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Satana e la polizia catto-telematica
by Roberto "robi" Benatti Monday, Dec. 16, 2002 at 8:03 PM mail: nom8130@iperbole.bologna.it

Lo sguardo della sorveglianza

Zelo censorio
Dopo il sequestro (e il dissequestro) del server di Isole Nella Rete (vedi Zic 65), ecco un nuovo attacco alla libertà di espressione in Internet. La notizia: la rete civica del Comune di Roma è stata oscurata a causa di una denuncia contro la pedofilia. 63 associazioni no-profit, tra cui Foro Romano Digitale, WWF, CGL Università, LIPU... non sono più in rete. Nell’ambito del progetto dedicato ad artisti e brain workers, il FRD ha reso pubblico sul web il testo di una tesi di laurea: Il femminile nella fantascienza: modelli di scrittura. Sul sito, arriva Don Fortunato Di Noto, parroco della chiesa della Madonna del Carmine di Avola, in provincia di Siracusa. Conosciuto per aver dato luogo a iniziative spettacolari come roghi di libri, il digiuno di 2000 fedeli, le campagne contro giocattoli giapponesi (come il Tamagochi, Prof. Horribilus, la bambola Tanya Luna park) e per essere fondatore dell'associazione Arcobaleno, impegnata nella lotta alla pedofilia e alla magia. Il parroco ha denunciato il Comune di Roma. A suo parere, la tesi di laurea "nascondeva" 150 righe blasfeme. Il titolo: La Loggia nera. Una via satanica alla conoscenza. Così, Mariella Gramaglia, responsabile delle reti civiche romane, ha colto l’occasione per oscurare d’autorità tutti i siti delle associazioni. Si sa, siamo a pochi mesi dal Giubileo. In una intervista all'edizione on-line di la Repubblica, dice la Gramaglia: "Il Foro Romano Digitale ha rotto in modo gravissimo il rapporto di fiducia con l'amministrazione. Ci hanno raggirati sia nel merito (contenuti con inviti molto espliciti e violenti all'orgia, al sesso con i bambini, a perversioni sadiche), sia nelle modalità, con la contraffazione del nostro indirizzo." Ora, qual è la pagina dello scandalo? Si tratta di un link ipertestuale di un testo già pubblicato sul numero 2/3 di Torazine. La rivista a distribuzione nazionale, reperibile in tutte le librerie Feltrinelli.

Tecnologia e magia
Sono andato a leggere il testo incriminato. Esprime opinioni, non nuove e condivisibili, sulla repressione della sessualità. Ripetute anche nella psicologia orgonica di Wilhelm Reich. Inoltre, nulla di nuovo anche per i lettori di romanzi horror e fan del black metal. Infatti, si cita Aleister Crowley. Il linguaggio di Crowley si ritrova nei racconti di uno dei più importanti scrittori horror di tutti i tempi: H.P. Lovecraft; addirittura nei testi esoterici di Fernando Pessoa. Verranno bruciati pure quelli? Qualche considerazione. Il testo di La loggia nera si basa sul rifiuto dello scambio simbolico fondato dal cattolicesimo. Non per caso, come esergo, c'è la frase “jesus died for his own sins not mine”. Si parla di pedofilia, ma viene attribuita ai preti cattolici. E' un testo dall'alta intertestualità: filosofia, fantascienza, esoterismo, musica... Non mi stupisce che si trovasse nel contesto di una tesi di laurea sul femminile nella fantascienza. Non sono poche, negli USA, le autrici di fiction, le cyberfemministe che professano il loro anticattolicesimo e recuperano i culti perseguitati dall'inquisizione. Non solo panteismo e naturalismo ribelle, ma femminilizzazione di Dio e Deità. Un fenomeno ben conosciuto dagli studiosi delle cyberculture come Mark Dery e Bruce Sterling. Tanto che si parla di movimenti tecnopagani legati al sacro tecnologico. Arthur C. Clarke, l’autore del romanzo 2001 Odissea nello spazio, lo ha intuito e scrive: “Qualsiasi tecnologia sufficientemente progredita è indistinguibile dalla magia.” Gli fa eco lo stesso Dery: “E' significativo che i computer siano stati accompagnati da metafore magico-religiose fin quasi dal momento in cui sono stati inventati.” (Velocità di fuga. Feltrinelli 1997.)

