L'ho saputo dalla collega che me lo ha urlato nella cornetta del telefono ed era stravolta. Ho preso a mia volta il telefono, abbastanza scombussolata: per Taba, ovvio, ma - come primo impatto emotivo - soprattutto per Nuweiba, ed ho fatto qualche telefonata per assicurarmi che le persone che conosco stessero bene. Walid mi ha detto che l'esplosione di Nuweiba è stata più su di Basata: non ne sono sicura, però. Mi ha anche nominato Tarabin, che è accanto a Nuweiba, ma mi è parso troppo confuso per insistere a cercare di identificare con precisione la zona. Tutta quella zona è una distesa di campeggi (chissà quante volte l'avrò scritto, quest'estate, nel descriverla) quasi indistinguibili gli uni dagli altri. Alcuni più isolati, altri più vivi e frequentati. Messi su, molti di loro, da ragazzi o ex ragazzi egiziani, e pieni di egiziani che ci lavorano per guadagnare, sì, ma non solo. Anche perchè lì è bello, semplicemente. Pare che siano morti solo loro, a Nuweiba. Walid mi ha detto che a Dahab hanno chiuso tutti i negozi e che la polizia sta controllando tutti. Dahab spenta. Incredibile, mi viene male a pensarci. E che i turisti israeliani sono spaventatissimi, che la gente è sotto choc e che: "Avevamo fatto tanto. Dahab era il posto dove uno veniva per essere se stesso in pace, per stare bene e non pensare ad altro. E' tutto fottuto." Ha la voce che gli trema e mi dice che un suo gruppo di turisti gli era tornato su a Taba da poche ore e che non è ancora riuscito a mettersi in contatto con loro, non sa se hanno passato la frontiera prima dell'esplosione o no. E' preoccupatissimo. E poi, laico come è sempre stato, mi ripete più volte, in arabo, qualcosa come: "Allah we bass, Allah we bass". "Dio e basta". Per Walid, per l'Egitto in Sinai, questo è il cielo che ti cade sulla testa. Per tutto l'Egitto lo è, e pare che nei primi momenti dopo l'esplosione abbiano perso la testa in parecchi: hanno chiuso la frontiera, l'hanno riaperta, si sono incasinati i soccorsi e non si è capito niente. Non mi stupisce: in realtà credo che nessuno si aspettasse una cosa del genere. Nemmeno nella zona d'Israele di quel lato (Eilat, dico) ci sono mai stati attentati, per un palestinese è praticamente impossibile arrivarci. E da dove sono arrivati gli attentatori, allora? Dall'Egitto stesso? Meglio che non ci pensi. E' una di quelle cose che, sì, in teoria sai anche che potrebbero succedere perchè il mondo va così, ma poi non riesci ad immaginare che davvero si possa scegliere quel luogo. Penso ai poliziotti diciottenni, alle ambulanze scalcagnate, alle strutture alla speriamo-in-dio che associo al Sinai (tolta la camera iperbarica di Sharm, giusto quella) e mi viene male. La verità è che non conosco un Egitto in grado di reagire con tempestività ed efficienza di fronte a una cosa del genere. Si saranno fatti prendere dal panico e vedrai se non lo sconteranno, anche questo. Scrivendo mi sto tranquillizzando: quando ho cominciato avevo le mani che mi tremavano. Quello che è successo è la concretizzazione di un incubo e l'Egitto ha fatto di tutto, per anni e anni, affinchè non si avverasse. Pagando anche prezzi altissimi in termini di libertà , chè qui si sono fatte poche distinzioni tra terrorismo e dissenso. Ma il fatto è che non doveva succedere: nove milioni di egiziani vivono di questo, di turismo. E non è che possano fare altri lavori: non ce ne sono. Non è una cosa frivola, quella che sto dicendo. E' che non so che succederà , se il turismo torna a crollare in questo paese sempre più povero. E proprio adesso, poi, con tutte le incertezze relative al momento in cui la natura imporrà un cambio ai vertici. E' un disastro e, davvero, l'Egitto - gli egiziani - non se lo meritavano. Amo il Sinai da dieci anni. Il resto, per me, è venuto dopo: io mi sono innamorata dal mondo arabo quando mi sono innamorata di quei sassi rossi, di quel tempo lentissimo, della gente piena di dolcezza e dignità , dei ragazzi 'scapestrati' che vanno lì per lavorare e fidanzarsi con lo stesso impegno, della voglia - di tutti - di fare un piccolo paradiso, lì. Mi fa orrore che il mondo venga ridotto così. Il mio mondo, stavolta più di altre. Mi fanno orrore quelli che hanno permesso che succedesse, che lo continuano a permettere. E quelli che domani faranno un'altra rappresaglia, e poi ci sarà la controrappresaglia. Quelli che, pochi giorni fa, hanno sghignazzato per dei morti oltrefrontiera, con altri che dicevano: "Ah, sì? Va bene, portiamo la guerra oltrefrontiera." E gli USA ad applaudire e l'Europa a sbadigliare, nel frattempo. Mi fa schifo il mondo che se ne fotte, di imporre un minimo di pace e giustizia da queste parti, e mi fa schifo anche che il mondo stesso sia, sempre di più, il marciapiede su cui vomitare l'odio che nasce lì, in quel geniale esperimento sociopolitico che il pianeta sconta da 50 anni. Ditemi quello che vi pare, soloni di passaggio, e prendete il metro per misurare i centimetri di blog che condanneranno "il terrorismo". A me fate orrore, guarda un po'. Perchè sono anni che ci si sgola a dire che le brillanti politiche che noi votiamo lo stanno fottendo, il mondo, e tutto quello che sapete fare è scuotere la testolina vuota e biasimare "i terroristi". Come se nascessero sotto i cavoli, i terroristi. Come se non fossero l'ovvio risultato di una politica da dementi. Come se, in fondo, ve ne fottesse davvero qualcosa, di tutta la bellezza di questo mondo ridotta a scempio. Mentre i deficienti che sostengono questa politica se ne stanno a scuotere il capino nel loro tinello, qui ci sono morti israeliani e, anche, morti egiziani che erano le formichine della pace, quelli che si sono fatti il culo per decenni e hanno investito tutto su un'utopia che, pure, funzionava: una terra serena a dieci metri da Israele, un porto franco senza violenza, la pace in Medio Oriente più concreta che si potesse immaginare. Al momento si parla di 30 morti israeliani e un numero imprecisato (4 a Nuweiba, ho sentito) di egiziani. Ma ci sono molti modi di uccidere le persone: il bilancio per l'Egitto, al di là delle cifre che vedremo, è da incubo. http://www.ilcircolo.net/lia/000583.php
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