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http://italy.indymedia.org/news/2005/02/725065.php Nascondi i commenti.

In questi giorni cade elicottero in Afganistan: 108 morti.Ieri a Ustica 81 morti civili.
by Ustica ranarman Saturday, Feb. 05, 2005 at 8:16 PM mail:

In questi giorni cade elicottero in Afganistan: morti 108 militari che andavano ad uccidere.Ieri a Ustica 81 morti civili che andavano in vacanze.

Fate un pò da voi.

Roma.
Torre di controllo di Ciampino.
27 giugno 1980.
Ore 20, 59 minuti e 45 secondi.
Sul punto di coordinate 39°43’N e 12°55’E scompare dalla schermo radar un velivolo civile. E’ il Dc9 I-TIGI della società Itavia, in volo da Bologna a Palermo, nominativo radio IH870, con a bordo 81 persone, 78 passeggeri e tre uomini di equipaggio. Il controllore di turno cerca di ristabilire il contatto con il pilota del Dc9. Lo chiama disperatamente una, due, tre volte. A rispondergli solo un silenzio di morte. Scatta l’allarme, ma non scattano i soccorsi che arriveranno sul punto di inabissamento dell’aereo, a metà tra le isole di Ponza ed Ustica, soltanto la mattina dopo. Un ritardo sospetto. Così come misteriosa è la causa della scomparsa del Dc9. La cosa più facile? Attribuire il disastro ad un difetto strutturale dell’aereo, un cedimento. La tesi del cedimento strutturale del Dc9 dell’Itavia resterà per quasi due anni la spiegazione ufficiale della tragedia, tanto che la società proprietaria dell’aereo diventerà il primo capo espiatorio e sarà costretta a scio- gliersi. Ma in ambienti giornalistici la tesi semplicistica della sciagura comincia quasi subito a fare acqua. Che qualcosa in questa storia non quadri dovrebbe capirlo anche il magistrato romano al quale l’inchiesta è affidata. Per consegnare al pubblico ministero Santacroce i nastri di Roma Ciampino, sui quali era impressa tutta la sequenza del volo del Dc9, fino alla scomparsa dagli schermi radar, l’aeronautica militare impiega ben 26 giorni. Addirittura 99 per consegnarli i nastri di Marsala. Senza contare il materiale che gli verrà tenuto nasco- sto. Insomma il fatto che l’arma azzurra giochi sporco di fronte alla morte di 81 persone e che, specie all’inizio, il governo italiano sia più di ostacolo che di aiuto all’inchiesta giudiziaria è la prima vera risposta ad una domanda che ancora oggi in molti si pongono: chi ha abbattuto il Dc9 di Ustica?

LE 81 VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA
La morte in una serena notte d'estate http://www.misteriditalia.com/ustica/81vittime/

LA STRAGE DELLA VERITA'
L'ottantaduesima vittima http://www.misteriditalia.com/ustica/stragedellaverita/

BOLOGNA-USTICA
Ipotesi per due stragi incrociate http://www.misteriditalia.com/lestragi/bologna/bologna-ustica/

USTICA E IL PARLAMENTO
La strage di Ustica nelle audizioni della commissione stragi
http://www.misteriditalia.com/ustica/audizioni/

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ustica
by Martha Saturday, Feb. 05, 2005 at 8:44 PM mail:

Lo stesso 27. giugno 1980, 12 ore prima dell'abbattimento del DC 9 ITAVIA a Ustica -

nel Mar del Giappone una squadra navale americana abbatteva un aereo sovietico bombardiere strategico TU 160 con 7 aviatori a bordo

http://english.pravda.ru/society/2003/03/12/44297.html

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dei nostri morti a Ustica però nessuno ne parla più
by schifato delle 'ragioni di stato' Saturday, Feb. 05, 2005 at 9:07 PM mail:

Nessuno ne parla più di Ustica, il processo lo hanno insabbiato e stai a vedere che quella povera gente è stata colpevole pure di trovarsi da quelle parti in quel momento, di aver intralciato una azione di pirateria aerea bella e buona da parte di forze aeree a stelle e strisce eppure francesi ed inglesi ... sig!

E a me che caspita mi frega di 108 soldati, che vanno allenati, istruiti ed equipaggiati sul fronte di 'battaglia', per non dire motivati ed incentivati...........lo sanno loro a che cosa vanno incontro o no?

Se dopo muoiono fa parte delle regole del 'gioco', o no?
Ma se io domani voglio andare a Ponza o Lampedusa o in Sardegna mi debbo mica aspettare che mi falcidino a me e a tutta la mia famiglia o mi silurino o tirino un missile, he?

Ma in che cazz*** di mondo viviamo?

Abbasso l'mpero del male, abbasso la globalizzazione!

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....
by EED Saturday, Feb. 05, 2005 at 9:59 PM mail:

LA VEDO DURA CHE 108 SOLDATI STIANO IN UN ELICOTTERO....

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missile
by elio Saturday, Feb. 05, 2005 at 10:00 PM mail:

Come riferisce l'articolo della Pravda qui sopra, un missile americano ha abbattuto uno dei due Tupolev sul Mare del Giappone

lo stesso pomeriggio del 27. giugno 1980

Di certo i due aerei sovietici, come tante altre volte, si erano avvicinati al Gruppo Navale da combattimento Americano a una prossimità considerata d'attacco.

L'Unione Sovietica non reclamò ufficialmente, come avvenne col sottomarino Kursk, forse anch'essa commise un gesto provocatorio in un periodo in cui la tensione era alle stelle. ! Afganistan dal dicembre 1979.

