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Riflessioni su Roma 4 ottobre
by csoaAskatasuna#TO Tuesday, Oct. 07, 2003 at 10:55 AM mail: askatasuna@ecn.org

Riflessioni su Roma 4 ottobre

La giornata del 4 ottobre a Roma ci consegna alcune valutazioni su cui riflettere. E’ innegabile che rispetto all’avvenimento che avevamo davanti la risposta numerica della mobilitazione è stata ben poca cosa ( non sicuramente i 50.000 che alcuni quotidiani hanno stimato). E questo deve essere valutato con la giusta comprensione dei processi e della realtà che abbiamo davanti; qualcuno parlerà di stanchezza nella rincorsa dei vertici, dopo la manifestazione qualcun altro sarà sempre pronto a parlare della violenza e della non violenza come nodi fondamentali nella mobilitaziona. Crediamo invece che le cose stiano in maniera diversa, che la partecipazione in forme minime di alcune aree, lo sfarinamento della “società civile”, lo stato di coma dei Social Forum, la manifestazione sindacale separata, Cofferati, correntoni e girotondi appagati di altre spiagge, siano il sintomo di come il “movimento dei movimenti” sia in discesa, e che lo sia non per le pratiche di piazza, che dopo Genova hanno visto scendere in campo pompieri di tutte le risme, unità di crisi, e pratiche concertative nei rapporti con le questure e il governo, ma per i contenuti e i fini che perseguono. Di fronte c’era la Costituente Fortezza Europa, unita solo sulla repressione e sui denari, c’era lo stile littorio dell’Eur dove Berlusconi si compiaceva nel far gli onori di casa, proprio lui rappresentante di quel governo che porta i più grandi attacchi alle condizioni di vita, ai redditi, che sgretola diritti quotidianamente, lo stesso rappresentante di quel governo che è giudicato il miglior alleato, per la sua supinità, di Bush, Sharon e Blair . Dall’altra , e qui sta una piacevole novità, una piazza non celebrativa, ne tantomeno neo riformista o pacificata. Una miscela di soggettività, spontanee in maggioranza, propense a percorrere una strada diversa da quella della lotta nella cabine elettorali. Così fin dal mattino, quando il blocco del precariato sociale ha portato 400 compagni/e nei blocchi stradali per il quartiere San Paolo, praticando il proprio obbiettivo contro il lavoro in affitto, sviluppando protagonismo sociale e visibilità, si è dovuta scontrare con i rastrellamenti e le cariche dei poliziotti di Serra e Pisanu, che quando non ci sono le telecamere non offrono di certo”latte e biscotti”.Così 32 compagni/e di Roma, Palermo e Torino e di altre città, sono stati fermati e rinchiusi in questura fino a tarda serata.
Al pomeriggio la presenza in piazza di uno spezzone anticapitalista, antimperialista e aree libertarie, nonostante lo sciacallaggio di alcuni quotidiani, e il maldestro oscuramento del proprio appello, ha partecipato attivamente alla manifestazione.
E poi il corteo verso il palazzo dei congressi dove tra ali di poliziotti, carabinieri e finanzieri, cecchini sui tetti e tre elicotteri sempre presenti abbiamo raggiunto la meta ben protetta dei capi di stato. Qui la situazione ci ha dato segnali nuovi, dal fronteggiamento nei confronti degli eserciti a difesa dell’Europa Fortezza da parte dei disobbedienti zapatisti, sempre stretti fra sedi di partito e centri sociali, fra la movida e una radicalità che però apre spazi diversi. Rimane sempre in primo piano la debolezza che attraversa le migliaia di giovani che dal mattino hanno animato la giornata, rimane quella debolezza, quella tensione nell’esprimere una soggettività antagonista capace di stare e modificare i processi di parte capitalista e arricchire e radicalizzare quelli di parte sociale.
In sostanza pensiamo che da Roma debba partire l’autunno di lotta, per cacciare dalle piazze il governo Berlusconi, pretendendo il ritiro delle truppe mercenarie italiane nell’Iraq, a fianco delle resistenze dei popoli iracheno e palestinese. Gli spazi che ha aperto Roma sulla scia di Evian e Salonicco, sono gli spazi sociali di rottura su cui continuare a costruire la mobilitazione antagonista nel nostro paese, rilanciando movimenti che siano capaci di trasformare la grossa e vasta mobilitazione cresciuta sui temi della lotta alla globalizzazione capitalistica e alla guerra, in lotte sociali capaci di radicarsi nel territorio, nelle scuole, nei posti di lavoro per la difesa degli interessi proletari.La strada da seguire, vecchia e nuova che sia, rimane quella dei movimenti, della contrapposizione di classe, dell’apertura di spazi di autonomia e contropotere all’interno di questa società, proprio qui nell’occidente industrializzato.
centro sociale Askatasuna torino
Cento sociale Murazzi torino
Network antagonista piemontese

