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Gli abitanti di Via Adda: è finito un incubo ma non lasciate vuoto il palazzo
by dal corriere Friday, Apr. 02, 2004 at 9:29 AM mail:

Il proprietari dello stabile: subito i lavori per costruire 80 appartamenti: «Hanno lasciato degradare l’immobile, così è andato in malora. E questo è il risultato».

La signora Angela Marotto è una che al palazzo sgomberato ieri in via Adda abita giusto in faccia. Al secondo piano: dal suo balcone, se non fosse per la malattia che la blocca su una sedia, lo sgombero potrebbe vederselo in diretta. «Io sono l’ultima in assoluto - dice - ad aver vissuto in quel palazzo "regolarmente". Fino al ’90, quando la proprietà riuscì a sfrattarmi dandomi in cambio gratis questo appartamento di fronte. Non so cosa dovessero farci, in quel palazzo lì, ma il punto è che l’hanno lasciato vuoto per anni, sempre più in malora. E questo è il risultato». La donna che vive al piano di sopra con suo marito e la madre, invece, lo sgombero lo filma da capo a fondo con una videocamera. Preferisce non dire il suo nome, ma il suo ragionamento è il seguito del discorso di Angela: «Certo che sono indignata. Certo che noi residenti non ne potevamo più della situazione ormai insostenibile di via Adda. Ma la colpa non nasce con l’occupazione di quel palazzo da parte dei rom. La colpa è di chi - vecchi proprietari, Comune, non so - lo ha dapprima svuotato dei suoi inquilini originari e poi abbandonato. Per anni. Dovevano farci un albergo per Italia ’90: invece eccolo lì. La sua occupazione abusiva e il degrado sempre più grave degli ultimi venti mesi, delinquenza compresa, sono solo l’esito, non la causa, del degrado e dell’incuria precedenti».
Mancano pochi minuti alle undici di mattina e ormai è chiaro, mentre la signora continua a riprendere la scena dal balcone, che lo sgombero sarà portato a compimento senza incidenti. Il primo a uscire, accompagnato verso un’ambulanza, è un uomo corpulento che dimostra molto più dei suoi cinquant’anni e cammina lentissimamente, con le ciabatte ai piedi e una fisarmonica appesa alla spalla. Del resto molti degli «irregolari veri» di via Adda, quelli dei furti in giro, quelli non solo senza permesso o con beghe giudiziarie sulle spalle, ma soprattutto senza un’altra pezza qualunque per tentare di scampare al rimpatrio (maternità, figli a scuola e così via), avevano già abbandonato il fortino prima dell’alba e adesso chissà dove sono: forse a Sesto, forse altrove, probabilmente in un altro stabile ora occupato a sua volta. Gli altri, abbozzata una breve «trattativa» poco più che di facciata (erano già coi giacconi addosso e i loro sacchetti pronti alle sette di mattina), poco dopo le undici salgono senza storie sui due pullman forniti dall’Atm e via.
Sulla strada, a ridosso del palazzo vuoto, resta qualche topo morto: ultimo immagine di uno stato di abbandono che la nuova proprietà dello stabile, la Sunto Srl, giura finito. Camion e ruspe sono entrate a sgombero appena concluso per demolire le scale interne, mettere in sicurezza l’edificio, chiudere gli accessi a eventuali prossime rioccupazioni, disinfettare tutto quanto. «I lavori di riqualificazione - spiega il rappresentante della società Bruno Cerasuolo - partiranno immediatamente». Per far cosa? «Per rifare nuova esattamente la casa di ringhiera che c’era, 80 appartamenti: ma con ascensori, aria condizionata, e un giardino interno di duemila metri». Alloggi popolari convenzionati? «No - spiega Cerasuolo - perché ci sarebbero volute ben altre volumetrie, e le pratiche avrebbero richiesto anni. Noi invece, ripeto, inizieremo i lavori subito».

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Protesta in via Triboniano: «Qui non li vogliamo»
by dal corriere Friday, Apr. 02, 2004 at 9:45 AM mail:

Alicia resterà a Milano, perché suo padre aveva in tasca la «carta giusta». Lo zio invece era senza permesso di soggiorno, e così i suoi due cugini, 7 e 9 anni, sono finiti sugli autobus dell’Atm che li hanno portati via. Alicia è una dei 79 «regolari» di via Adda, quelli che ora se ne stanno seduti sotto un tendone, al riparo dal sole, mangiano mele e biscotti. Alcuni sono in Italia solo da due giorni (e per questo non possono essere espulsi), altri, dal campo dietro al cimitero Maggiore, erano stati già cacciati in passato. E così gli abitanti della zona tornano a reclamare «per il campo di Triboniano che scoppia di nuovo». In serata sono tutti sistemati: 11 minorenni senza genitori in comunità protette, una donna con due figli in un centro di accoglienza, un’altra ragazza all’ospedale «Sacco», in attesa di partorire. A tutti loro, d’ora in poi, penseranno i servizi sociali del Comune. Mentre gli altri, 60 persone, 15 famiglie, entrano nei container addossati al muro di cinta di un enorme piazzale sterrato, in fondo a via Barzaghi, riservato alle esercitazioni della protezione civile.
«Ma è certo che lì non potranno stare a lungo - dice l’assessore comunale alla Sicurezza, Guido Manca - non ci sarà un altro campo nomadi in via Barzaghi, sia chiaro». Dietro il muro, ci sono le baracche abusive dei rom, che si sono riprese una parte del campo raso al suolo lo scorso ottobre. Dall’altra parte, gli sgomberati di via Adda. Così, da ieri, pattuglie dei vigili urbani controllano che nessuno da fuori si infili nei container. In quelle case di lamiera non ci sono bagni, né acqua, né elettricità. Al Comune sono costate 117 mila euro.
Resta la situazione esplosiva del campo che nei giorni scorsi, quando si è sparsa la notizia che via Adda sarebbe stata sgomberata, si è gonfiato di nuovi ospiti. «Non riusciamo a trovare un ente affidabile che lo gestisca - continua Manca -, proveremo a coinvolgere i City Angels. Spenderemo 500 mila euro perché la zona sia regolamentata una volta per tutte». Nel frattempo gli abitanti di via Triboniano, una decina di famiglie, hanno organizzato un sistema di sentinelle notturne, per la paura di furti e aggressioni. «C’è il rischio che qualcuno arrivi a gesti di esasperazione - dice Paolo Uguccione, responsabile sicurezza dei Comitati di quartiere -, non diciamo no ai rom, ma devono essere un numero accettabile, un solo quartiere non può farsi carico centinaia e centinaia di persone in situazione di emergenza».

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Bravi cittadini
by Disgusto e rabbia Friday, Apr. 02, 2004 at 10:56 AM mail:

I cittadini e i lavoratori milanesi sono indifferenti o complici?

Da cittadino e da lavoratore iscritto al sindacato (Cgil), voglio esprimere il disgusto, la vergogna per quanto visto ieri in via Adda a Milano:

vergogna per quegli autisti Atm, che si sono indegnamente prestati a condurre i mezzi, dove le famiglie sgomberate dalla casa occupata sono state stipate forzatamente, come bestie, prima di essere (de)portate nei cosiddetti centri di permanenza temporanea;

vergogna per quei vigili del fuoco, che si sono indecentemente prestati a collaborare a una operazione cosiddetta di "ordine pubblico";

vergogna per quei cittadini, che applaudivano dalle finestre delle case vicine e incitavano le cosiddette "forze dell’ordine";

vergogna per l’assenza e la latitanza delle organizzazioni sindacali, che hanno consentito l’impiego dei lavoratori in mansioni "di polizia" assolutamente estranee ai loro obblighi contrattuali, oltre che al senso civile;

vergogna per l’assenza e la latitanza dei partiti "democratici" e "di sinistra", spec. per le dichiarazioni del segretario cittadino dei Ds, che prima invoca "il ripristino della legalità" e oggi detta un comunicato ipocrita per salvarsi l’anima ("la legalità è ripristinata, il problema resta", "assenti le istituzioni", etc.);

vergogna - infine - per l’assenza, la latitanza e il silenzio dei dirigenti (e dei militanti) del mio partito, Rifondazione.

Chi è indifferente è complice!

Ricordate? "Voi che vivete nelle vostre tiepide case...".

(Spec. quella sciura, che si godeva la scena dal balcone e la filmava con la sua telecamera: domani la farà vedere agli amici, magari davanti a un buon caffè)

MA GRAZIE a quei ragazzi dei centri sociali che hanno cercato di mettersi di traverso, e sono stati strattonati e spintonati via dalle "forze dell'ordine": "Come son belli i carabinieri, quando picchiano con le manette i compagni studenti medi tra i quattordici e i diciassette", recitava una canzone di lotta degli anni Settanta...

Da Milano, capitale morale d'Italia, 2 aprile 2004.

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indignazione
by la haine Friday, Apr. 02, 2004 at 1:02 PM mail:

Eh sì, concordo anch'io con il commento di sopra...
Ma come al solito vorrei far notare come subito le società della speculazione immobiliare siano pronte a trasformare,riqualificare,vendere a milioni di euro, un posto che aveva accolto tanta gente che necessitava di un tetto.
grazie milano, continua così.
lavora guadagna paga pretendi sgombera reprimi

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Politiche abitative
by Mo Friday, Apr. 02, 2004 at 6:46 PM mail:

Ormai la vergogna passa ogni limite..
Altro che alloggio popolare; da domani inizia la ricostruzione di splendidi appartamenti con il giardinetto e l'aria condizionata...
Ci sara'un limite alla presa per il culo costante e quotidiana fatta dal comune di Milano verso i migliaia di cittadini generalgenerici/studenti/precari/immigrati e rom che sopravvivono a Milano senza poterci vivere davvero???

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