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http://italy.indymedia.org/news/2003/10/402478.php Nascondi i commenti.

Domani ambasciata Americana
by Associazione AZAD-Liberta' èper il popolo kur Wednesday, Oct. 15, 2003 at 6:53 PM mail: ass.azad@libero.it

Per il diritto alla vita dei kurdi e del Presidente del kadek A. Ocalan

domani mattina dalle 10.30 di fronte l'ambasciata Americana di Roma in via Veneto si svolgera' un sit in della comunita' kurda di roma che chiede pace in Kurdistan e in medio oriente e salvaguardia dei diritti umani ,nonche' liberta' per il Presidente del kadek(ex pkk) A. Ocalan.
(segue appello e primi firmatari )


Appello per il trasferimento e la tutele dalla vita di Abdullah Ocalan!

Destano continua e crescente preoccupazione le condizioni di salute di Abdullah Ocalan, recluso ormai da quasi cinque anni nell’isola di Imrali, senza che gli sia consentito di incontrare i suoi avvocati e senza la possibilità di visite mediche da parte di sanitari indipendenti.

Sembra anzi di poter affermare che è in atto una spietata strategia volta alla liquidazione fisica del leader kurdo, come del resto esplicitamente ammesso da un generale turco durante una riunione a Bruxelles, in una dichiarazione che è stata ripresa dalla stampa turca.

Se tale scellerata strategia avesse successo si realizzerebbe una vera e propria catastrofe. Siamo infatti convinti che il destino personale di Ocalan sia fortemente intrecciato con quello della pace in Turchia e nell’intera regione medio-orientale. Il contributo che il leader kurdo può offrire appare estremamente prezioso nel momento in cui si evidenzia il fallimento della strategia unilateralista degli Stati Uniti e crescono di giorno in giorno le difficoltà per la pace. Sarebbe drammatica, in tale contesto, una ripresa del conflitto del Sud-Est della Turchia che deve essere evitata salvaguardando la vita di Ocalan e con il riconoscimento dei diritti del popolo kurdo e un’effettiva democratizzazione dell’intera Turchia.

Ciò appare indispensabile per risolvere in modo pacifico la questione kurda e porre le premesse della pace nell’intera regione, della democrazia in Turchia e dell’ammissione della stessa nell’Unione europea.

Quest’ultima ha importanti responsabilità. Il dialogo con la Turchia deve proseguire nella prospettiva dell’ammissione, ma a condizione che rilevanti avanzamenti siano effettivamente realizzati sulla strada della tutela dei diritti umani e dell’instaurazione dello Stato di diritto. Non possono essere tollerati pericolosi arretramenti e reviviscenze di un conflitto che va superato nella prospettiva del pieno accoglimento dei principi democratici.

Ancora più consistenti, sono, al riguardo, le responsabilità, anche morali, dell’Italia, Paese che a suo tempo accolse Ocalan e gli concesse, sia pure tardivamente, asilo politico con una sentenza del Tribunale di Roma. Oggi, che l’Italia è in prima fila nel caldeggiare l’ammissione della Turchia all’Unione europea, il suo governo deve chiedere con forza a quello di Ankara il pieno rispetto dei diritti umani, ivi compresi quelli di Ocalan. Chiediamo inoltre che sia lo stesso Presidente della Repubblica, in quanto supremo garante dell’ordine costituzionale e dell’onorabilità del nostro Paese in sede internazionale, a farsi carico di un passo in questo senso presso il governo turco.

Ciò, tanto più che il trattamento riservato al leader kurdo, con una detenzione in isolamento che dura oramai da quasi cinque anni, appare vietato dalle Convenzioni europee e internazionali applicabili.

In tale prospettiva, chiediamo che una delegazione di avvocati e di medici, con la partecipazione del Comitato contro la tortura del Consiglio di Europa, possa recarsi ad Imrali per accertare le condizioni di salute di Ocalan. La visita del Comitato appare necessaria ed opportuna se si considera che il suo mandato, stabilito dall’art. 1 della Convenzione europea contro la tortura è quello di esaminare il trattamento delle persone private della loro libertà al fine di rafforzare, se necessario, la tutela di tali persone dalla tortura e da trattamenti o punizioni disumane o degradanti.

Chiediamo inoltre, unendoci all’appello lanciato da Amnesty International e da altre organizzazioni per la tutela dei diritti umani la fine immediata della condizione di isolamento di Ocalan e l’adozione di ogni misura volta a garantirne l’incolumità e la salute.


