Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2003/04/261505.php Nascondi i commenti.

sulla piazza del 12 a Roma
by precar@ autorganizzat@ Wednesday, Apr. 16, 2003 at 2:44 AM mail:

... sui fatti della manifestazione nazionale contro la guerra di sabato 12 aprile a Roma.


Ieri, martedì 15 aprile il Corsera, nella pagina romana, parlando dei fatti accaduti durante la manifestazione, di sabato a Roma, contro la guerra in Iraq scrive: “Gli agenti della Digos confusi (infiltrati ndr) in mezzo al corteo li avevano filmati, sabato scorso, con discrezione, mentre loro, mascherati da black block, i passamontagna neri calati sul viso per risultare irriconoscibili, armati di spranghe, mandavano in frantumi i vetri blindati di Blockbuster, in Via Barberini.”
Che cosa significa “mascherati da black block ”?
Qual è la maschera del black- block?
Chi l’ha prodotta questa maschera ?
A quale fine viene utilizzata?
Chi la vende, la commercia, la spaccia? Il Corsera? Il Messaggero? I media in generale? L’ufficio stampa della Digos? I ROS?…chi!?

Segue nell’articolo: “...ora sono stati tutti identificati:13 giovani, appartenenti all’area romana antagonista, sono stati denunciati per danneggiamenti e violenza privata.[…] I tredici identificati verranno tutti iscritti nel registro degli indagati, l’inchiesta comunque è solo all’inizio…”.
“Area antagonista romana…”. Il Corsera prosegue nel suo servizio di disinformazione parlando di aree. L’analisi che prevede l’inserimento delle individualità in scatole e categorie “classiche” è insufficiente…anarchici, disobbedienti, area antagonista…non sono queste le prospettive reali del movimento e della sua evoluzione in quanto sta prendendo sempre più spazio l’autotomia dei soggetti, la loro espressione, la loro auto-organizzazione.

Diamo piena solidarietà a tutte le pratiche di antagonismo di piazza, nelle loro multiformi modalità, verificatesi sabato 12 aprile a Roma durante il corteo contro la guerra.

Le vetrine del sistema post-fordista che cadono frantumate dai nostri sogni e dai nostri desideri sono l’espressione di una radicale opposizione alla guerra sociale permanente oltre che alla guerra globale. Distruggere una vetrina non è cieca violenza ma un gesto che colpisce l’immagine e il simbolo del capitale e del libero mercato. Non riconosciamo la legalità di chi legittima massacri preventivi, umanitari e democratici.. Creare modalità di conflitto in piazza, come nel quotidiano, in un corteo, come nel proprio territorio, ha l’obbiettivo di evidenziare i rapporti di forza che lo stato di precarietà ci impone. Non crediamo alla Pace intesa come pacificazione sociale, né nell’ordine come repressione del dissenso e delle sue forme di espressione.
Per noi la guerra non è lontano, per noi la guerra è qui, è ora, è su di noi. La guerra per noi si chiama GUERRA SOCIALE PERMANENTE. E’ la guerra di chi viene represso nelle gabbie salariali, di chi rimane strozzato dalla precarietà del lavoro, dalla esternalizzazione della produzione, di chi non ha una casa, di chi non ha un reddito, di chi non ha accesso alla comunicazione, di chi non può auto determinarsi, auto formarsi, di chi non può scegliere, di chi non ha tempo, né spazi di vita.

Contro la guerra sociale consideriamo legittime le azioni che esprimano conflitto verso il sistema post-fordista che le pone in essere.


Precar@ Auto-organizzat@

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

Appoggio
by C. Wednesday, Apr. 16, 2003 at 2:58 AM mail:

Totale appoggio ad ogni azione di lotta.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
....
by ..... Wednesday, Apr. 16, 2003 at 8:49 AM mail:

Credo molto onestamente che i fatti del 12, non siano stati atti di sabotaggio delle aziende che finanziano la guerra, perchè basta verniciare i vetri (invece che spaccarli) e quelli sono gia di per se inutilizzabili, in questo modo hai creato un danno senza dare aggancio alla polizia per reprimerci alle prossime manifestazioni. Credo invece che quel gesto, sia servito a regolare discussioni interne! E se per regolare le nostre discussioni, dovete usare la violenza, non arriveremo mai da nessuna parte!