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Ustica: ancora nonsi sà nulla !
by che vergogna Wednesday, Feb. 09, 2005 at 1:34 PM mail:

che vergogna sentirsi italiani, che vergogna che a nessuno freghi niente dei morti di Ustica.

muore un soldato italiano in irak e .... funerali di stato.
vengono ad uccidere una ottantina di persone nel loro stesso paese e...niente, non è successo nulla!

una domanda: quando ci si riferisce agli usa come alla più grande democrazia di occidente a che ci si riferisce?
alla sua grandezza geografica?

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CERMIS, UNA STRAGE IMPUNITA
by sciatore Wednesday, Feb. 09, 2005 at 1:44 PM mail:

Saturday, February 01, 2003
CERMIS, UNA STRAGE IMPUNITA
3 febbraio 1998, i tempi della guerra in Bosnia. Dalla base Nato di Aviano parte in volo di addestramento un aereo dei marines. La missione e’ chiamata Easy 01, all’interno dell’operazione pianificata Deny Flight. Il velivolo e’ usato per la guerra elettronica: e’ un Ea – 6 b detto Prowler, il predatore. Decolla alle 14,36.. Alle 15,12 minuti e 51 secondi trancia due cavi della funivia che da Cavalese porta al monte Cermis. Una cabina precipita fino a valle, a ridosso del fiume Avisio. Muoiono diciannove turisti e il manovratore della funivia. Alle 15,26 il Prowler atterra di nuovo ad Aviano. Il pilota dira’: “Ho sentito solo uno scossone”.
L’hanno definita la strage impunita perche’ nessuno e’ stato condannato per quei morti, nonostante le prove precise, pesanti di responsabilita’. Cinque anni dopo, sul luogo della tragedia c’e’ una croce, a memoria. La funivia e’ da tempo nuova, splendente. E la valle del Cermis e’ tornata un luogo di vacanza. Anche perche’ adesso quei voli non possano piu’. Ma nessuno dimentica i lutti. E la rabbia.
Morirono in venti, quel martedi’, in piena settimana bianca: nove donne e undici uomini, se si puo’ chiamare un uomo Philip, quattordici anni, polacco, morto con la madre Ewa. I turisti venivano da tutta Europa: anche da Germania, Austria, Belgio, Olanda. Gente di casa, da anni, su queste montagne. Ma di casa era soprattutto Marcello Vanzo, il manovratore, che quel giorno aveva scambiato il turno, e il destino, con un collega.
Una strage impunita, e’ stato detto. Ma anche piena di misteri, mai chiariti. Un volo radente autorizzato o no?, dieci minuti di silenzio radio (proprio in prossimita’ dell’impatto fatale, dalle 15,05 alle 15,15 quando il pilota lancia l’emergenza), un “mission recorder” sparito, una cassetta video distrutta, una carta di volo contestata, un allarme lanciato da tempo, soprattutto un’assoluzione scandalosa. Andiamo per ordine.
La missione era sicuramente autorizzata dalle autorita’ italiane. Quel volo era il quarto di una lista di dieci presentata dal comando dei marines. C’e’ una sigla sotto a quell’elenco, di un capitano italiano, il cognome comincia per F. Dal segreto militare filtra un particolare: gli americani avrebbero inserito il Prowler in un elenco che invece era destinato solo agli F 16. Un errore. Resta il fatto che nessuno se ne e’ accorto. Ne’ l’altro ufficiale italiano, M.B.G, che controfirmo’, ne’ il centro di controllo di Martinafranca.
L’inchiesta, immediata, della procura di Trento stabilisce in ogni caso la gravissima responsabilita’ del pilota. I voli normali erano autorizzati a una quota di 1100 metri , anche se fosse stato autorizzato al volo radente non poteva scendere piu’ in basso di 650 metri. L’impatto, invece, e’ avvenuto a 150 metri da terra. L’aereo volava sicuramente anche a una velocita’ nettamente superiore a quella prevista. Secondo i dati forniti da un aereo –radar Usa “Awacs” che in quel momento voleva a una quota superiore, il Prowler andava a 500 miglia orarie e non a 100 come previsto dal regolamento. Lo conferma il 12 marzo, quaranta giorni dopo la strage, il rapporto della commissione d’inchiesta americana presieduta dal generale Michael Delong . “La causa dell’incidente – si legge nel documento - e’ stata un errore dell’equipaggio che ha guidato in modo aggressivo l’aereo, superando la velocita’ massima e volando ben al di sotto della quota richiesta”. I periti italiani vanno oltre. Stabiliscono che l’aereo si e’ infilato fra i due cavi tranciati, distanti fra loro fra i trenta e i quaranta metri. Una bravata, insomma. Una scommessa, come tante altre volte, in cui ci si giocava una birra la sera. La gente di montagna e’ di poche parole. Ma ricorda. Testimoni quel giorno hanno visto passare l’aereo pochi istanti prima della tragedia a volo radente sul pelo del lago artificiale di Stramentizzo. E non era certo la prima volta.
La battaglia legale e’ lunga. Ma vince la politica, con Clinton impegnato in prima persona. I militari americani evitano il processo in Italia. Sul Prowler erano in quattro. Il comandante, il capitano Richard Ashby, 32 anni, californiano, 750 ore di volo ,. veterano della Bosnia. Il navigatore Joseph Schweitzer, 30 anni, dello Stato di New York. Dietro, seduti nel retro della cabina, c’erano i due addetti alle attrezzature di ricognizione: Chandler Seagraves 28 anni dell’Indiana e William Raney, 26 anni del Colorado.
Quasi esattamente un anno dopo, l’8 febbraio 1999, si apre il processo davanti alla corte marziale di Camp Lejeune, la base dei marines, nel North Carolina. Il capitano rischia 206 anni di carcere. Il 4 marzo invece e’ assolto, dopo sette ore e mezza di camera di consiglio, da tutte le imputazioni. Uno scandalo: la corte gli riconosce che il volo era autorizzato a una quota di 500 piedi (ma lui stava molto piu’ sotto, altrimenti non avrebbe tranciato i cavi), che le mappe di volo non contenevano le indicazioni della funivia (lo stesso comando dei marines lo ha smentito: sulla Tpc, la carta di pilotaggio tattico la funivia era segnata) e che il radar-altimetro presentava difetti di funzionamento (circostanza mai dimostrata).
Dopo il verdetto Ashby dice: “Adesso le mie preghiere sono tutte per le vittime”. Ma i giornali americani scrivono che il giorno dopo sta a Las Vegas a festeggiare la liberta’.
Sia pure in minima parte, comunque ha poi pagato. Perche’ anche quel giorno, come consuetudine, era stato girato un video delle prodezze. Il video del Cermis non esiste piu’ per un motivo semplice: e’ stato distrutto. La confessione e’ del co-pilota, Schweitzer. Preso dal rimorso, ha dichiarato: “Alla fine del volo ho consegnato la cassetta al comandante. Non l’ho piu’ rivista”. Ma intanto, perche’ reo confesso, lui evita il carcere.
A maggio c’e’ dunque un nuovo processo al pilota, Ashby, per ostruzione di prove. Stavolta e’ condannato, a sei mesi. Ma esce di carcere, non si capisce perche’, con un mese di anticipo. Dal 2 ottobre di quattro anni fa e’ nuovamente un uomo libero. Torna a vivere nella villetta di Jacksonville, vicino alla base dei marines . Non apre piu’ bocca. Ma e’ la sua ragazza, Dodie, a parlare. E’ infuriata.: “La cella di Richard, pensate, non aveva l’aria condizionata. Ha passato i primi mesi da solo a leggere davanti a un tavolo. E io potevo andarlo a trovare solo il fine settimana”. Povero cowboy.

