Il Comune di Genova si costituisce parte civile nei prossimi processi per devastazione
dal secolo xix
G8, Genova contro i black bloc Decisione sofferta della giunta Pericu. Ieri prima udienza per la "mammina" francese che sfondò la zona rossa Il Comune parte civile ai processi sulle devastazioni
Genova Il Comune si costituisce parte civile contro i violenti del G8. Nella prima udienza del processo ai ventisei giovani rinviati a giudizio per il reato di devastazione e saccheggio, prevista per il prossimo 2 marzo, gli avvocati Giovanni Salvarezza e Pierluigi Chino presenteranno la richiesta al collegio giudicante. La decisione della giunta comunale chiude così la polemica nata all'udienza preliminare. Polemica tutta incentrata sull'assenza dell'amministrazione comunale nel procedimento contro i cosiddetti black bloc italiani. La circostanza aveva scatenato una violenta discussione politica. Il sindaco Giuseppe Pericu, nell'occasione, aveva spiegato che la scelta era ancora al vaglio: «Decideremo in seguito». Ora, nel corso dell'ultima giunta, è arrivato il via libera. La notizia è confermata dall'avvocato Salvarezza: «Ho ricevuto la procura dopo la decisione della giunta. La costituzione di parte civile riguarderà sia i danni materiali sia quelli morali. Non toccherà, quindi, solo le devastazioni avvenute un po' in tutta la città, ma anche l'offesa arrecata all'immagine di Genova. Mi si consenta un'opinione personale: quel che è successo in quei giorni è stato vergognoso, rivedere quelle immagini fa rabbrividire». Violò la "zona rossa". «Ho fatto resistenza ma solo per salvaguardare me stessa e tutelare i miei diritti». Valerie Vie, 38 anni, la cittadina francese arrestata dopo aver violato la "zona rossa" durante il G8, si è difesa così ieri al processo che la vede imputata di resistenza e danneggiamento davanti al giudice monocratico Giovanna Galliano. Valerie Vie, mamma di tre bambini, ha raccontato di essere arrivata a Genova dalla Francia il 19 luglio 2001 con un autobus dell'associazione Attac. Quando il pm Anna Canepa le ha contestato che dai verbali di interrogatorio risulta che aveva ammesso tutto, sia la resistenza che il danneggiamento, ha risposto che era molto provata quando fu interrogata «dopo tre giorni di detenzione trascorsi senza mangiare nè bere». Il racconto: «Il "movimento" aveva previsto che la zona rossa doveva essere passata simbolicamente. Io sono andata avanti e pensavo che tutti gli altri mi avrebbero seguita. Ho fatto qualche metro ed un poliziotto mi è venuto incontro». Poi l'arrivo di altri agenti: «Chiedevo cosa stava accadendo, ma si sono innervositi. Mi hanno buttata a terra cercando di farmi entrare su un'auto con la forza. Poi è arrivata una seconda auto dalla quale sono scesi 4-5 poliziotti in uniforme che mi hanno picchiata sulla schiena e sulla pancia». La Vie ha anche denunciato di essere stata picchiata, insultata ed umiliata mentre era in stato di arresto nella caserma di Bolzaneto dove rimase tre giorni.
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