Primi firmatari:

Avv. Arturo Salerni, Avv. Luigi Saraceni, Avv. Giuliano Pisapia, Avv. Carmine Malinconico, Avv. Desi Bruno,

Fabio Marcelli e Domenico Gallo (Giuristi democratici), Angela Belli (Ass. AZAD), Davide Berruti (Associazione per la Pace),

Gennaro Migliore, On. Fausto Bertinotti, On. Ramon Mantovani, On. Elettra Deiana, On. Giovanni Russo Spena, On. Franco Giordano, On. Graziella Mascia, On. Nichi Vendola, Sen. Tommaso Sodano, Sen. Luigi Malabarba,

Piero Bernocchi (Cobas

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comunicato UIKI
by asterix Sunday, Oct. 26, 2003 at 12:05 PM mail:

Care amiche e amici,

vi inviamo la traduzione del messaggio del KADEK che è stato la fonte di
una serie di notizie uscite sulla stampa nazionale che purtroppo non hanno
compreso pienamente il suo significato e che sono state una mera
trascrizione di agenzie di stampa estera. La situazione è chiaramente molto
delicata e seria, siamo convinti che sarete ingrado di comprendere il senso
di questo pronunciamento avendo seguito con attenzione quanto successo
negli ultimi anni e avendo già potuto visionare la roadmap che abbiamo già
fatto circolare.

Saluti



Il KADEK nel messaggio per il 1. settembre ha rivolto il suo ultimo
richiamo per il cessate il fuoco

Ozgur Politika, 1 settembre 2003

Mesopotamia News Agency, Francoforte - Diffondendo una dichiarazione
scritta in occasione della Giornata Mondiale della Pace, il 1. settembre,
il Consiglio di Presidenza del KADEK ha rivolto i suoi auguri
principalmente al popolo kurdo e a quello turco, ma anche a tutti i popoli
del Medioriente. Richiamando l'attenzione sul fatto che, da una parte,
tutto il mondo si trova coinvolto in una lotta intensiva in Meidoriente, e
dall'altra sta sforzandosi di portare la pace nella regione, il Consiglio
di Presidenza del KADEK sottolinea come la lotta e gli sforzi per la pace
devono essere reciproci. Dichiarando che in un momento come questo, ancora
non è stata trovata una soluzione duratura nemmeno per le più basilari
questioni democratiche del popolo kurdo, la dichiarazione ha sottolineato
che il popolo kurdo ha condotto sforzi per la pace dell'umanità e che ha
ingaggiato una battaglia per questo fine. La dichiarazione ha sottolineato
che, anche se il movimento di liberazione kurdo ha ingaggiato una lotta
intensiva, ha sempre incoraggiato alla pace e a sforzi per la soluzione e
che si è opposto alla violenza.

In questo contesto, il processo che si è avviato con il cessate il fuoco
del 1. settembre 1998, pur portando a importanti sviluppi in Turchia,
sottolinea il documento, non è stata data nessuna seria risposta al popolo
kurdo e al movimento di liberazione kurdo, che ha iniziato questo processo
unilateralmente e con grandi sacrifici. Sottolineando che alcuni ambienti
hanno definito debole l'iniziativa del popolo kurdo, la dichiarazione a
continuato come segue: "a questo punto il cessate il fuoco unilaterale è di
fatto superato. A questo riguardo, è diventato impossibile proseguire in
questo processo unilaterale. Questo periodo ha condotto a scontri intensi,
piuttosto che ha una soluzione duratura. Posto tutto ciò, il nostro
Congresso ha rivisto la situazione annunciando che il cessate il fuoco
unilaterale a partire dal 1. settembre non sarà più effettivo. Il nostro
Congresso ha dichiarato anche che, un cessate il fuoco realmente efficace,
dovrebbe essere bilaterale. È in questo contesto che una roadmap
complessiva, che richiama ad un cessate il fuoco bilaterale per la
soluzione della questione kurda, è stata preparata e divulgata all'opinione
pubblica. Proponendo una soluzione pacifica della questione kurda, che è
uno dei conflitti basilari della Turchia e del Medioriente, questa roadmap
costituisce una significativa risposta alla Giornata Mondiale per la Pace
del 1. settembre. Come si può vedere dagli sviluppi che sono occorsi nei 4
anni trascorsi, la pace può essere stabilita soltanto come risultato di
sforzi coscienziosi e determinati. Su queste basi, in un momento in cui la

parte kurda ancora una volta ha adottato un passo in favore della pace, è
lo stato turco che deciderà se è a favore della pace o della guerra. Se
venisse annunciato un cessate il fuoco bilaterale, sarebbe possibile
celebrare questa Giornata Mondiale per la Pace, il 1. settembre di questo
anno, come una giornata di pace molto significativa".