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Strage della funivia morti tutti i passeggeri
by a$$a$$ini Wednesday, Feb. 09, 2005 at 1:45 PM mail:

Sono tutti morti i passeggeri della funivia del Cermis, precipitata nel pomeriggio dopo essere stata urtata di striscio da un aereo militare dei marine statunitensi impegnato in un'esercitazione nella zona di Cavalese, in Val di Fiemme, in piena stagione sciistica, causando la morte di venti persone. Secondo i soccorritori il manovratore, che era sulla seconda cabina, bloccata dai congegni di sicurezza a un centinaio di metri dalla stazione di arrivo, è stato portato a valle dalle squadre di soccorso e ricoverato in stato di choc presso l'ospedale di Cavalese.

La cabina che stava scendendo verso Cavalese si è schiantata al suolo poco lontano dal greto del fiume Avisio, precipitando nel vuoto per più di cento metri, dopo che l'impianto funiviario era stato centrato da un aereo militare americano in volo di addestramento, che dopo la sciagura è rientrato alla base di Aviano.

La cabina, di colore giallo, si è schiantata a un centinaio di metri dalla stazione a valle. Le lamiere sono completamente schiacciate e la cabina appare rovesciata, con il fondo girato verso l'alto. Sul posto è giunto un camion munito di una gru, che ha mosso la cabina per permettere il recupero delle salme. Sulla neve sono stati stesi grandi teli per deporvi i cadaveri.

Sulla sciagura è stata formalmente aperta un'inchiesta della magistratura, affidata al sostituto procuratore di Trento, Bruno Giardina. L'ipotesi di reato è disastro colposo. Il magistrato ha disposto il sequestro dell'impianto di risalita e dell'aereo che ha causato la tragedia.

Secondo le informazioni pervenute dagli uomini del Soccorso Alpino giunti sul posto, l'aereo avrebbe tranciato un cavo e toccato di striscio la funivia che scende da Monte Cermis a Cavalese, provocando la caduta di una cabina. Al momento dell'incidente, verso le 15.30, erano due le cabine in movimento. Dopo l'urto, una è rimasta sospesa nel vuoto mentre l'altra è caduta, causando la morte di tutti i passeggeri a bordo. Sul posto si sono subito diretti elicotteri e mezzi di soccorso del Trentino e del vicino Alto Adige oltre a quelli della Guardia di Finanza.

Ancora non è chiaro la dinamica dell'incidente, è stato però rintracciato l'aereo che, secondo alcune dichiarazioni fornite dal ministero della Difesa, è stato identificato come un Ea-6b da guerra elettronica, dislocato ad Aviano (Pordenone) nell'ambito di missioni in Bosnia per conto della Nato, e non fa parte delle squadriglie della base Usaf di Aviano.

Il velivolo statunitense, con quattro persone a bordo, volava in missione di addestramento pianificata. L'aereo era partito da Aviano, e dopo aver urtato la cabina della funivia del Cermis ha ripreso quota ed è riuscito a rientrare in emergenza alla base nonostante i danni subiti alla fusoliera. Il pilota alla notizia della sciagura ha avuto un malore ma in volo non si è accorto di nulla e ha riferito solo di aver sentito un "grande scossone".

I Vigili del Fuoco di Cavalese hanno istituito un numero cui rivolgersi per informazioni: 0462/231443.

