DISCARICA NUCLEARE – ARRIVA LO STUDIO, LA SARDEGNA SI RIBELLA ANCORA
mercoledì 25 giugno 2003 da http://www.e-gazette.it/index.htm
Cagliari, 23 giugno - Il commissario delegato per la sicurezza delle installazioni nucleari, e presidente della Sogin, generale Carlo Jean, è pronto a inviare alla Conferenza dei presidenti delle Regioni lo studio preliminare nel quale sono indicati i criteri tecnico-scientifici per definire l'area più adatta al deposito nazionale per le scorie radioattive. Lo studio definitivo sarà ultimato nei primi giorni di luglio e verrà consegnato al governo, cui spetterà poi decidere quale area del paese ospiterà il deposito nazionale. Lo si apprende in ambienti scientifici. Le zone individuate saranno adatte ad ospitare sia un deposito superficiale che uno sotterraneo. L'individuazione del sito sarà accompagnata da una iniziativa di sviluppo del territorio. Non sarà quindi solo un deposito di scorie nucleari ma un centro tecnologico e di ricerca, un polo di eccellenza per il trattamento dei materiali nucleari cui il Governo stanzierà ingenti risorse ancora da definire. I criteri proposti sono quelli recepiti dall'Aiea (Agenzia internazionale energia atomica). Si tratta di criteri di esclusione: non sono, per esempio, adatte a ospitare il deposito nazionale le zone sismiche, quelle vulcaniche, vicine a fiumi e laghi, a falde poco profonde, a centri abitati, alle coste, in montagna, zone soggette a frane, trombe d'aria, nevicate intense, esondazioni. Se verrà scelto un deposito sotterraneo, il sito dovrà avere una ulteriore caratteristica: sarà realizzato a 50 metri di profondità e sopra e sotto dovrà avere almeno 15 metri di argilla. Nella scelta entrano anche criteri economici: saranno così preferiti i siti che minimizzano i costi del trasporto delle scorie e della realizzazione del deposito, nonché l'impatto delle varie fasi della realizzazione sulla salute degli abitanti e sull'ambiente. Inoltre è previsto un "premio" per il territorio che accetta di ospitare il deposito di scorie nucleare. La realizzazione del deposito va presentata come facente parte di un Progetto di sviluppo integrato del Centro e del Territorio. Fulcro del documento è la relazione intitolata "Descrizione sintetica della procedura per la selezione di siti idonei al deposito definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività", dove si legge che "i rischi di atti terroristici derivanti dalla situazione di crisi internazionale hanno indotto il Governo italiano a dichiarare lo stato di emergenza nucleare nelle aree che ospitano le installazioni nucleari di Lazio, Campania, Piemonte, Emilia-Romagna e Basilicata, con la necessità di iniziative straordinarie e urgenti per lo smaltimento dei materiali radioattivi giacenti". Per quanto riguarda il metodo, nel dossier viene specificato che "un tipico approccio graduale inizia con la definizione delle zone su cui effettuare le ricerche, ad esempio il territorio amministrativo di una regione. Quindi si individuano, con indagini di dettaglio crescente, le aree di potenziale interesse". Jean era stato nominato commissario dal Governo e l'ordinanza della Presidenza del consiglio 3267 l’aveva incaricato di predisporre uno studio sulle modalità di gestione centralizzata dei materiali radioattivi, studio che deve essere predisposto d'intesa con la Conferenza dei presidenti delle Regioni. Il generale ha istituito l’11 aprile un gruppo di lavoro (Sogin, Enea, Apat e alcune società di ingegneria) che sta elaborando lo studio nel quale sono indicati i criteri per giungere alla identificazione di una serie di aree che possono essere considerate idonee sul piano strettamente tecnico scientifico a ospitare il deposito nazionale per i materiali radioattivi. La Conferenza delle Regioni sarà guidata dall’assessore all'Ambiente del Piemonte, Ugo Cavallera, designato come coordinatore fra le Regioni per tutte le questioni ambientali. "Si tratta di decisioni tecniche che devono poi trovare un avallo politico. Il Governo sa benissimo che la Sardegna ha già fatto la sua parte sostenendo il peso di onerosissime servitù militari", dice il ministro dell'Interno Beppe Pisanu. L’ipotesi che la discarica venga realizzata in Sardegna continua a scatenare polemiche sull’isola. "Il progetto di stoccare le scorie nucleari in Sardegna già oggi sta danneggiando l'immagine dell'isola", protesta la Giunta di presidenza dell'Apisarda. In una lettera aperta, un gruppo di esponenti politici, sindacali e imprenditoriali, personalità del mondo della cultura, dell’Università e dell’associazionismo, chiedono al presidente della Repubblica di sostenere la battaglia per impedire che la Sardegna si trasformi nella "pattumiera nucleare" del Mediterraneo. "La preghiamo, signor Presidente, di dare alla Sardegna notizie certe e rassicuranti che escludano ogni ipotesi di insediamento nell’Isola di scorie radioattive". Sardegna Natzione indipendentzia propone che per protesta contro il progetto i consiglieri regionali e il presidente della Regione si presentino in aula indossando sul capo la tradizionale berrita. "Con un gesto semplice, cari eletti al governo della Sardegna", dice il coordinatore Bustianu Cumpostu ai consiglieri regionali, "avete l'occasione di interpretare l'indignazione del vostro popolo, far capire che in quest'occasione siete fermamente al suo fianco