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E questa sarebbe una riflessione??
by treA Tuesday, Oct. 07, 2003 at 12:43 PM mail:

Ma prima di chiamarle 'riflessioni' le avete rilette? Non ci si capisce una sega. L'unica cosa che si legge e' che ci sono i disobbedienti in crisi. Ma la crisi non e' solo loro, e' di tutti. 400 compagni vi sembrano una gran cosa? Ma se a Genova ce ne erano decine di migliaia!

E, dulcis in fundo...

"In sostanza pensiamo che da Roma debba partire l’autunno di lotta, per cacciare dalle piazze il governo Berlusconi, pretendendo il ritiro delle truppe mercenarie italiane nell’Iraq, a fianco delle resistenze dei popoli iracheno e palestinese"...

siiiiiiiiii.. questo lo vogliono tutti! Ma come arrivarci? Facendo cosa? Come, chi ed intorno a cosa aggregare le persone?

Basta slogan, basta gioire delle disgrazie altrui: a che cazzo serve se non al proprio (sempre piu' misero) orticello???

SBRINATE I CERVELLI!!

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?????
by un torinese Tuesday, Oct. 07, 2003 at 4:54 PM mail:

proprio una riflessione interessante...

dire che la manifestazione di roma sia stata un successo è proprio non voler guardare in faccia la realtà.
vuol dire guardare il proprio orticello, come del resto l'aska sempre fa (e non è certo l'unico a farlo).
vuol dire affermare "eravamo due o tre più di voi, e quindi abbiamo vinto".

ma dove??

a roma si sono viste somme di miserie, strategie di piazza inutili e dannose da tutte le parti (da rifondazione ai disobbedienti agli autonomi).

però è sempre bello poter pensare "siamo comunque più fighi degli altri e delle altre", vero?

invece di interrogarsi seriamente su errori ed incertezze compiuti (cosa che per ora ho visto fare in parte solo dai disobbedienti), continuiamo a vantarci delle nostre miserie.

complimenti, è proprio così che si costruiscono e si difendono gli "interessi proletari" di cui parlate.

PS svecchiare un po' il lessico non sarebbe male...

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strategie vincenti
by massim Tuesday, Oct. 07, 2003 at 7:32 PM mail:

Mi sembra che in occasione della manifestazione di Roma le strategie vincenti siano state quelle della repressione. Una sinistra ridotta a torre di babele, uno scazzo dovuto alla morte dei facili entusiasmi, un senso soffuso di paura, retoriche confuse, mancanza di unita' e soprattutto di cameratismo, il seppellimento della genuinita' della ideologia marxista senza la nascita di una alternativa efficace, un unione piu' di antiideologia, e tutte le porcate del potere per mettere i bastoni fra le ruote ai manifestanti, che alla lunga sembrano funzionare. Senza parlare della costante conflittualita' nei commenti del giorno dopo. La sinistra sembra ormai il classico "volgo disperso che pace non ha". Rivedetevi

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la mia riflessione su roma
by teo Tuesday, Oct. 07, 2003 at 11:48 PM mail:

premetto che concordo in pieno con torinese.