Un compagno che c'èra

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
E' importante colpire i simboli del capitalismo o prepararsi attraverso un lavoro nella ma
by tato Wednesday, Apr. 16, 2003 at 11:22 AM mail:

Cari compagni il punto centrale credo sia di prepararsi sin da adesso ad affrontare le sfide che il capitalismo globale e le istituzioni statali ad esso fedeli stanno lanciando all'intera umanità lavoratrice.
Viviamo in una fase in cuigli effetti del turbo capitalismo stanno sempre di più rendendo la vita impossibile alla stragrande maggioranza dell'Umanità: Nel Sud del mondo guerra, rapina e sfruttamento, nel Nord guerra razzismo precariato. Per non parlare degli effetti nocivi di questo sistema sociale, inquinamento, morbo della mucca pazza, cibi modificati geneticamente per accrescere i profitti contro la salute delle persone. Decrato sociale, droghe sempre più devastanti, pedofilia traffico di organi ecc. ecc.
A questa embrionale crisi sistemica la classe dominante cerca di rispondere da una parte con la forza (come sempre nella storia delle classi in declino. Impero romano, santa inquisizione ecc.)dall'altro attraverso la carota ovvero cercando di affascinare i soggetti attivi dela società ad un progetto reazionario che faccia scontrare i proletari attaverso due schiramenti borghesi imperialisti. ( nella seconda guera mondiale le nazioni fasciste borghesi contro le nazioni "antifasciste") il risultato fu 80 milioni di proletari che si scannarono tra di loro e un sistema capitalistico reazionario rinvigorito e più determinato contro le masse oppresse e lavoratrici (l'Iraq e Genova sono solo l'inizio di quello che si prepara)
Come contrastiamo ciò innanzitutto allargando il fronte di resistenza contro il capitalismo globalizzato. Saldando la lotta e la resistenza delle masse oppresse del sud del mondo con i proletari e i lavoratori che anche qui iniziano a capire che si prepare un futuro di precarietà e incertezza della vita e di sangue da versare per la patria. Rispetto a tutto ciò e poco determinante colpire i simboli del capitalismo occorre prepararsi sul piano politico di classe affinche la classe nella sua massa si prepari a mettere k.o il capitalismo per soppiantarlo con un altro sistema sociale basato sulla cooperazione la solidarietà e soprattutto contro il mercato e la concorrenza.
Il proletariato può emancipare se stesso nessuno può pensare di sostituirsi o ergersi a giustiziere o vigilantes della classe che tutto produce.
Rispetto a ciò vi pongo una domanda è più efficace contro i poteri costituiti rompere una vetrina,o organizzarsi e far partecipare in massa i lavoratori immigrati contro la guerra e il razzismo ( voglio ricordarvi che sabato 29 a Torino gli immigtrati in 2000 hanno partecipato alla manifestazione contro la guerra. Ebbene la polizia li ha caricati soprattutto per impedire che si unissero ai manifestanti italiani. Dopo quell'accaduto gli immigrati sono stati lasciati da soli e la manifestazione indetta il sabato successivo è stata annullata - dagli italiani perchè per una legge fascista per indire una iniziativa occorre essere cittadini italiani- ( il fascismo ha perso la guerra ma ha vinto il dopo guerra "antifascista")

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
x il compagno che c'era
by clara Wednesday, Apr. 16, 2003 at 12:53 PM mail:

Condivido la tua impressione e credo anche di aver capito a quali questioni interne ti riferisci, in particolare se parli anche di episodi precedenti che hanno visto coinvolte più o meno le stesse persone e più o meno in situazioni simili a quella di sabato.
Inoltre credo che se ci sono scazzi tra compagn* è bene evitare di risolverli in piazza dove una di queste volte capita che a farne le spese sarà qualcun* che non c'entra niente e magari non conosce neanche i motivi delle discussioni.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
condivido anche io
by unA che c'era Wednesday, Apr. 16, 2003 at 2:21 PM mail:

condivido anche io quest'impressione, anzi ne sono certa; lascio i commenti a chi ne ha voglia.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.