(3 febbraio 1998)

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Italia fuori dalla Nato Nato fuori dalla Europa
by vigliacchi u$a stragisti Wednesday, Feb. 09, 2005 at 1:47 PM mail:

La corte marziale Usa archivia la strage della funivia. E
ora si cercano le eventuali responsabilità italiane

Cermis, nessun colpevole
assolto anche il navigatore


di P. DEL RE e P. FEDRIZZI
Un altro colpo di spugna sulla strage del Cermis. Non ci sono colpevoli. Ma emergono responsabilità italiane sull'autorizzazione per il volo del Prowler. La giustizia militare americana ha deciso di non processare Joseph Schweitzer, il navigatore dell'aereo che tranciò i cavi della funivia. Schweitzer, lo ha dichiarato ieri sera il suo avvocato, non sarà processato per omicidio colposo plurimo e omicidio per negligenza.
Nessun processo, dunque, anche se per lui la corte marziale era stata fissata giovedì prossimo a Camp Lejeune, nel North Carolina, nella stessa aula dove il 4 marzo scorso fu assolto il pilota Richard Ashby. Contro il navigatore dell' aereo assassino rimangono in piedi solo le accuse di ostruzione alla giustizia e condotta indegna per un ufficiale, per aver rimosso e distrutto un video girato durante il volo.

L'altra novità riguarda l'aeronautica militare italiana che autorizzò il volo del Prowler sul Cermis. Il 2 febbraio 1998, il giorno precedente alla tragedia della funivia, costata la vita ai venti occupanti della cabina, le forze militari americane di stanza ad Aviano sottoposero al comando italiano della base la lista con una decina di voli. Questa comprendeva anche il Prowler del capitano Ashby e del navigatore Schweitzer. La richiesta di autorizzazione è in possesso della procura militare di Padova che da tempo ha aperto un fascicolo per accertare le eventuali responsabilità italiane nella strage della val di Fiemme. Il documento - che ancora oggi è considerato segreto militare - smentisce in modo clamoroso l'ipotesi che i militari italiani siano stati tratti in errore dai marines americani con uno scambio all'ultimo momento del tipo di aereo che doveva decollare da Aviano.

Secondo gli accordi Nato, gli unici aerei da guerra autorizzati al volo di addestramento a bassa quota, sempre però rispettando i limiti dei 2000 piedi (700 metri) dal suolo, erano gli F-16. Il Prowler, pilotato dal capitano Ashby, venne però inserito nella lista dagli americani, successivamente vistata dal comando italiano di Aviano, che a sua volta lo comunicò al centro di controllo di Martinafranca. Nessuno, evidentemente, rilevò la violazione e così all'indomani il Prowler spiccò il volo verso la valle di Fiemme.
I marines compilarono a macchina la lista dei voli da autorizzare: complessivamente venne chiesto il permesso per oltre dieci voli.
L'elenco degli aerei comprendeva solo F-16, ad eccezione del Prowler. Il jet affidato al capitano Ashby figura al quarto posto dell'elenco. Precise furono le indicazioni fornite dai marines. Dopo la sigla "Assign", compare il codice dello squadrone (VMAQ-2) e la sigla del Prowler (EA6B). Le informazioni riportavano anche l'ora (13.30z, ovvero le 14.30) del decollo. Il documento contiene un'unica correzione, riferita al numero del volo (cambiato da AV036 ad AV047), effettuato da un capitano di Aviano (F., l'iniziale del cognome) e vistata da un collega (M. B. G. le iniziali). Un semplice controllo avrebbe potuto rilevare la difformità della richiesta in base agli accordi Nato. Lo squadrone VMAQ-2 infatti è composto unicamente da aerei Prowler e correttamente gli americani fecero seguire la sigla dell'aereo (EA6B). Di fronte all'"errore" americano toccava ai comandi italiani bloccare la procedura di autorizzazione, che invece venne accordata dal comando di Aviano e accettata dal centro di controllo di Martinafranca.

Questo non fu il solo caso. I magistrati della Procura di Trento, Francantonio Granero e Bruno Giardina, rilevarono nel corso dell'inchiesta altri sei casi di autorizzazioni rilasciate in contrasto con gli accordi Nato nei mesi che precedettero la strage del Cermis.
L'Aeronautica militare italiana, proprio per limitare l'inquinamento e i rumori provocati dai numerosi velivoli da guerra statunitensi che, per le operazioni Nato sulla Bosnia, venivano trasferiti nella base di Aviano, avrebbe inviato nel 1997 un telegramma ai comandi dell'Alleanza atlantica di Bruxelles e Napoli, oltre che al comando della base Ataf di Vicenza. La comunicazione limitava i voli a bassa quota su territorio italiano - che comunque avrebbero dovuto rispettare il limite dei duemila piedi - "solo ai velivoli del trentunesimo stormo Usa di base ad Aviano", quindi agli F-16. Il telegramma proibiva il volo di addestramento agli aerei "in transito", come era appunto il Prowler della Marina Usa.
La richiesta di rinvio a giudizio dei pm Granero e Giardina sottolineava la responsabilità nella catena di comando del trentunesimo stormo Marines, ma anche le responsabilità delle autorità militari italiane, cui spettava il controllo sulle attività aeree americane. I magistrati denunciarono il clima di "tendenziale soggezione rispetto alle condotte dei militari Usa", reso ancora più evidente dalla "consapevolezza della frequenza delle violazioni alla disciplina di volo, commesse dai piloti degli squadroni americani, stanziali o rischierati". Negli atti delle inchieste delle procure di Trento e Padova sono riportate "le numerose segnalazioni, spesso seguite da indagini per individuare i colpevoli, ma quasi sempre concluse senza alcun provvedimento né italiano né americano".