<<E’ innegabile che rispetto all’avvenimento che avevamo davanti la risposta numerica della mobilitazione è stata ben poca cosa>>

<<non per le pratiche di piazza>>


non per le pratiche di piazza???

forse non vi siete mai messi a pensare che se le vostre azioni consistono nello sfasciare le agenzie interinali che pure sono un obrobrio per come vengono utilizzate (a dismisura) la gente continuerà a credere alle menzogne dei mezzi d'informazione e non alle nostre (perchè è facile generalizzare e insinuare nella gente il binomio noglobal-vandalo anche se solo una parte del movimento pratica azioni che se non spiegate vengono percepite come puro vandalismo) ragioni.

non mi pare difficile da capire, il consenso dell'opinione pubblica si ottiene avvicinandosi ad essa nei linguaggi e nelle pratiche (senza però perdere le proprie idee) non cercando di attrarre a se la gente in modo indottrinatorio come fate.

<<sviluppando protagonismo sociale e visibilità>>

qiondi in pratica per spiegare le proprie ragioni bisogna farsi vedere?
già questo mi pare sbagliato, i protagonisti non siamo noi, i protagonisti devono essere le persone che sono ancora lontane da noi per i soliti motivi e noi abbiamo il compito di fornire gli strumenti a queste persone per capire.

e poi anche fosse se bosogna farsi vedere almeno lo si faccia tenendo conto della disinformazione contro cui poi si protesta=farsi vedere in modo da dare un'ammagine di un movimento radicale ma coerente e non dedito alla violenza ingiustificata, non perchè così è, ma perchè così appare e finchè non ci si prenderà la briga di spiegare e comunicare con la cittadinanza tutte le pratiche più radicali saranno rifiutate in blocco da chi si trova costretto senza saperlo a ragionare con la mente di berlusca.

<<lo sciacallaggio di alcuni quotidiani>>

finchè non si inizierà a controinformare decentemente la gente per giudicare avrà solo gli strumenti offerti da questi giornali.

<<disobbedienti zapatisti>>

qualcosa contro gli zapatisti?
per te che scrivi gli zapatisti sono per forza disobbedienti?
non dovevi toccarmi questo argomento in questo modo.
lascia stare gli zapatisti non c'è nulla di meno atto a ricevere semplicistiche e infantili generalizzazioni.
disobbedienti e zapatisti sono due cose diverse, magari si toccano ma quello che hai detto non significa niente se non che ti piace fare di tutta l'erba un fascio.


<<rilanciando movimenti che siano capaci di trasformare la grossa e vasta mobilitazione cresciuta sui temi della lotta alla globalizzazione capitalistica e alla guerra, in lotte sociali capaci di radicarsi nel territorio, nelle scuole, nei posti di lavoro>>

se andate avanti a indottrinare la gente sulle vostre idee sperando un giorno che tutti si alzino antagonisti, egemonizzare i movimenti spontanei nè più ne meno di quanto facciano i partiti contro cui lottate, generalizzare coi vostri teoremi che vi rendono "gli unici veri" del movimento
LA GENTE NON VI SEGUIRA' SEMPLICEMENTE PERCHE' VOI NON DATE LORO GLI STRUMENTI GIUSTI PER FARLO.


<<per la difesa degli interessi proletari>>

per esempio il lingueggio magari potrebbe essere rimesso un po' al passo coi tempi, non dico di perdere la sostanza questo mai e sicuramente voi non ne avete il problema perchè comunque rimanete uno dei pochi centri sociali che come soggetto politico funzionano bene, giusto perchè se usate queste parole la gente o non capisce o ci ride sopra.


teo

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aiuto
by esaltato Wednesday, Oct. 08, 2003 at 3:20 AM mail:

l'occidente industrializzato??????
ma de che state a parlà???? palrate de precariato e poi de occidente industrializzato...che confusione, anzi che socialconfusione...meno male che poi parlate de blocco del precariato...

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basta denigrazioni!
by askafan romano Wednesday, Oct. 08, 2003 at 3:11 PM mail:

Se non avete critiche poltiche da fare al comunicato dell`Aska, uno dei pochi csoa che invece FA politica, lasciate stare la tastiera.
Si puo` condividere o meno, ma comincia a sembrare che qui emerge solo la paura di non essere gli unici protagonisti della piazza. In questo senso hanno ragione i compagni del Network che con il 4 si e` aperta una stagione nuova.

