Il comune decide la «tolleranza zero» per chi occupa le case popolari. Nonostante gli affitti nel capoluogo lombardo siano tra i più alti d'Italia CINZIA POLINO MILANO Tolleranza zero contro chi occupa abusivamente le case popolari. Cento sgomberi in sei mesi. E' la guerra contro gli abusivi lanciata dal comune di Milano. E mentre nelle cronache locali si raccontano le storie di chi approfitta dell'estate per occupare gli appartamenti di chi è andato in ferie, il vicesindaco Riccardo De Corato assicura che a Milano da qualche mese «è iniziata un'attività sistematica di contrasto delle occupazioni. E andrà avanti». Ma perché si occupa? Una recente graduatoria ha inserito Milano tra le 12 città più care al mondo, gli affitti nel capoluogo lombardo sono i più alti d'Italia. Secondo i dati Sunia di inizio anno i milanesi pagano da un minimo di 400 a un massimo di 1.100 euro per un monolocale, mentre si passa da 900 a 1.900 euro per una casa di tre stanze. Per coloro che non possono permettersi queste cifre prosciugastipendio, il ricorso all'edilizia pubblica potrebbe essere una delle soluzioni.
A Milano vivono in alloggi popolari 63.000 persone, una su tre è un anziano, il 6% è straniero e il 12% degli inquilini è moroso. Ma bisogna fare i conti con un dato ancora più scoraggiante: nel 1999 e nel 2002 ci sono state circa 25.000 domande per alloggi, e solo 5.989 assegnazioni da parte del Comune. A questo si deve aggiungere che nel 2003 l'Aler, per assenza di finanziamenti regionali, non costruirà neanche una casa (ne ha costruite solo 465 in cinque anni) e che quest'anno il Comune di Milano ha dato in concessione alla Commissione alloggi appena 260 nuovi appartamenti.
La fame di case popolari è destinata ad aumentare se si pensa che sarebbero oltre 3.700 il numero degli alloggi Aler vuoti (dati studio di bilancio 2002), non assegnati sia per la lentezza burocratiche delle procedure comunali, sia per la carenza di manutenzione. Risultato: le occupazioni abusive sono in aumento, a Milano sono 2500 (il 4,45% degli alloggi). Milano è al quarto posto dopo Napoli (32,71%), Roma (13,79%), Bari (5,78%) e prima di Genova (1,8%). Anche l'Aler parla di abusivismo in crescita: 1.757 nel 2001, 1.880 nel 2002 e altre 320 occupazioni rilevate da inizio anno sino al quindici luglio. Solo ad agosto ci sono state 37 occupazioni. Tutti alloggi vuoti. In un solo caso, assicura l'Aler, un inquilino tornato dalle ferie si è trovato la porta del proprio appartamento sfondata e quell'occupazione è stata sventata, così come altre 19.
L'Aler in quanto azienda autonoma dipende dalla Regione, che ne decide i finanziamenti e ne nomina il presidente (dopo il periodo di commissariamento il presidente è Luciano Niero). Subentrata nel 1996 all'Istituto autonomo case popolari, ha mantenuto le fasce di affitto secondo i redditi: da un minimo di 19 a un massimo di 244 euro, spese escluse, che potrebbe decidere di aumentare a settembre. L'Aler si trova a dipendere massicciamente dai finanziamenti della Regione per i lavori di manutenzione, anche perché il 40% di quanto ricavato dagli affitti se ne va in Ici: il Comune di Milano, a differenza di altri, non ha infatti esercitato la possibilità di applicare l'azzeramento della tassa sugli immobili per chi affitta a canone concordato.
Nei giorni scorsi il presidente della Regione Roberto Formigoni e l'assessore alle Politiche per la casa Carlo Lio hanno annunciato il piano di interventi per il 2004: 240 milioni andranno per le opere di costruzione e manutenzione, 38 milioni per il fondo a sostegno degli affitti. Però lo scorso luglio la giunta si era impegnata a trovare finanziamenti equivalenti a 800 euro, somma pari ai fondi ex-Gescal. Insomma le case popolari sono troppo poche e costano sempre di più perché risultano insufficienti le misure per rendere più abbordabili gli affitti, mentre i salari e le pensioni stanno progressivamente perdendo potere d'acquisto. Non vengono costruiti nuovi alloggi e non vengono ristrutturati quelli che già ci sono, che in questo modo restano vuoti. L'abusivismo risulta così la punta dell'iceberg di un problema più complesso. Ma sono le occupazioni che preoccupano la giunta di Albertini. Lo scorso maggio, durante un vertice in Prefettura, il Comune, la Regione e Aler hanno proposto misure straordinarie per la sicurezza contro l'abusivismo. Tra queste l'installazione di telecamere per la videosorveglianza nei quartieri di San Siro (29 telecamere), Stadera (9) e Fulvio Testi (7), ai quali dovrebbero aggiungersi otto camper tecnologici con agenti di polizia. Ed è questa l'unica promessa concreta che la giunta ha ribadito anche in questi giorni d'estate.
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