per questo, prendo le distanze dai miei concittadini

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che ridere...
by giulio Wednesday, Nov. 08, 2006 at 5:56 PM mail: giuliodottore@hotmail.it

che ridere...
seguo sempre il programma di fazio e lo trovo davvero ben fatto...l'intervista di bocca mi sembrava l'ennesima e divertente autocelebrazione della sinistrorsa raitre ma ad un certo punto cosa succede? l'anziano ex partigiano (e pure ex fascista prima del '43) spara a zero su Napoli! roba che la menata della cloaca da bonificare di calderoli è una favola x bambini!!! fazio allibito e disorientato...
curioso che sui giornali non se ne sia parlato, al contrario che di calderoli... xò quando bocca ha criticato pansa e doveva farsi pubblicità x il suo libro tutti i quotidiani almeno una pagina gliel'hanno dedicata...a lui, il grande partigiano, un eroe!!! poi diventato scomodo zero...
sembra che qualcuno approfitti degli arteriosclerotici per fare propaganda, li fa parlare finche non si capisce quanto sono 'malati', poi gli scarica...
che ridere, non si può fare altro ormai... altrimenti ci sarebbe da piangere...

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Niente di nuovo.....
by aidaie Wednesday, Nov. 08, 2006 at 6:01 PM mail:

Niente di nuovo sotto il sole ('e Napule, of course).

Parli di Napoli e salta fuori la povera citrulla di Laura.

Mi chiedo: ma dove'era ibernata fin'ora??!!

Non potrebbe tornarci per un po'...??

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ke orrore e ke noia
by lucia da napoli Saturday, Nov. 11, 2006 at 6:01 PM mail: lucitella@libero.it

ke noia dover sentire sempre le stesse cose..napoli cosi napoli coli' ma lei signor bocca ha testato sulla propria pelle quello ke noi viviamo a napoli?questa citta' è mia e anke io ke sono una semplice studentessa sono napoli..crede ke mi senta davvero plebea?mah forse 1 po' plebea xkè 1 giorno mi dovro' fare 1 culo cosi per prendere un posto di lavoro plebea perchè per scegliere di studiare cio' che per me conta di piu,la storia dell'arte,forse come si dice a napoli "mi puzzero' di fame"...ma mi creda cammino a testa alta fiera delle mie origini fiera di quanto ha di bello la mia PARTENOPE..della sua storia e della sua gente xkè non tutti siamo assassini ladri e spacciatori ma molti ancora come me sognano e credeno in una citta' ke brilla sul suo mare all'ombra del vesuvio....

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Ma Napoli
by Kinder Sunday, Nov. 12, 2006 at 2:58 PM mail: rosamammola@hotmail.com

Ma Napoli nn è solo questo.. a Napoli ci sono anche valori, sentimenti,cultura, lavoratori.. imprenditori volontariato... vi dico una cosa io ho vissuto al Nord per 5 anni e i problemi sono tanti forse,piu rispetto ai nostri ma tutto viene pulito e nascosto, Napoli viene infangata anche perche ci sono persone cattive e razzista come Bocca che continuano ad infangare la nostra città e a "pariare" sulle nostre sofferenze, invece di far qualcosa ed aiutarci, riguardo al 12 % della nostra popolazione che parla italiano girati indietro dai uno sguardo sul nordest e vedi se l'1% riesce a parlare italiano mi sa che neanche lo conoscono....a me dispiace sentire o dire determinate affermazioni ma a volte Bossi ha ragione quando dice che vuole dividere l'Italia perche se nn c'e fratellanza tra nord e sud , nn c'e umanita .nn c'e solidarietà che senso ha essere uniti.

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....
by uno Sunday, Nov. 12, 2006 at 3:11 PM mail:

Napoli è una città di notevole bellezza e numerosi napoletani sono sorprendentemente gentili e generosi.
Ciò che differenzia Napoli dai 'cugini coltelli' di Roma che stanno solo 200 km più a nord e non abitano certo a Zurigo o Stoccarda è che a Napoli gli atti criminali vengono compiuti al 95% da 'autoctoni'. In questa "Napoli tiranneggiata dai napoletani" spetta principalmente ai napoletani in gamba farsi sentire con fermezza e con rabbia, perchè il problema del disagio della città è reale e non deriva certo da quello che possono pensare i microcefali padanisti.

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su questo nn ci piove
by kinder Monday, Nov. 13, 2006 at 6:06 PM mail:

però sai fare un erba un fascio e brutto. io sono napoletana lavoro sono imprenditrice e nessuno nega la relatà ..ma come possiamo far teminare le guerre all'estero se ci facciamo guerra tra di noi nord e sud invece di aiutarci e comprenderci.. è vero la nostra città è piena di problemi ma molti di essi nn si risolvono perche appunto ci sono persone dementi che invece di darci una mano ci godono ( però poi se devono andare in vacanza scelgono il sud) ... specialmente se all'interno della politica esistono dementi come le persone che hanno scrittu piu su

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