(16 marzo 1999)

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Strage del Cermis. Onorificenza ad uno dei piloti che causo' la tragedia
by li premiano pure:a$$a$$ini S.S. Wednesday, Feb. 09, 2005 at 1:51 PM mail:

Roma, 5 febbraio 2002


Il 3 febbraio del 1998 un aereo americano proveniente dalla base di Aviano trancia i cavi della funivia del Cermis, causando la morte di venti persone che si trovavano nell'impianto. Il 4 marzo dell'anno seguente il pilota dell'aereo viene dichiarato non colpevole. Adesso uno dei membri dell'equipaggio che causo' la tragedia riceve persino una medaglia dal Governo Usa.

Proprio in merito all' onorificenza assegnata dall' esercito Usa al capitano William Raney, pilota del Prowler che causo' la strage del Cermis, il parlamentare trentino Luigi Olivieri ha presentato un' interrogazione al Ministro degli Esteri.

Olivieri riferisce di aver appreso dalla stampa che il Capitano Raney e' stato recentemente decorato come responsabile della sicurezza in volo per le operazioni svolte nel Nord dell' Irak.

Il capitano William Raney e' uno dei quattro piloti dell' aereo Prowler che il 3 febbraio 1998 causo' la caduta della funivia del Cermis dove morirono venti persone. "Ancor oggi - scrive Olivieri - nessuno sa perche' l' aereo trancio' i cavi della funivia, anche perche' Richard Ashby, il comandante, distrusse il video di bordo e per questo, solo per questo, venne condannato a sei mesi da un tribunale americano ed espulso dall' esercito".

"Per gli altri componenti dell' equipaggio, ad eccezione del Comandante Joseph P. Schweitzer che patteggio' la pena a quattro mesi di reclusione per la medesima fattispecie penale di ostruzione alla giustizia - continua il parlamentare - non venne elevata alcuna sanzione".

"Il giorno del quarto anniversario di questa tragedia, si apprende del riconoscimento dato a Raney, con una motivazione che - scrive Olivieri - aggiunge al danno una atroce beffa: si legge che 'dopo la tragedia Raney ha acquisito esperienza nel garantire un effettivo e sicuro addestramento della sua squadriglia', come a voler significare che venti morti sono serviti a migliorare l' esperienza del militare".

Olivieri chiede al ministro quali iniziative intende assumere per verificare "se e' vero e in che modalita' questo premio e' stato assegnato al capitano Raney; quali iniziative ufficiali il Governo intende assumere per ribadire la sua posizione nei confronti dei responsabili della tragedia del Cermis, affinche' i parenti delle vittime, dopo aver perso i loro cari in un modo cosi' assurdo, non debbano subire un ulteriore affronto al loro dolore".

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Strage del Cermis: una replica dei raid in Bosnia
by robe da pazzi Wednesday, Feb. 09, 2005 at 1:52 PM mail:

Oggi (19 febbraio) il "New York Times" ha pubblicato un lungo articolo, corredato da dettagliate illustrazioni, sulla recente strage del Cermis. Il pezzo, scritto da J. Tagliabue e M.W. Wald, riporta numerosi e documentati particolari sulla strage provocata dall'aereo americano in forza alla NATO. Gli autori iniziano in maniera categorica: "Quando il jet dei marines ha colpito l'impianto della funivia, uccidendo 20 persone, il pilota stava violando le disposizioni che prevedono l'obbligo di volare a piu' di 1.000 piedi [305 metri] dal suolo ed era penetrato in un'area che il governo italiano ritiene fuori da ogni rotta prevista e vietata al volo", aggiungendo subito che "il pilota non disponeva delle mappe militari italiane che erano state fornite ai suoi comandanti e che segnalavano la presenza della funivia, che d'altra parte e' chiaramente riportata in ogni normale mappa stradale. Il Pentagono, la cui politica e' quella di non usare mappe fornite dai paesi ospiti, aveva infatti fornito ai piloti una mappa americana sulla quale non era segnalata la funivia, costruita ben 31 anni fa". Gli autori proseguono raccontando che "il jet ha attraversato la valle a 800 chilometri all'ora, sfiorando laghi e strade e spaventando gli abitanti locali con un volo radente sopra i loro tetti". Addirittura, "numerosi automobilisti hanno telefonato alle autorita' segnalando di avere visto l'aereo sfiorare i tetti delle automobili su una strada altamente trafficata". A circa meta' del percorso, l'aereo della NATO "ha virato a sinistra per attraversare una serie di valli, violando in maniera netta i piani di volo, secondo quanto sostengono le autorita' italiane". Ma perche' tutto questo? Una bravata dei piloti, una "americanata", come anche alcuni membri del governo, presi da un improvviso e sospetto orgoglio nazionale, hanno lasciato intendere? Secondo le testimonianze degli abitanti locali i voli radenti erano pane quotidiano - e' mai possibile che le autorita' militari della NATO (americane e italiane) tollerassero da tempo una tale indisciplina? Un particolare riportato dal New York Times lascia trasparire qualcosa di ben diverso: "Il Prowler ha svolto un importantissimo ruolo nei bombardamenti effettuati dalla NATO tre anni fa in Bosnia-Erzegovina, anche se e' chiaro che dopo la firma di un accordo di pace, i rischi [...] nella regione si sono sostanzialmente ridotti. Tuttavia, i responsabili della difesa di Stati Uniti e Italia continuano a insistere per continuare le missioni di addestramento. Il volo [a quote bassissime] era un'arte militare ampiamente praticata dai Prowler in Bosnia per evitare l'identificazione da parte di aerei nemici. I Prowler e gli altri aerei dello stesso tipo il cui scopo e' quello di mandare in tilt i radar nemici, spesso volano in testa ai battaglioni che effettuano i raid per aprire la strada alle missioni di bombardamento. A quote cosi' basse l'alta velocita' e' addirittura piu' sicura [per i piloti, non per le loro potenziali vittime, evidentemente - n.d.t.] perche' aumenta la manovrabilita'". La realta' sembra piuttosto essere quindi quella di un rischio calcolato, per mantenere sempre efficaci le tecniche distruttrici degli aerei NATO, nel piu' assoluto disprezzo delle popolazioni locali.