Sottolineando che i kurdi credono che gli sforzi fatti dal leader del
KADEK, Abdullah Ocalan hanno reso una pace possibile, il Consiglio di
Presidenza del KADEK ha spiegato che a questo riguardo, il comportamento
che si assumerà nei confronti del leader del KADEK potrà condurre o alla

pace o alla guerra. Notando che l'approccio, che è stato recentemente
adottato nei confronti del leader del KADEK Ocalan, ha lo scopo di negare
ed eliminare, piuttosto che risolvere, la dichiarazione ha sottolineato che
le condizioni di isolamento ne sono una prova.

"Questo è l'ultimo richiamo"

Notando che, deteriorandosi, le condizioni di salute di Ocalan sono ormai
giunte ad un punto pericoloso, la dichiarazione ha sottolineato che la
situazione non potrà essere tollerata a lungo. Sottolineando come nei
cinque anni passati il popolo kurdo ha provato di essere più fedele che mai
a Ocalan, la dichiarazione continua come segue: "a questo riguardo, la
campagna che abbraccia il nostro leader Apo, che viene condotta con il
motto "La tua salute è la nostra salute" costituisce il nostro ultimo
richiamo. Oltre a svolgere i passi che sono stati dettagliatamente esposti
nella roadmap - come un dato di fatto, oltre che priorità di intraprenderli
- lo stato dovrebbe migliorare le condizioni di vita del nostro leader Apo.
Questa è la condizione preliminare per la pace. A tale riguardo, la
Giornata Mondiale per la Pace dovrebbe costituire l'inizio di un nuovo
processo e di un nuovo approccio."

Notando come passi positivi, che possano essere intrapresi per il
miglioramento delle condizioni di Ocalan, porterebbero alla pace e a tale
riguardo, alla soluzione duratura, la dichiarazione ha sottolineato che se
verrà adottato un passo positivo le proposte razionali esposte da Ocalan e
dalla parte kurda, il processo si svilupperebbe. La dichiarazione ha
continuato come segue: "è chiaro, comunque, che principalmente lo stato, e
poi tutti i circoli dominanti, stanno adottando un modo errato di
comportamento nei confronti di questa questione. Il fatto che l'approccio
adottato nei confronti del leader Apo non sia cambiato, il fatto che
continua ad imporsi una pressione e l'uso della forza è usato come mezzo
intimidatorio nei confronti del popolo kurdo, il fatto che si stiano
lanciando attacchi contro le forze guerrigliere per annientarle e il fatto
che il governo abbia promulgato la Legge sul Pentimento sono le prove di
questo atteggiamento sbagliato. Ancora una volta dichiariamo che non si
otterrà alcun risultato in questo modo. Inoltre, annunciamo che, da ora in
poi, il movimento di liberazione ingaggerà una lotta più effettiva rispetto
a tale atteggiamento. Le nostre forze guerrigliere e le nostre forze
organizzate utilizzeranno effettivamente tutti i mezzi della linea della
legittima difesa per poter assicurare che gli attacchi contro il nostro
leader e il nostro popolo finiscano e che si annunci un cessate il fuoco
bilaterale. È di importanza urgente ostacolare ogni attacco reazionario
affinché si possa assicurare la pace in questa fase. Il popolo kurdo
prima, e chiunque sia a favore della pace, dovrebbe ingaggiare una lotta
intensiva a questo fine. Su queste basi, il 1. settembre dovrebbe anche
costituire l'inizio di una lotta che sia intenzionata a sconfiggere quelli
che si oppongono alla pace e alla soluzione. Non dovremmo meramente
celebrare questa giornata. Dovremmo ingaggiare una lotta intensiva finché
non raggiungeremo questi risultati. Il contesto di questa lotta è stato
dettagliatamente esposto nella roadmap che abbiamo divulgato all'opinione
pubblica."

UIKI-Onlus
Ufficio d'Informaizone del Kurdistan in Italia

Via Quintino Sella 41, 00187 Roma
Tel. 0642013576 Fax. 0642013799


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