Caproni e bufale
Ad alcuni l’Anticristo appare come un caprone ad altri come una bufala. E' ciò che è apparso alla Gramaglia. Sempre nell'articolo di la Repubblica, si legge la seguente affermazione: "Non è vero che si tratti di un testo relativo a una tesi di laurea, è un testo di una violenza terribile. Nella colonna di sinistra c'erano tra l'altro simboli e formule magiche che, secondo gli esperti, servono all'organizzazione di messe nere." E’ curioso. Sono titoli di tracks musicali. Dunque, ho fatto la prova. Su http://www.Arianna.it ho cercato “Inferno Bros Slave to the Rave” e “Orbital Satan.” La prima e l'ultima "formula magica" della pagina censurata. Ho cercato intenzionalmente i siti italiani. Invece di zolfo, zoccoli e pentacoli sono apparse le pagine dei cataloghi di diversi produttori e fan di gothic-techno. Non è sufficiente. La Gramaglia si avventura nel sentito dire: "Mi dicono inoltre che cliccando sulla figura dell'Anticristo che campeggiava sulla pagina si andava direttamente su siti di pedofilia. E’ gente da cui guardarsi." Provare per credere. Ho cliccato sull'Anticristo ed è apparso: “Children of the Noise Age - Ritmi di guerre estatiche”, un bellissimo testo tratto da Aritmie cronotipiche. Ho scambiato un paio di parole con “Macchina”, l’autrice della tesi. Mi ha risposto dicendo: “La mia tesi era lì come un corpo aperto, disponibile all'integrazione di qualsiasi altro contributo. La loggia nera, il testo che mi è arrivato, ne era parte integrante. Visto, appunto, l'utilizzo dello strumento critico del linguaggio che il testo sottintende.” Ha aggiunto una valutazione più politica: “E’ inimmaginabile che a partire dalla censura di una pagina si butti giù una intera rete civica costruita in due, tre anni di cooperazione. Improvvisamente, negando quello che era il punto fondamentale della rete civica romana. Cioè, il diritto di partecipazione telematica per tutti i cittadini del Comune di Roma.” (Intervista a Radio Città del Capo, 15 luglio 1998.)

Violenza legalizzata
Questa nuova censura dovrebbe far riflettere sugli aspetti comunicativi dei linguaggi antagonisti. Quei linguaggi che non riproducono l'ordine degli scambi sociali, relativi alla sessualità, al lavoro, alla religione, ma si sedimentano sul rimosso. Come, appunto quello dei culti non cristiani perseguitati dal cattolicesimo. Allora, se il linguaggio dei satanisti appartiene al rimosso storico e si scontra con le pratiche manipolatorie che cancellano le diversità storiche, con le pratiche che sorvegliano l'identità e l’unicità della verità, può essere che esso riguardi anche le intelligenze non omologate. Basta analizzare la nascita dell'universo gutemberghiano e l'appropriazione della stampa fatta dalla chiesa cattolica. E' risaputo: il passaggio dalla cultura manoscritta al libro corrispose alla eliminazione di testi considerati eretici, ecc. Non si tratta semplicemente di credere in Dio oppure in Satana, ma di come si fonda socialmente la verità in cui credere. E di come il potere la accredita, rispecchiandola in un valore extracomunicativo. Esterno ai soggetti sociali e alle alterità manifestate dal linguaggio.

Democrazia e castità
Per equità, sono andato a leggere il testo della Mozione presentata alla Camera per impegnare il Governo a disciplinare Internet, sostenuta dall'associazione Arcobaleno. Promotore e firmatario della mozione, del 19 dicembre 1997, è Nicola Bono di AN. La concezione della comunicazione telematica sostenuta dalla destra italiana, è repressiva proprio perché si fonda su valori extracomunicativi. Vede Internet come un tutto e non come un rizoma di comunità digitali in grado di stabilire liberamente i linguaggi e le forme di esistenza. Infatti, si professa un approccio comunicativo "trasparente". Altrimenti, la “democrazia comunicativa” dovrebbe viaggiare in rete con la cintura di castità. Il che significa maggior controllo. Assolutamente ovvia - per loro - l'indifferenza per gli aspetti finzionali della comunicazione. Lo ha ricordato anche l’analisi critica di reLK: Rogo Romano Digitale. Chi ha letto Marshall McLuhan conosce i problemi. I firmatari della mozione identificano l'uso della tecnologia con il fine, il canale con il messaggio. Come se nella vita off-line non esistessero maschere, finzioni, complicità, segreti, latenze, differenze, spostamenti del senso, identità molteplici e altre forme di sacro religioso. Come se il contenuto di un atto comunicativo non cambiasse valore, in base al contesto in cui avviene, in base al diritto di parola dei partecipanti alla comunicazione.