Rimangono ancora da individuare con precisione le responsabilita' dell'incidente, che vanno comunque cercate all'interno della NATO. "Il Pentagono insiste nel dire che l'aereo si trovava su una rotta approvata, mentre i funzionari italiani affermano che la valle era al di fuori della rotta e che ogni deviazione era ingiustificata, visto le condizioni atmosferiche eccezionalmente buone. Gli italiani hanno vietato i voli a bassa quota vicino alla funivia nell'agosto scorso, perche' il numero di esercitazioni era ormai arrivato a 900 alla settimana [cioe' ben piu' di 100 al giorno! - a.f.] in un'area delle dimensioni circa del New Hampshire e con un livello di densita' della popolazione quasi doppio. Da allora il numero dei voli e' stato ridotto a 500 alla settimana, con un netto taglio dei voli a bassa quota", voli che, tuttavia, hanno continuato a essere autorizzati, evidentemente. Secondo il New York Times due comandanti americani (il capitano Ashby e il tenente colonnello Muegge) sarebbero sotto inchiesta perche' sospettati di non avere comunicato questo divieto ai loro piloti. Rimane il fatto che nei documenti con i piani di volo depositati presso il centro di controllo veniva esplicitamente "autorizzato il volo a un'altezza di 500 piedi [cioe' la meta' di quella minima consentita - a.f.] al di sopra del territorio del comune di Ponte di Legno".

Il New York Times conferma anche la notizia della destituzione negli USA del tenente colonnello Watters, che aveva ordinato ai propri uomini di distruggere registrazioni video di voli a quote non consentite svolti in passato, una delle quali avrebbe mostrato lo stesso Watters alla guida di un aereo che violava le disposizioni sulla quota di volo. Inoltre, secondo il New York Times, "il Prowler, a differenza degli aerei civili, non ha alcun dispositivo di registrazione delle comunicazioni tra il pilota e la sua base e dei dati di volo, come la cosiddetta 'scatola nera'. Dispone solo di un registratore di missione che rileva l'attivita' radar, l'altitudine sul livello del mare, la latitudine e la longitudine". Ma si tratta di uno strumento di scarsa qualita' documentaria, perche' "per ogni ora di volo il suo margine di approssimazione aumenta di circa due chilometri e nel momento dell'impatto con il cavo della funivia l'aereo poteva quindi trovarsi in un raggio di un chilometro di distanza rispetto al punto indicato nella registrazione, una differenza enorme per rilevare l'altitudine in condizioni di montagna", ma il giornale americano aggiunge un altro particolare ancora piu' inquietante: "Il migliore strumento di rilevazione, nelle missioni dei Prowler, sono di norma gli occhi del pilota. 'Per quel tipo di missione a quota cosi' bassa', racconta un istruttore in pensione, 'il pilota doveva fare affidamento sui propri occhi per capire a che altezza si trovava'".

Al di la' delle responsabilita' individuali, che vanno ancora stabilite, quello che emerge e' un quadro di tragica arroganza da parte delle strutture della NATO. Una premeditata violazione delle norme piu' elementari di sicurezza, nel piu' assoluto disprezzo della popolazione civile e senza nemmeno adottare degli standard tecnologici adeguati per i rischi che gli addestramenti comportavano. Il fatto che sull'Italia nord-orientale abbiano continuato a tenersi cosi' tante esercitazioni per questo tipo di voli, nonostante la loro altissima pericolosita', la dice poi lunga su quanto poco siano pacifiche le intenzioni della NATO rispetto alla Bosnia e all'area balcanica in generale.

(sulla base dell'articolo "How the U.S. Plane Killed 20 in Italy" di J. Tagliabue e M.L. Wald, New York Times, 19 febbraio 1998 - selezione, traduzione e riassunto di A. Ferrario)

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Ciò che non si può dire Il racconto del Cermis
by siamo vigliacchi? Wednesday, Feb. 09, 2005 at 1:58 PM mail:

Perchè compagni non indire una manifestazione in ricordo della strage del Cernis, là dove gli u$a osarono mostrare il loro volto, quello vero?


Per contattarci: e-mail cuca2000news@theOffice.net, web pages http://www.fvg.peacelink.it/aviano2000

Il libro è un romanzo liberamente ispirato alla tragedia della funivia del Cermis in Trentino, precipitata da un’altezza di ottanta metri dopo che un aereo militare americano con quattro marines a bordo, volando a bassa quota ne tranciò i cavi. Nel disastro perirono venti persone. Al di là della ricostruzione romanzata dell’autore, segnata da una scrittura passionale e non sempre lucida, la tragedia rappresenta un altro dei tanti “casi” nei quali manipolazioni politiche ed interessi vari la fanno da protagonisti. In appendice al romanzo il Loperfido trascrive una breve ma significativa Cronistoria di una strage (pp. 100-110); in essa sono riportati gli svariati tentativi da parte di militari e governo degli Stati Uniti di insabbiare e depistare le ricerche: dalla cancellazione della scatola nera allo smarrimento dei piani di volo dell’aereo responsabile del disastro.