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...
by un torinese Wednesday, Oct. 08, 2003 at 5:42 PM mail:

scusa puoi argomentare quello che dici???

dove poi ai visto o letto paure di non essere protagonisti, sarebbe poi anche bello saperlo.

l'aska fa politica, certamente. il problema per me è COME la fa e quali contenuti porta avanti. COME si rapporta con gli altri e le altre che fanno politica a torino. COME propone i proprio contenuti.

quanto poi ai contenuti stessi, penso non sia questa la sede per discuterne. posso solo dire che le pratiche dell'askatasuna, il linguaggio da loro usato, e le idee che si rifanno all'autonomia operaia, non mi trovano d'accordo e non riescono a coinvolgere le persone. sono idee legate a modalità vecchie del fare politica, non attualizzabili in questo modo.

proprio sul comunicato poi ho ancora qualcosa da dire. mi sembra infatti veramente delirante l'affermare che sabato scorso abbia rappresentato una vittoria per il movimento e la nascita di un nuovo periodo.

30000 persone sono una vittoria?
una contromanifestazione con tempi e modi dettati da "loro" è una vittoria?
una Adecco distrutta è una vittoria?

ma dove???

a roma purtroppo si è potuto fare solo quello che hanno voluto "loro". il contentino che ci lasciavano quando non eravamo troppo presi dai nostri scazzi.

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aska e europposizione??
by askasupporter Wednesday, Oct. 08, 2003 at 6:09 PM mail:

"Al pomeriggio la presenza in piazza di uno spezzone anticapitalista, antimperialista e aree libertarie, nonostante lo sciacallaggio di alcuni quotidiani, e il maldestro oscuramento del proprio appello, ha partecipato attivamente alla manifestazione."

ma quindi aska sta nell'europposizione??
se è così mi fanno schifo !!
ma avete letto i comunicati su indy ??

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europposizione????
by a Wednesday, Oct. 08, 2003 at 6:19 PM mail:

sarebbe bello saperlo dall'aska...

se l'aska fa parte di europposizione, è scaduta proprio in basso!!!!

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ma fatevi i cazzi vostri
by ekin Wednesday, Oct. 08, 2003 at 8:08 PM mail:

e che palle sempre a criticare,ma mai sul piano politico,ma chi cazzo siete?perchè un csoa come l'askatasuna(al quale va massimo rispetto per quello che produce da anni)dovrebbe spiegarvi se era nell'europposizione o no?Ma chi cazzo siete?Le compagne e i compagni dell'aska hanno di meglio da fare che stare a rispondere a gente frustrata come voi,che anzicchè produrre qualcosa di politico,scassano i cazzo a quelli che producono!BASTA!!
e pensi che a* compagn* dell'aska possa interessare minimamente che a un microbo patetico come te possano fare schifo o meno? CMQ A ME FANNO SCHIFO GLI SBIRRI E I FASCI,NON I COMPAGNI!!COGLIONE,VA CAGA

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"lasciateci lavorare"?
by senza- Thursday, Oct. 09, 2003 at 1:56 PM mail:

Certo, scusate, grande errore criticare la mitica dirigenza askatuniana!

Perche' loro hanno di meglio da fare che discutere delle critiche che ricevono...

..certo, se poi sono loro a criticare gli altri, verrebbe da pensare che gli si possa rispondere.. ma no, se lo fai sei solo un "microbo patetico"!!

insomma, "lasciateci lavorare"... fino alla prossima discesa in campo!

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e poi...
by in + Thursday, Oct. 09, 2003 at 2:02 PM mail:

mitica la frase: "pensi che a qualcuno dell'aska gliene freghi qualcosa.."

Ti assicuro che nessuno lo pensava... perche', in verita', e' assodato e risaputo da anni che l'unica e sola cosa che interessa ai capi dell'aska e' la loro sopravvivenza politica: "con ogni mezzo necessario!!!"

