REFERENDUM SUL GAS: VITTORIA DEL ‘SI’ SU TUTTI I 5 QUESITI Si è concluso con la completa vittoria dei ‘Si’ (cinque consensi su cinque domande) il referendum sulla politica energetica della Bolivia.

Il presidente boliviano Carlos Mesa ha salutato l’esito del suffragio come “una svolta storica per una nuova politica nazionale sugli idrocarburi”. Secondo le elaborazioni sulla dichiarazione di voto, ritenute molto affidabili, l’87 per cento dei boliviani ha risposto ‘Si’ all’abrogazione della legge 1.689 sulla regolamentazione del settore energetico, approvata durante il governo dell’ex-presidente Gonzalo Sánchez de Lozada, estromesso dal potere lo scorso 17 ottobre in seguito a una sollevazione popolare repressa nel sangue. Al secondo quesito, quello sul recupero della completa sovranità delle risorse nazionali di idrocarburi,la popolazione ha risposto positivamente per il 92 per cento; stessa massiccia approvazione, 87 per cento, per il potenziamento dell’ente nazionale per lo sfruttamento degli idrocarburi, Ypfb (‘Giacimenti petroliferi fiscali boliviani’) che ora dovrebbe rilevare una parte sostanziosa dei pacchetti azionari attualmente detenuti da aziende straniere, effetto di una passata politica fortemente orientata alle privatizzazioni. Più esitante la vittoria nella quarta domanda, con 58 per cento di ‘Si’ contro 42 per cento di ‘No’, in cui si chiedeva se fare delle esportazioni di gas naturale un mezzo di scambio per ottenere dal Cile l’agognato sbocco al mare, perso dalla Bolivia nel 1879 alla fine della Guerra del Pacifico. Il presidente Mesa ha reso noto di avere presentato una richiesta in questo senso a Santiago del Cile prima di conoscere l’esito del referendum. Infine, ancora un ‘Si’ (65 per cento) per aumentare le imposte e le ‘royalties’ sulla vendita del gas di cui la Bolivia è uno dei principali produttori del Sud America. L’astensione al referendum, dovuta secondo alcuni anche al peggiorando delle condizioni climatiche, è stata del 41 per cento.