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Argentina< verso il 19 e 20 dicembre. "sui saccheggi che furono"
by garabombo@autistici.org Wednesday, Dec. 04, 2002 at 6:02 PM mail:

da pagina12. mugiel bonasso ritorna sulle implicazioni dei potforti e sulle presenza oscure alla guida di alcuni saccheggi del 19 dicembre scorso.


da pagina12 di domenica 1 dicembre-

Juanjo Alvarez, attuale ministro della sicurezza e Giustizia del governo Duhalde considerava come fragili, vaghe e senza fondamento per essere utilizzate come prove, le accuse del piquetero Luis D’Elia “su di un’auto grigia, un’auto celeste ed una gialla”, che avrebbero guidato e orchestrato i saccheggi del 19 dicembre passato. Può darsi che comincerà a cambiare idea alla vista di queste due fotografie che pubblichiamo oggi, e dopo aver letto la suggestiva storia che lega questa Fiat Spazio con i saccheggi di Ciudadela.
Domenica 23 dicembre alle 11,30, quando Adolfo Rodriguez Saa, sorridente, si apprestava a ricevere la fascia ed il bastone presidenziale, il fotografo Daniel Vides, dell’agenzia Noticias Argentinas, abbandonava il salone in cui veniva portata avanti la celebrazione, dopo aver ricevuto un ordine dal suo capo: “Senti, qui dentro siamo tantissimi, voglio che tu esca fuori a fotografare la Plaza de Mayo vuota; questa è la notizia: sta per giurare un presidente peronista e la Plaza è praticamente deserta.”. Uscito fuori scoprì che il suo capo aveva ragione: era una giornata “peronista”, ma al di là delle grate metalliche, nei pressi della Piramide c’erano solo dei ciclisti, pensionati che chiacchieravano, una coppia che si riposava all’ombra degli alberi, e alcuni solitari curiosi che guardavano verso la Casa Rosada, chiedendosi cosa il destino stesse riservando all’affaticata Repubblica. Daniel Vides è giovane, 34 anni, ma ha già 6 anni di esperienza nella Noticias Argentinas e ancor prima aveva lavorato nella Editorial Perfil, ossia aveva acquisito il buon istinto dei fotoreporters che scovano velocemente le anomalie (cioè le possibili notizie) in una situazione di apparente “normalità”. Stava tornando alla Casa Rosada dopo aver scattato delle foto della Plaza, quando scoprì una Fiat 174 Spazio bianca che aveva già incrociato quattro giorni prima durante i saccheggi presso Ciudadela. Era stazionata sulla via Hipólito Yrigoyen, nella zona nord della stessa Plaza de Mayo, casualmente a 15 metri dalla calle Blacarce, dove si trovavano le transenne della polizia. Evidentemente, pensò Daniel, si doveva trattare di un’auto ufficiale e i passeggeri dovevano trovarsi in quel momento nella Casa de Gobierno, assistendo alla cerimonia che stava per cominciare.
Facendo il distratto si avvicinò alla Fiat e scoprì che la sua prima impressione non lo aveva tradito: era la stessa di Ciudadela. La stessa carrozzeria con questa S dipinta (da tempo) d’argento di pessimo gusto, tanto da giustificare un’appartenenza ad un’agenzia di sicurezza. L’iscrizione semicancellata sulla carrozzeria era: (via)LAVALLE 1672 decimo piano e qualcos’altro del tipo 7° 0530-37-0531. In più, casualmente, le mancava la targa posteriore. Era ormai senza più nessun dubbio la stessa macchina; Daniel era disposto a giurarlo.

Il 19 dicembre alle 15,00 Daniel girava per Ciudadela quando veniva avvertito da una telefonata al cellulare che si stavano verificando dei saccheggi nella zona. Imboccò la Avenida Gaona e riuscì ad intravedere come veniva saccheggiato un negozio con ……..(fiambreria), dal quale stavano portando via nient’altro che il frigorifero della vetrina. Oltre i …..(marginales) c’erano degli altri tizi che erano arrivati con una Mercedes 608, che praticamente è un camioncino da carico. Feci attenzione al fatto che non c’era traccia della stampa. Io avevo un teleobbiettivo e scattavo fotografie dal marciapiede (vereda????) di fronte. Alcune persone mi hanno avvertito di stare tranquillo; che qualcuno stava controllando la situazione dalla Fiat 147 Spazio e lì la vidi per la prima volta. All’interno dell’auto c’erano tre tizi, che non ……(mosquearon) quando cominciò un altro saccheggio, questa volta ad un negozio di mobili. Molto rapidamente, come se tutto fosse stato organizzato un Ford Galaxy si è portato via sul tetto un divano da tre posti. Daniel Vides continuava a fotografare. Una delle persone che stavano a bordo della Fiat Spazio è scesa e si è diretta verso il fotografo di Noticias Argentinas. Era un tipo con la camicia aperta e i capelli corti, rasati, sulla trentina massimo 40. Di un metro e settanta circa. Aveva “qualcosa” nella cintura. Gli si è rivolto soave: “Non scattare più fotografie. Non sta bene”.
Non è stato violento, è stato quasi un suggerimento, ma è risultato più minaccioso di un grido. Nell’auto altri due individui osservavano discretamente la scena. Le persone che lo avevano avvisato avevano ragione, bisognava guardarsi dalla Fiat spazio. Daniel capì perché non c’erano colleghi sul posto. Si guarda indietro alla ricerca del taxi che lo aveva accompagnato sul luogo ma non se ne vede l’ombra, e comincia a spaventarsi. Per fortuna rincontra lo stesso taxi pochi metri più in là, dove il tassista si era spostato visto che alcune persone che avevano partecipato al saccheggio volevano poggiargli sul suo tetto un (……..)colchòn. Il guidatore è ripartito rassicurato dopo che il fotografo gli aveva detto di ripartire ed allontanarsi. Daniel ha dato un ultimo sguardo alla Fiat Spazio, senza immaginare di rincontrarla quattro giorni dopo di fronte alla Casa de Gobierno.
































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