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ma...
by ma... Thursday, Oct. 09, 2003 at 3:18 PM mail:

Dal sangue nascerà la nuova storia del comunismo!!!
Dal sangue nascerà la nuova storia del comunismo!!!

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chiarezza
by chiarezza Thursday, Oct. 09, 2003 at 3:23 PM mail:

E be' c'è chi fa il duro, e chi parla,sparla,va a cena con sbirri, prefetti,questori,giornalistiavvoltoi...
Basta con i teatrini di piazza e con gli intrallazzi da infami e concertativi!!!
P.S. ovviamente erano chiamati in causo tutti i RAFANIELLI(rossi fuori,bianchi e infami dentro)di rifunda-tute bianche-socialforumdefunti.ecc..

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Impastiamoli!
by Luther Thursday, Oct. 09, 2003 at 4:33 PM mail:

Impastiamoli!...
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Contro lo sciacallaggio delle individualità!
Scegli la faccia da infilare sotto la torta!!!
Esempio:
http://bioticbakingbrigade.org/bbbgallery2.html

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aska
by uno di torino Thursday, Oct. 09, 2003 at 5:38 PM mail:

alla'aska non importa una cippa di discutere. questa è la realtà. se li critichi, o non vali niente, o sei un riformista cagasotto.

penso che in questa occasione le critiche siano piuttosto contenutistiche e non per partito preso. sinceramente il comunicato faceva proprio pena, e le critiche che gli sono giunte rispecchiavano ciò che era: privo di contenuti.

se uno critiche l'aska, penso lo faccia perchè è proprio penoso vedere un csoa con così tante potenzialità, che viene utilizzato per i giochetti dei capi askatasuni, che non portano mai nessun tipo di contenuto nelle loro azioni, o se i contenuti ci sono non riescono ad adattarsi alla società odierna: sono vetero.

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uno di torino
by un altro di torino Thursday, Oct. 16, 2003 at 4:32 PM mail:

mi fa ridere chi parla di mancanza di contenuti per poi rivolgere dele critiche così sterili, facendo discorsi sui capi. L'Askatasuna va criticata e penso accetti anche di esserlo, solo che internet, l'anonimato, indymedia non penso siano i luoghi adatti. Qui la critica è fin troppo facile, è anonima e non rappresenta quasi mai la realtà. Le critiche si fanno guardandosi prima di tutto e su questo le si rivolgono agli altri. Quanti criticano sul nulla, quanti non fanno nulla per le lotte e i movimenti.
meditate corvetti vari: chi parla parla alla fine resta zitto...

torino rebel's

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askatasuna e retorica
by antiretorica Saturday, Oct. 18, 2003 at 12:06 PM mail:

senti ribelle di sto cazzo.

penso che anche internet possa rappresentare uno spazio di critica.
veniamo ai fatti.

i fatti sono che dopo lo sgombero del '99 (e ti assicuro che c'ero), aska ha cominciato nei fatti a delirare.
ci si è arroccati sull'autonomia operaia, che è un insieme di pratiche e progetti politici, che ora come ora non stanno più insieme. la realtà sociale e politica di torino è molto mutata negli ultimi anni. gli operai come erano comunemente intesi, oggi sono una minoranza e non riescono neanche più a coinvolgere torino, quando rischiano di essere buttati fuori dalla fiat. si sono affacciati nuovi attori sociali, è innegabile. e l'aska continua a rivolgersi sempre alle stesse categorie politiche.
per questo sono vetero. quando mi si viene a parlare di proletariato nell'anno 2003, mi si deve spiegare dov'è oggi questo proletariato. io sono convinto che esista un (sotto)proletariato urbano, ma che esso non sia assolutamente più ciò che poteva essere 30 anni fa. oggi l'ideologia del mercato ha vinto su queste fasce di popolazione, e se tut ti rivolgi ai proletari, questi manco ti cagano.

il problema è quindi di non riempirsi la bocca con retorica, ma di trovare modalità nuove in grado di creare consenso, mantenendo il conflitto. cioè di coinvolgere la gente, non scadendo nel riformismo.

si può poi continuare, parlando ad esempio del CUA (Collettivo Universitario Autonomo), ma per ora mi fermo.

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