IRAQ: CAMP DARBY; SFILANO IN 50 MILA, BASE VIOLATA /ANSA CORTEO NASCE COME SCAMPAGNATA, VIVE TENSIONI MA SENZA INCIDENTI
ANSA (ALT) - 08/03/2003 - 20.17.00
(dagli inviati Patrizia Antonini e Paolo Mori)
- SAN PIERO A GRADO (PISA), 8 MAR - Due varchi nella rete di recinzione e una cinquantina di manifestanti che fanno sventolare le bandiere della pace all' interno della base militare Usa di Camp Darby: e' il segnale di chi, anche se ormai da' per scontato l' inizio della guerra, vuol far sapere che la partita non e' conclusa. I ''No War'', che oggi erano in 50 mila (la meta' secondo la questura, ma addirittura 100 mila secondo le valutazioni di alcuni mass media), continueranno con le loro azioni. Il prossimo appuntamento e' a Livorno, martedi', quando secondo la Cgil i portuali incroceranno le braccia rifiutandosi di caricare il materiale bellico sulle navi Usa. I pacifisti saranno fuori dai cancelli del porto per proseguire con il loro boicottaggio. Intanto annunciano che arriveranno anche a Roma, per circondare il Parlamento quando si decidera' il ruolo dell' Italia nella guerra preventiva degli Stati Uniti contro l' Iraq. LA BASE VIOLATA - Per due volte i manifestanti sono riusciti ad entrare all' interno della base militare. Il primo varco, nella recinzione di Camp Darby, e' stato aperto con un paio di cesoie nella zona del campo sportivo, ad un paio di chilometri dall' ingresso principale. Una cinquantina di manifestanti, tra questi anche un uomo con le stampelle, e' entrata nel campo facendo sventolare le bandiere della pace. Uno di questi e' riuscito anche a correre per un tratto, inseguito dai carabinieri. I manifestanti si sono poi ritirati all' invito delle forze dell' ordine, in tutto oltre mille unita', compreso il percorso del corteo. Alcuni momenti di tensione quando la rete e' stata forzata una seconda volta, dopo che le stesse forze dell' ordine avevano gia' richiuso il varco. Per allontanare i manifestanti i carabinieri hanno mostrato i manganelli. L' episodio e' stato criticato dagli organizzatori che , riprendendo gli autori del gesto hanno detto: ''Qualcuno non rispetta gli accordi''. La seconda violazione e' stata compiuta a ridosso dell' ingresso principale della base. Un gruppo di autonomi e anarchici ha strappato la rete ed uno di loro e' riuscito ad entrare e piantare una bandiera con i colori dell' iride. Poi, l' avanzare di carabinieri e poliziotti e l' intervento del servizio d' ordine del corteo ha fatto uscire il manifestante, ma sono continuati momenti di tensione perche' autonomi e anarchici volevano premere per entrare. Con il dialogo gli organizzatori hanno allontanato i violenti, ma solo dopo un fitto lancio di oggetti verso le forze dell' ordine. E' stato in questa fase che un fotografo e' rimasto fortuitamente ferito. IL CORTEO - Si e' concentrato fin dalle prime ore della mattina intorno alla basilica di San Piero a Grado in una atmosfera che aveva il sapore di una scampagnata per la pace. Tra zuppe, panini, salsicce arrostite e bicchieri di vino si e' consumata l' attesa di questa manifestazione, la piu' imponente organizzata a Camp Darby che lo scorso novembre aveva visto la pacifica protesta di poche migliaia di persone per il Social Forum di Firenze. Ad aprire il corteo un gruppo di donne, con corone di mimosa e olivo e lo striscione: ''Fuori la guerra dalla storia'', seguito da famiglie, adolescenti, anziani con i loro cagnolini al guinzaglio. Tra gli spezzoni del corteo quello del Foro contadino con un trattore carico di ramoscelli di olivo e mimosa, quello dei disobbedienti con un camion lungo 12 metri, ma anche uno striscione dei rom, la presenza delle madri di Plaza de Mayo e un furgone trasformato in carro armato. Molti gli slogan, tra i piu' gettonati ''Yankees go home''. I PERSONAGGI - Tra i manifestanti Dario Fo (che ha definito un po' troppo urlata in alcuni momenti la manifestazione, uno stile vecchio, sorpassato ed inaccettabile, meglio parlare, ha rilevato il premio Nobel), e Franca Rame, ma anche Mario l' anarchico che la sua prima manifestazione l'ha fatta nel 1952. Don Gallo che pensa a Camp Darby come a un luogo ideale per i giochi dei bambini; i parlamentari Verdi Paolo Cento (che si aggrappera' anche alla rete della base Usa) e Mauro Bulgarelli che annunciano una manifestazione intorno al Parlamento quando si decidera' il ruolo dell' Italia nella guerra. Presenti anche i parlamentari Marco Rizzo (Pdc) e Giovanni Russo Spena (Prc), oltre ai leader dei disobbedienti Nicola Fratoianni e Anubi D'Avossa che gia' pensano alle prossime azioni per rallentare il conflitto quando scoppiera'. Cosi' la pensa anche Piero Bernocchi, leader nazionale dei Cobas. Tra i personaggi anche un gruppo di statunitensi che ha esposto lo striscione ''Not in our name''. E poi Giovanni Impastato per il quale ''la lotta alla mafia va di pari passo con la ricerca della pace''. ANNODA LA BASE - Tra le iniziative anti Usa migliaia di pezzi di stoffa annodati alla recinzione della base e messaggi di pace. Molti anche gli striscioni appesi lungo la rete: da ''Meno Camp Darby e piu' campi d' erba'' a ''Berlusconi, Bossi e Fini fanno la guerra come Mussolini; da ''God Smash America'' a ''Una guerra in meno, Baudo al Pentagono, Bush a Sanremo. Tra i gesti simbolici il lancio verso la base di aeroplanini di carta con la scritta ''arrendetevi, siete circondati'' e un manichino che rappresenta un soldato americano con la faccia di Bush incendiato assieme ad una bandiera Usa. E poi la protesta plateale, ma innocua, di chi ha voluto manifestare il proprio disprezzo verso l' America facendo la pipi' lungo il perimetro della base. (ANSA). AN-MOI