Lo sguardo della sorveglianza
Ho l'impressione che, per tali poliziotti del senso, siano proprio la pluralità dei linguaggi e il nomadismo della verità la causa della paura tecnologica. Ciò che essi prospettano è una forma di comunicazione "referenziale" e "protocollare". La comunicazione enunciata da x a y, n... sarebbe valutabile secondo dei protocolli di "legalizzazione" e identità morale, estetica, comportamentale z garantiti dallo sguardo della sorveglianza (extracomunicativa). La loro argomentazione si fonda su presunti casi di "pedofilia" e di "satanismo", ma incide sulla possibilità di formare patti comunicativi (credenze, opinioni, valori) estranei a quel controllo. Non è solo un attacco alla libertà di espressione, ma anche alla libertà d'interpretazione. Alla definizione intersoggettiva di ciò che consensualmente i partecipanti di una "società comunicativa" riconoscono come verità contestuale.

Devianti e mostri
Leggiamo questo brano, tratto dalla Mozione: "spesso soggetti animati da intenzioni criminali e ripugnanti hanno utilizzato Internet per i loro fini più immorali e inconfessabili; il ricorso a Internet non conosce confini né territoriali, né tantomeno anagrafici, con il rischio di vedere esporre una quantità sempre crescente di adolescenti, e perfino bambini, alle sempre più esplicite e, pertanto pericolosissime strumentalizzazioni perpetrate per via telematica (...)." A prima vista, si tratta del meccanismo di “legalizzazione sociale" della repressione. Per cui, come nelle varie forme storiche di fascismo, il signor Bravo Cittadino, con la delega simbolica del potere, si attribuisce il compito di censurare la "devianza comunicativa" (perché di parole e rappresentazioni si tratta) e di escluderla dall'ordine degli scambi sociali. Il fenomeno va di pari passo con l'icona mediatica del "mostro" con cui il Bravo Cittadino purifica la propria identità sociale. Quando i media creano le streghe, si attaccano le basi di esistenza delle diversità. Oliver Stone, nella prefazione al romanzo Assassini nati (Mondadori 1994), dice: "Una volta che si siano create categorie di soggetti da considerare politicamente corretti, si inizia - e si è già iniziato - un processo di indebolimento delle nostre libertà fondamentali." La risposta delle comunità digitali è in atto. Prima di tutto, con mirroring delle pagine incriminate. In secondo luogo, con forme di protesta attiva presso organi governativi e quotidiani. Una interrogazione parlamentare è stata presentata da Mara Malavenda, indipendente di Rifondazione Comunista. A sua volta, il Gruppo Consiliare di Rifondazione ha presentato una interrogazione al sindaco Rutelli. La difesa delle libertà di espressione in Internet è appena cominciata. E non finirà il giorno in cui ogni computer sarà accompagnato da un poliziotto catto-telematico.


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Da Zero in condotta n. 66. Il quindicinale autogestito di Bologna (24 luglio 1998).

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Satana sul sito di Roma oscurate 63 associazioni
by GIANCARLO MOLA Monday, Dec. 16, 2002 at 8:06 PM mail:

Un gruppo ospite della rete civica mette on line testi osceni e l'assessore blocca l'intera sezione del non-profit!(porco fascio bolscevicco...)!