e che non permetterete che i suoi figli nascano con gli occhi spenti dal senso di impotenza e dal sangue malato". Il sito dell'Istituto di biologia e patologia nucleare, che fa capo al Cnr, è stato attaccato da hacker sardi. Sulla home page è comparsa una bandiera blu con l'effige dei 4 Mori e la scritta "No alle scorie nucleari in Sardegna". La home modificata (http://www.cube.ibpm.cnr.it) è stata in linea per alcune ore. Centinaia di lavoratori durante lo sciopero generale regionale hanno sfilato con una maglietta con lo slogan "sì al lavoro, no alle scorie". Scorsi scontri tra anarchici e giovani di estrema destra all'inizio della manifestazione a Cagliari. Una quarantina di anarchici sono venuti alle mani in piazza Garibaldi con una decina di manifestanti di Forza nuova. Sono volati colpi di bastone, calci e pugni. Il pronto intervento delle forze dell'ordine ha messo fine allo scontro nel quale sono rimasti feriti, in modo lieve, due giovani. Il 29 giugno nell’Iglesiente ci sarà una "catena umana". La Confesercenti della Sardegna, attraverso il segretario Carlo Abis, definisce una sciagura per l'isola l'ipotesi che possa essere scelta come luogo di smaltimento di scorie nucleari: "I sardi e tutto il mondo del commercio e del turismo devono ribellarsi unanimemente contro l'ennesimo sopruso ai danni della Sardegna e della sua popolazione". "I sardi hanno detto no alle scorie, con eccezionali ragioni. Ditecelo anche voi, diteci una parola chiara, dite che queste scorie non arriveranno mai", dice al Governo il capogruppo An nell'Assemblea sarda, Bruno Murgia. "Non abbiamo bisogno di sorrisi. Ma, per esempio, di una decisa azione del Governo per ridurre il peso del Fisco nel Mezzogiorno e aumentare competitività e attrazione di investimenti; una decisa azione sull'infrastrutturazione del territorio o, quantomeno, dato che siamo inseriti nella legge Obiettivo, una velocizzazione degli appalti. E poi, per concludere, due grandi accordi di programma su agroalimentare e ricerca. La nostra è un'isola che può produrre molte cose di qualità". "Le affermazioni rassicuranti del ministro Pisanu non ci rassicurano perché in realtà il commissario delegato per la sicurezza delle installazioni nucleari, nonché presidente della Sogin, Carlo Jean, ha totale carta bianca" afferma il deputato verde Marco Lion. "Mentre Pisanu lascia intendere che la decisione sarà politica, il commissario straordinario ha pieni poteri nella scelta del sito per lo stoccaggio dei rifiuti: si tratta di una contraddizione che merita una chiara spiegazione". L'ex presidente della Giunta regionale della Sardegna, Federico Palomba, in qualità di presidente dell'associazione Rinascimento Sardo ha presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi per ottenere l'annullamento dell'ordinanza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con la quale, il 7 marzo, sono stati conferiti poteri straordinari a Jean. La Caritas ha scritto una lettera a Berlusconi per una Sardegna senza scorie radioattive. L'intervento della Caritas mira a salvaguardare il patrimonio naturalistico di un'isola tra le più belle non solo del Mediterraneo che rischia di trasformarsi in un deposito di rifiuti radioattivi che si esaurirà solo fra 300mila anni. La destinazione più probabile del carico mortale sembrano essere le gallerie delle dismesse miniere del Sulcis-Iglesiente. Il Wwf, dopo "le rassicurazioni del Governo che annuncia un dibattito pubblico prima della scelta finale", lancia un appello: "Non abbassiamo la guardia", mettendo in allerta sul tentativo di "attendere che la spinta contestatrice esaurisca la sua energia, per poi imbastire una strategia di persuasione con l'obiettivo di convincerci della necessità di mandar giù il boccone avvelenato (è il caso di dirlo) qualora fosse la nostra isola la prescelta per ospitare il materiale radioattivo". Legambiente nazionale e regionale hanno intanto deciso di anticipare la campagna di Goletta Verde in Sardegna. L'arrivo dell'imbarcazione è stato fissato al 9 luglio (a Siniscola, nel Nuorese) e porterà sul fianco lo striscione "No alle scorie": in ogni porto, saranno poi organizzati iniziative, proteste e dibattiti sull'ipotesi del deposito nucleare in Sardegna. "Bisogna riconoscere la fondatezza delle ragioni delle migliaia di persone che stanno manifestando in Sardegna contro l’individuazione nell’isola del sito nazionale delle scorie radioattive, che è ormai più che un’ipotesi", asserisce il deputato verde Mauro Bulgarelli. "La Sardegna già ospita, suo malgrado, i sottomarini nucleari americani, il cui impatto ambientale è ancora avvolto dal mistero. Forse il sito prescelto per allocare le pericolosissime scorie è davvero sicuro, ma i 30 anni previsti per mettere in sicurezza le centrali sono davvero troppi, tant’è che viene da chiedersi perché non lasciarle dove sono. Troppi anche i rischi di trasporto in un isola, sia per gli abitanti, sia per i lavoratori coinvolti". Nel frattempo anche la Germania progetta di completare un piano di collocazione delle scorie nucleari entro fine anno. Ci sono già due discariche, a Gorleben e Ahaus, sufficienti a tutte le necessità di stoccaggio, ma ne viene progettato uno nuovo per ridurre i costi dovuti alle manifestazioni di opposizione degli antinucleari a ogni trasporto.
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