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Argentina< verso le giornate del 19 e 20 dicembre. COMINICA UN MESE CALDO
by garabombo@autistici.org Wednesday, Dec. 04, 2002 at 7:30 PM mail:

da argenpressINFO

La politica della settimana
Panorama politico
UN DICEMBRE DIFFICILE

E’ cominciato un dicembre tormentato e ricco di pronostici politici ed economici. Il Governo di Eduardo Duhalde dovrà affrontare alcuni problemi cruciali che potrebbero permettergli di infondere un minimo di coraggio e sicurezza in più per il nuovo anno. E dicembre non è stato un mese facile per gli argentini negli ultimi anni.
Lo scenario economico richiama l’attenzione sulla nuova settimana cominciato con l’apertura del corralito bancario, tormento cruciale per il futuro alla ricerca della giusta confidenza da parte dei cittadini medi.

L’obbiettivo centrale dell’apertura del corralito è stato quello di incentivare tra chi investe e chi risparmia una maggiore confidenza in modo da potenziare la volontaria domanda di accumulare nuovi depositi bancari. L’autorità monetaria confida in una non scalata frenetica al dollaro anche se si attendono le mosse dei risparmiatori che torneranno in possesso dei loro depositi bloccati da più di un anno (li ritroveranno ovviamente fortemente svalutati).
In tutti i casi il capo del Banco Central, A.Pignatelli, ha dichiarato di essere in possesso degli strumenti giusti per mantenere basso il valore del dollaro (c’è il pericolo che in molti, tornando in possesso di parte dei loro depositi ormai in pesos, corrano ad acquistare dollari) ricordando anche che chi compra adesso un dollaro caro, cioè con un alto valore, lo dovrà vendere di certo ad un valore inferiore. Si vedrà.

Sullo sfondo incombe la minaccia della Corte Suprema di Giustizia, che potrebbe obbligare le banche a ridollarizzare i depositi, e ciò potrebbe far tremare il sistema finanziario, a quel punto in difficoltà sua rispetto alle dinamiche bancarie che alle pretese dei risparmiatori. Anche qui si vedrà.

Durante questa settimana i cittadini devono digerire il nuovo aumento delle tariffe dei servizi pubblici, richiesto fortemente dalle imprese privatizzate che sostengono la necessità di invertire la tendenza rispetto alle loro potenziali entrate, altrimenti la situazione porterebbe al collasso.
I consumatori invece preparano una battaglia giudiziaria per il congelamento degli aumenti. Si vedrà.

Di certo qualsiasi nuova situazione di confusione potrebbe portarci allo scenario dell’inflazione e di lì ai duri conflitti sociali il passo sarebbe brevissimo.

Discorso a parte merita la non-chiusura delle trattative con il Fondo Monetario Internazionale, verso il quale restano disattesi “ingenti doveri pendenti”. Tra questi, il Congreso dovrà compierne alcuni grazie alle sedute straordinarie di questa settimana. Comunque le Province senza un accordo chiuso e preciso non saranno in grado di autofinanziarsi, né ci saranno nuovi crediti. Comunque anche l’accordo con il FMI è tutto da vedere.

Anche lo scenario politico è tornato nel massimo fermento, agitato dai fantasmi del caos e della violenza sociale. Ritornano le paure dei saccheggi ai supermercati, delle violenze guidate che portarono alla caduta del governo di De La Rua.
La grande domanda è: chi si gioverà di uno scenario simile a quello dell’anno scorso? La risposta è da ricercare nella lotta intestina allo schieramento peronista, che vede lontana la possibilità di una veloce risoluzione e che ha come protagonisti fondamentali l’attuale presidente Duhalde e l’ex presidente Carlos Menem. Così tra le fila di Duhalde si accusano direttamente gli uomini più o meno vicini a Menem di alimentare le tensioni e di soffiare sul fuoco del saccheggio preorganizzato, mentre Menem non fa altro che riportare la discussione sul rifiuto di Duhalde di fronteggiarsi con elezioni interne allo schieramento peronista (PJ). Mancano cinque mesi alle nuove elezioni presidenziali e la lotta interna al Partido Justicialista (PJ) si deve ancora consumare. E intanto va attraversato il mese di dicembre.

















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