ROMA - Black-out sulla rete civica della capitale. Decine di associazioni non-profit ospitate dal sito del Comune di Roma sono state oscurate all'improvviso. Motivazione: nelle pagine web di uno di questi gruppi, il Foro romano digitale, erano comparsi testi inneggianti al satanismo e al sesso di gruppo. L'incursione luciferina è stata subito scovata da don Fortunato Di Noto, parroco della chiesa della Madonna del Carmine di Avola, in provincia di Siracusa. Don Fortunato è presidente e fondatore dell'associazione Telefono Arcobaleno, impegnata nella lotta alla pedofilia. Anche su Internet.

Il parroco siciliano ha denunciato così il fatto, indignato perché l'indirizzo delle pagine incriminate esordiva con http://www.comune.roma.it/, vale a dire con la Url del sito del Campidoglio. Che immediatamente è intervenuto. "Foro Romano Digitale - dice Mariella Gramaglia, responsabile del sito del Comune - ha rotto in modo gravissimo il rapporto di fiducia con l'amministrazione. Ci hanno raggirati sia nel merito (contenuti con inviti molto espliciti e violenti all'orgia, al sesso con i bambini, a perversioni sadiche), sia nelle modalità, con la contraffazione del nostro indirizzo".

Cosa c'era di preciso nelle pagine dello scandalo? "Nient'altro che la citazione di un brano letterario pubblicato su una rivista a distribuzione nazionale e acquistabile in tutte le librerie", dicono in un comunicato i partecipanti al Foro romano digitale. Che aggiungono: "La citazione è all'interno del progetto 'Femminile nella fantascienza: modelli di scrittura' che è anche una tesi di laurea discussa con successo alla facoltà di lettere di Roma". Macché, risponde Mariella Gramaglia, "non è vero che si tratti di un testo relativo a una tesi di laurea, è un testo di una violenza terribile. Nella colonna di sinistra c'erano tra l'altro simboli e formule magiche che, secondo gli esperti, servono all'organizzazione di messe nere. Mi dicono inoltre che cliccando sulla figura dell'Anticristo che campeggiava sulla pagina si andava direttamente su siti di pedofilia. È gente da cui guardarsi"

Al di là della questione specifica, la polemica è scoppiata perché non sono state cancellate soltanto le pagine sataniste. Ma quelle di tutte le associazioni non-profit, 63 in totale, a cui il Comune aveva offerto ospitalità. Che da un giorno all'altro si sono trovate, incolpevolmente, fuori dalla Rete.

"I link alle pagine degli ospiti del sito sono temporanemente disattivati". Compaiono solo queste undici parole sul video di chi clicca sul bottone "Associazioni non-profit" della sezione "Oltre il confine" della rete civica del Comune. Eppure proprio quella sezione si presenta al navigatore come uno spazio di grande libertà: "Il visitatore potrà vagabondare tra i siti che sono graditissimi ospiti dell'amministrazione comunale, ma che vivono in piena autonomia, elaborano le loro pagine e offrono informazioni sui temi più vari della vita cittadina".

È facile immaginare lo sconcerto dei gruppi oscurati. Fra essi c'è per esempio Peacelink, associazione di pacifismo telematico, il cui club romano era ospitato sul sito del Campidoglio. "Ci auguriamo - dice Carlo Gubitosa, segretario nazionale aggiunto di Peacelink - che la denuncia di una singola pagina non penalizzi ulteriormente tutte le associazioni di volontariato che non sono più in grado di offrire dei servizi informativi". Fuori Rete anche il Cipax, Centro interconfessionale per la pace, che fornisce servizi bibliotecari e di formazione nel settore dell'educazione pacifista. E poi, solo per citare le associazioni più conosciute, il Wwf, la Lipu, Libera, la Croce rossa, la Cgil università, l'Associazione per la pace.

Ma qual è la ragione dell'oscuramento generalizzato? Il Comune risponde che c'è necessità di dare ordine all'accesso alle pagine del Comune. "Le password per mettere materiali nel nostro sito - continua Mariella Gramaglia - erano state date anni fa dal mio predecessore. Per una questione di pulizia ho pensato fosse mio dovere verso i romani azzerare una situazione di cui nessuno sembrava sapere nulla. Non muore nessuno: si tratta solo di rifirmare il codice deontologico e nel giro di dieci giorni li rimetteremo in Rete".

