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[Terni] operai in rivolta
by tese Thursday, Jan. 29, 2004 at 5:33 PM mail:

Thyssen Krupp annuncia la dismissione dell'impianto ast di terni. 900 operai rischiano il posto. Blocchi stradali in corso.

Dopo le proteste di stamattina, in questo momento circa l000 operai,insieme a sindacati e movimenti stanno bloccando la e-45 in direzione di Perugia, e la Terni-Orte.
La decisione e' stata presa autonomamente dalla assemblea degli operai, dopo le mobilitazioni della mattinata.
Il blocco prosegue in maniera tranquilla, 2 macchine hanno forzato il blocco rischiando linciaggio ma sono state "protette" dalle forze dell'ordine.Il blocca arriva all'altezza dell' uscita di sangenimi in direzione di Perugia.
Intanto e' stato indetto per il 6 febbraio uno sciopero generale cittadino e domani sera invece e' previsto un presidio davanti a palazzo Chigi.

Stamattina i dirigenti della Thyssen Krupp, proprietaria dell'impianto, hanno annunciato alle istituzioni locali l'intenzione di chiudere il reparto magnetico.
Alcuni lavoratori sono anche entrati nella sala in cui si stava svolgendo l'incontro ed hanno pesantemente contestato la delegazione tedesca. Poi sono stati convinti ad uscire dai rappresentanti delle istituzioni locali e dai sindacalisti. Nel frattempo i manifestanti circondavano l'albergo e bloccavano tutte le vie di accesso e di uscita alla città fino alle ore 14.
ora la mobilitazione continua

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A proposito di istituzioni e sindacato
by eli Tuesday, Feb. 03, 2004 at 12:13 PM mail:

E’ commovente la sensibilità manifestata ultimamente dalle forze politiche locali nei confronti della classe operaia a rischio di licenziamento: “non si può chiudere un’impianto produttivo solo per motivi di convenienza, perseguendo esclusivamente una logica di profitto senza tenere conto delle numerose persone che restano senza lavoro, delle famiglie che restano senza reddito”. Questo è il messaggio che passa nei principali media. Ma da quando le multinazionali tengono conto del fattore umano? Di fronte ad un evento simile la cosa sconvolgente non è tanto l’atteggiamento dell’azienda, ma proprio la reazione di certi amministratori che cadono dalle nuvole!!
Ma veramente pensano che la gente si lascia convincere dai loro tentativi di “mobilitazione”?
Prima hanno permesso che le principali produzioni di questa regione venissero messe nelle mani di multinazionali straniere, per “globalizzare“ la nostra economia e “reggere la concorrenza del mercato”, ma si sa a priori che quando una multinazionale non ha più la convenienza di conservare il sito produttivo, lo elimina e basta! E sì che di esperienze come queste la storia del capitalismo ce ne ha regalate molte. E’ un'ipocrisia pensare che possa esistere un liberismo economico “buono”, “rispettoso” del territorio, dei lavoratori.
Purtroppo non è possibile conciliare gli interessi di una classe produttiva capitalista con quelli della classe operaia che è sempre quella che paga e bisogna scegliere prima se stare da una parte o dall’altra, non basta partecipare ai forum mondiali per cambiare le cose o fare bei discorsi sul “Bilancio Partecipativo”.
La cosiddetta “visibilità” regge poco se non è supportata da fatti concreti.
Agli operai bisogna pensarci prima, facendo scelte politiche ben precise che permettino loro di intervenire sui cambiamenti che passano sulle loro teste.
Un saluto da parte mia a tutti i lavoratori in lotta, soprattutto a quelli che in questo momento non godono di tanta “visibilità” e non per colpa loro.




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