In virtù di un rispolverato Trattato di Londra, la magistratura italiana fu esautorara dall’agire contro il pilota ed il navigatore del veivolo; entrambi con alterne vicende vennero giudicati da un tribunale militare e radiati dal corpo dei marines, poca cosa se si pensa che il loro gesto irresoluto, motivato poi dal futile motivo di girare un filmino amatoriale delle Dolomiti, ha causato la morte di venti persone. A questa apparente beffa, si è poi aggiunto il “contentino” per l’allora Primo Ministro Massimo D’Alema. I morti del Cermis vennero infatti utilizzati dall’allora Governo come tragica “merce di scambio” nei confronti della comunista Silvia Baraldini, ergastolana con accuse di terrorismo nelle carceri statunitensi.

Il rimpatrio della Baraldini, nelle parole di una autorevole agenzia stampa americana, sarebbe stato considerato “come un gesto inteso a placare la rabbia degli italiani in seguito all’assoluzione dei due piloti coinvolti nella strage della funivia del Cermis”. Nonostante smentite varie da parte del Governo italiano, il 25 agosto 1999 la Baraldini sbarcò in Italia accolta “festosamente” dall’allora Ministro di Grazia e Giustizia Diliberto... Una benemerenza per chi oggi all’opposizione parla di “questione morale”!

Pino Loperfido, Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis, prefazione di A. Folgheraiter, Curcu & Genovese, Trento 2001 (seconda edizione), pp. 111.

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Cermis:un'altra strage impunita
by Sindaco del paese Wednesday, Feb. 09, 2005 at 2:22 PM mail:

Nel nostro paese, ogni qualvolta il potere militare è coinvolto in tragedie, depistaggi, al cittadino viene negata la verità. Partendo da Ustica per arrivare a Casalecchio di Reno, partendo da Gladio per seguire i golpe mancati, la storia si ripete. Si ripete anche davanti agli scenari di guerra, dalla Somalia con i cittadini abbagliati dalla magica Sofia Loren che abbraccia un bambino, missione umanitaria, e si scoprono, dopo l’omicidio di Ilaria Alpi, altre verità. Come pure è accaduto con la guerra chirurgica contro la Serbia, dai massacri di civili ricostruiti attraverso falsi giornalistici per passare all’uso dei proiettili all’uranio impoverito, dagli scandali dell’operazione Arcobaleno, un’operazione di solidarietà governativa che grazie ai soliti comportamenti tollerati dai militari ha distrutto le potenzialità e la credibilità del volontariato spontaneo che nella ex Yugoslavia e nel Kosovo operava da anni.

Sulla vicenda del Cermis era ovvio, scontato chiedere un’inversione di tendenza al governo di centrosinistra. Ma in Italia, a quanto sembra, le cose non possono prendere pieghe diverse e a tre anni dalla strage non si conosce una verità ufficiale, definitiva su cosa e perché sia accaduto che un cavo della funivia venisse tranciato da un volo pazzesco, inutile, e sul prato sottostante rimanessero schiacciate 20 persone innocenti, ignare di tutto.

La commissione di inchiesta parlamentare ha raccolto testimonianze agghiaccianti che confermano quanto i magistrati di Trento avevano rilevato sin dal primo giorno: questi piloti giocavano, scommettevano, festeggiavano a boccali di birra le loro bravate sul territorio italiano. Questi piloti, appena atterrati, hanno subito distrutto le prove di volo, sono stati coperti dai silenzi delle autorità militari americane e dalla passività di quelle italiane.

Il governo italiano ha lasciato che i piloti fossero processati negli Stati Uniti e noi abbiamo assistito alla loro assoluzione. Abbiamo dovuto subire la ripetuta arroganza e volgarità del caposquadriglia capitano Asby, un pilota che non ha perso occasione per offendere la nostra sensibilità, i giornalisti e i parenti delle vittime.

La tragedia del Cermis quindi non ha colpevoli, anzi, una condanna è stata emessa. Grazie all’intraprendenza del governo D’Alema, la CGIL del Trentino è stata condannata con una pericolosissima sentenza della Corte di Cassazione.

La FILT, la categoria dei trasporti della CGIL, si era dichiarata parte civile nel processo con un unico scopo: quello di tutelare la sicurezza dei dipendenti delle linee funiviarie e degli utenti. Ora si trova a dover pagare 50 milioni di spese processuali e ad ingoiare la terribile sentenza: nessun cittadino o associazione di qualsiasi specie ha il diritto o il potere di interferire nelle decisiooni che gli Stati Uniti, paese alleato dell’Italia, prende in campo militare sul territorio di paesi alleati.
I

n questa situazione a Cavalese si è tenuto il terzo anniversario della tragedia. Sono stati momenti intensi e forti: la sera del 2 febbraio il coro della SAT e il giorno dopo la messa nella parrocchiale celebrata dal vescovo mons. Luigi Bressan alla presenza dei parenti delle vittime, degli ambasciatori dei paesi interessati, dell’ambasciatore americano Foglietta. Una persona, quest’ultima, certamente animata da sentimenti profondi, ma che non può nascondere le responsabilità del suo Paese con i suoi gesti teatrali, come l’inginocchiarsi sul piazzale delle funivie, o l’abbraccio ai parenti delle vittime. Pur essendo certi delle sue sofferenze a livello personale, invece di portare gestualità tanto forti - lo ripetiamo - doveva garantire una strada veloce e certa alla giustizia, alla verità: non doveva inchinarsi alla ragione di Stato.
N

elle celebrazioni va rilevato il comportamento dei cavalesani, sconcertante in molti casi. Era stata indetta la giornata di lutto cittadino; alcuni negozi l’hanno rispettata, pochissimi bar. I commenti ricorrenti erano per lo più cinici: "Cosa c’entriamo noi con la tragedia? E’ un fatto che riguarda le funivie, perché privare dei servizi i turisti?"

