40.000 posti persi da giungo 2001 a giugno 2003.
Umbria
Tessile in crisi, persi 40mila posti
CITTA' DI CASTELLO — E' crisi dichiarata per il comparto tessile del comprensorio Alta Umbria. Negli ultimi tre anni sono diminuiti in maniera vertiginosa i posti di lavoro legati al settore: 40.000 posti persi da giungo 2001 a giugno 2003. Un dato allarmante che il sindacato Cgil diffonde con profonda preoccupazione. Una fase nera dal punto di vista occupazionale e non solo confermata anche dai numeri resi noti dall'Inps: 150 addetti licenziati all'interno di sole 7 aziende nell'arco temporale che comprende tutto il 2002 ed i primi sei mesi del 2003. E non basta. Si è pure registrato un incremento vertiginoso di ricorsi alla cassa integrazione ordinaria, passando dalle 6.000 ore richieste nel primo semestre del 2001 alle 112.000 nello stesso periodo di riferimento del 2002, fino a raggiungere le 117.000 nei primi sei mesi del 2003. Una situazione decisamente pesante, che presenta molti elementi di difficoltà per una ripresa che possa manifestarsi in tempo relativamente contenuti. Ma come si è creata una crisi del genere? Stando a quello che affermano gli imprenditori interessati specialmente con l'entrata in vigore dell'euro si è assistito “ad un picco in discesa delle commesse di lavoro con la drastica diminuzione dei volumi produttivi”. E quel che peggio le aziende “hanno dovuto fare i conti con il calo dei prezzi di produzione”. In poche parole dall'inizio del 2002 è arrivato meno lavoro e quello che viene fatto è pagato di meno.
In questo contesto dai contorni negativi diventa inevitabile l'uso della cassa integrazione per i dipendenti. «Tanto che — afferma il responsabile del settore per Cgil Maurizio Maurizi — anche quelle aziende storicamente salde che non erano mai ricorse a tale strumento in questi ultimi due anni ne hanno invece ravvisato l'estrema necessità».