Difficile però spiegare alle associazioni che motivo c'era di bloccare tutto. Nulla escludeva infatti che - ferma restando l'immediata cancellazione della pagina satanista - si potessero ricontrattare gli accessi mantenendo le pagine sul web.

È il secondo caso, questo, di oscuramento di interi blocchi di sito, in poco più di una settimana. Il 29 giugno la procura di Vicenza aveva infatti sequestrato il server del sito "Isole nella Rete", che a sua volta ospitava oltre 15.000 pagine di associazioni di volontariato e non-profit. In una delle pagine - gestita da una associazione pro-Kurdistan - era infatti comparso l'invito a boicottare una agenzia di viaggi milanese che organizzava tour in Turchia. Il server è stato poi dissequestrato tre giorni dopo, ma anche in quel è risultata determinante la mobilitazione del popolo della Rete.

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INTERVISTA A RADIO CITÁ DEL CAPO 96.3 Mhz(POPOLARE NETWORK)
by Roberto "robi" Benatti Monday, Dec. 16, 2002 at 8:14 PM mail: webmaster@zucchetti.com

INTERVISTA A RADIO CITTA' DEL CAPO 96.3Mhz(POPOLARE NETWORK)
Bologna, 15 luglio 1998

Roberto "robin" Benatti: Mi trovo al telefono con Macchina, il nickname dell'autrice della tesi di laurea Il femminile nella fantascienza:modelli di scrittura,in cui era inserito il testo La loggia nera.Una via satanica alla conoscenza. Ne abbiamo già parlato a Radio Città del Capo nei giorni scorsi.E' un testo considerato tanto pericoloso da causare l'oscuramento delle reti civiche romane.Partiamo da una prima domanda:cosa ne pensi dell'oscuramento?

Macchina: Ciao!Allora,innanzitutto,penso che il testo in questione non è stato assolutamente letto.In quanto era semplicemente uno strumento critico di analisi del linguaggio e della possibilità di oltrepassare la distinzione tra la morale buona e quella cattiva. Distinzione che appartiene a qualunque tipo di rappresentazione di realtà.D'altra parte,non è stato letto neppure il progetto che stava alla base della tesi.La tesi si trovava nel sito del Foro Romano Digitale.Il sito per la cooperazione in rete,con progetti e installazioni dei cittadini.Noi li mettevamo su e si aprivano alla collaborazione e all'aiuto di chiunque si fosse connesso e avesse voluto ampliare quel tipo di progetto.Quindi,la mia tesi era lì come un corpo aperto,disponibile all'integrazione di qualsiasi altro contributo.La loggia nera,il testo che mi è arrivato,ne era parte integrante. Visto,appunto,l'utilizzo dello strumento critico del linguaggio che il testo sottintende.E le autorità competenti...

RrB: ...sì, le autorità competenti. Sono rappresentate da Mariella Gramaglia. Tra l'altro, ha detto in una intervista: "Non è vero che si tratti di un testo relativo a una tesi di laurea. E' un testo di una violenza terribile." A me sembra che non abbia valutato il contesto in cui il esso era inserito. L'analisi delle controculture cyber. E' in preparazione una interrogazione parlamentare. E' vero?

M: Dovrebbe essere presentata oggi o domani. Ci sarà anche una interrogazione alla Camera dei Deputati di Mara Malavenda, indipendente di Rifondazione, in cui verrà sottolineato il grave abuso di potere compiuto da Mariella Gramaglia. La rete civica è stata oscurata completamente, a partire da un'unica pagina web. Al di là del fatto che lei non abbia capito il contesto, è inimmaginabile che a partire dalla censura di una pagina si butti giù una intera rete civica costruita in due, tre anni di cooperazione. Improvvisamente, negando quello che era il punto fondamentale della rete civica romana. Cioè, il diritto di partecipazione telematica per tutti i cittadini del comune di Roma. La nostra battaglia, fino ad ora, è su questo. Vogliamo che sia riconosciuto il fatto che ogni cittadino ha diritto a uno spazio web e a un accesso gratuito alla rete. E' come una piazza. Ciascuno deve avere il diritto di poterci passare.

RrB: Prima di andare in onda mi hai detto che l'atteggiamento di Don Fortunato Di Noto e dei volontari dell'associazione Arcobaleno è alquanto morboso. Nella ricerca di presunti messaggi pedofili e satanisti...

M: Purtroppo, la cosa è molto triste e va avanti da 1500 anni. Non so per quanto ancora andrà avanti. Nel momento in cui le persone cercano di fare un discorso su loro stesse, sulla sessualità, sul corpo... Nel momento in cui si cercano le parole per esprimere la sfera del non detto, queste vengono censurate da chi il non detto ancora lo teme. Da chi mette le mani in ciò che è complicato: nel nostro desiderio, nel nostro modo di vivere, nel tentativo di conoscere la nostra natura. Non fa altro, in modo quasi infantile e morboso, di metterci il dito dentro. Come chi lo mette in una ferita aperta e dice: "Vedi fa male! Allora, questa cosa non deve esistere, non dobbiamo parlarne, censuriamola!" Meglio far finta che non esista. Meglio trovare un colpevole per tutto ciò che accade di male. Invece di cercare di capire da dove nascono le cose e quindi discuterne. Senza censurarle. Per seguire un percorso conoscitivo che non perpetui violenza su nessuno.

RrB: L'atto di censura e di oscuramento è una vicenda mediatica che crea un nuovo mostro. Parlandone in radio, facendo controinformazione possiamo tentare di decostruire il processo di produzione di questo nuovo fantasma. Eccone un esempio: Mariella Gramaglia parla addirittura di formule magiche presenti nella pagina web censurata. (Macchina ride.) Sono andato a controllare le famose formule magiche. Non sono altro che titoli di tracks di musica tecno-gotica acquistabili quasi ovunque: Orbital, Inferno Bros... Vuol dire che la Gramaglia e Di Noto non si sono affatto preoccupati di comprendere il linguaggio del testo che stavano così gravemente giudicando. La frase "Children of noise" è stata sufficiente per parlare di messaggi pedofili nascosti...

M: Infatti, quando nella tesi parlo del mostro, mi riferisco al mostro del romanzo Frankenstein di Mary Shelley. Per l'analisi della fantascienza, non è altro che il primo cyborg. Il cyborg nasce da una commistione tra la moderna tecnologia occidentale e qualche cosa di molto simile alla magia. Il linguaggio e le parole creano delle realtà. In modo tale che, per chi ne è spaventato, possa essere ritenuto magico. Frankenstein nasce dalle tecnologie del suo creatore e dagli studi di alchimia. Nel romanzo, le formule vicine alla magia rappresentano la scienza ritenuta non valida. Tutta quella parte di scienza che nasce nel Trecento, nel Quattrocento, nella notte dei tempi e non è ritenuta accettabile. Essa utilizza dei procedimenti che non sono gli stessi del pensiero razionale dell'uomo occidentale, diventato il pensiero dominante. Quando magia e tecnologia si uniscono, come può accadere in rete, dove il linguaggio di una persona che cerca di dire il famoso non detto si unisce con lo strumento telematico, il risultato è potenzialmente distruttivo. Può arrivare ovunque. Dall'unione di questi due aspetti, nasce qualcosa che fa paura: il mostro. E la mia tesi non viene neanche letta, ma viene buttata giù. Terrorizza, prima di vedere di cosa si tratta. Perché unisce modi pensare diversi, modi di sviluppare il pensiero che sembrano divergenti e che quando si uniscono si trasformano in altro. Infatti, Frankenstein stesso fa terrore. Mentre il primo cyborg si colpevolizza per la sua mancanza di natura originaria, e arriva a cercare il suicidio assieme al suo creatore, dopo cento anni, noi non abbiamo più voglia di colpevolizzarci. Rivendichiamo il nostro diritto di parlare e di scrivere.

RrB: Bene. Abbiamo sentito la voce di Macchina, l'autrice della tesi di laurea che ha fatto gridare al diavolo. Invece, come lei stessa ci ha spiegato, con la sua ricerca ha dato esistenza a un progetto telematico ambizioso che meritava di essere seguito. Alcuni non ne hanno saputo tradurre il significato. Forse, perché sono troppo occupati a intessere fantasie di sorveglianza per definire una realtà in cui il vero male c'è, ma non si vede.

Ti ringrazio.

M: Grazie a te, ciao.

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