Le funivie, come al solito, hanno fatto la figura peggiore: hanno chiuso l’impianto negli orari più tranquilli, quando quasi nessuno lo usa, dalle 11 alle 12. Eppure un atto di sensibilità forte poteva essere segnato a loro favore: dirottare gli sciatori, per un solo giorno, nella vicina Pampeago.

Niente di tutto questo, le funivie del Cermis pretendono dalla Provincia e dallo Stato risarcimenti, pretendono di impossessarsi dell’intera montagna di Cavalese ottenendo deroghe paesaggistiche e di procedura nel ricostruire l’impianto, le piste fino a fondo valle, i parcheggi nell’Avisio. Tutto è loro dovuto ed in questo si trovano ben assecondate dal Sindaco del paese. In questi comportamenti non si legge tanta distanza dall’arroganza dimostrata dai militari americani.

In paese c’è volontà di rimuovere il fatto, in troppi sono rimasti infastiditi anche dalla semplice riproposizione della giornata di lutto cittadino. Alcuni degli amministratori comunali in particolare stanno attendendo l’arrivo dei presunti dovuti risarcimenti, 40 miliardi, per ricostruire un’immagine turistica perduta - si dice.

Le voci che chiedono verità e giustizia rimangono deboli, appena sussurate. Solo un gruppo consigliare le invoca, quello di Cultura Società Ambiente. I termini verità e giustizia vengono usati nelle altre occasioni solo per un’azione di pulizia della coscienza, per non essere accusati di cinismo. E nessun passo governativo è ancora stato compiuto per modificare il trattato di Londra del 1952, quello che ha permesso alla Corte di Cassazione di emettere una sentenza tanto pesante, tanto umiliante per quei cittadini che nonostante tutto ancora ricercano la verità, anche nelle pieghe del potere militare.

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Nessuno gli ha ascoltati?
by il processo in Italia no! Wednesday, Feb. 09, 2005 at 2:25 PM mail:

ASSASSINANO CITTADINI EUROPEI IN ITALIA, MA NON SONO PROCESSATI IN ITALIA; LI 'PROCESSANO' IN NORD AMERICA E LI ASSOLVONO PURE !!!!!!!

MA GUARDA CHE SORPRESA, C'ERA FORSE DA ASPETTARSELO ?


Strage del Cermis: 70 testimoni saranno
convocati a Trento per il processo ai piloti Usa
Sono settanta i testimoni che saranno convocati in Tribunale a Trento per la rogatoria internazionale chiesta dai giudici del processo Usa ai due piloti dell'aereo dei marines che il tre febbraio scorso tranciò i cavi della funivia del Cermis e provocò la morte di 20 persone presenti nella cabina precipitata al suolo. I testimoni saranno ascoltati da una delegazione americana nelle udienze pubbliche già fissate dal Gip di Trento, Carlo Ancona, dal 20 al 23 ottobre. Nei giorni scorsi è giunta dal ministero l'autorizzazione al pagamento degli straordinari delle stenografe il cui utilizzo era in dubbio per la circolare della Corte d'appello di Trento che inibiva il loro utilizzo a Palazzo di Giustizia a Trento per mancanza di fondi. Il Gip ha già sollecitato al presidente della Corte l'emanazione dell'apposita autorizzazione. A Trento è attesa una delegazione americana composta da una decina di persone: con il giudice Robert Nunley, vi saranno gli avvocati difensori, i rappresentanti dell'accusa e gli imputati che sono accusati di omicidio per negligenza e la sentenza dovrebbe essere pronunciata a fine gennaio.

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basta: lo abbiamo capito
by nonfregaanessunoormaicheimporta Wednesday, Feb. 09, 2005 at 2:41 PM mail:

basta,

ci farai saltare scemi!
Lo abbiamo compreso ormai, gli strafottutissimi yankee sono assassini, come se questo esigesse confermazione da parte tua, ma adesso basta, stop, taglia corto, se sei sempre tu a postare sta roba.

Aspetta almeno che ti risponda qualcuno, hai lanciato l'esca e adesso aspetta per dinci: qualcun altro interessato come te a sta robba ti rispondera'!

Io ho provato a cercare in internet ed ho scovato :
" funivia cermis strage:Risultati 1 - 10 su circa 414 pagine in Italiano per strage funivia cermis. (0,19 secondi) ".

Tuttu il mondo intero ne ha scritto, pure Feltri.
Tutto il mondo ha fatto qualcosa, almeno a parole, ma nessun governo italiano o straniero ha MAI fatto qualcosa per le sue vittime, rimaste dolorosamente impunite !

Nessuno ha fatto NIENTE in pratica, ne organizzazione governativa ne organizzazione extragovernativa, statale, parastatale ... ecc.

Che vorresti fare tu?
Una marcia di cento persone fuori dall'ambasciata statounitense co' un modellino in cartapesta della funivia, e magari del DC-9 de' USTICA ?

Ha Ha Ha

Ho trovato in internet " Risultati 1 - 10 su circa 13.800 per strage ustica. (0,03 secondi) ".

Tuttu il mondo intero ne ha scritto, pure Curzio.
Tutto il mondo ha fatto qualcosa, almeno a parole, ma nessun governo italiano o straniero ha MAI fatto qualcosa per le sue vittime, rimaste dolorosamente impunite !

Nessuno ha fatto NIENTE in pratica, ne organizzazione governativa ne organizzazione extragovernativa, statale, parastatale ... ecc.

(bis) Che vorresti fare tu?
Una marcia di cento persone fuori dall'ambasciata statounitense co' un modellino in cartapesta della funivia, e magari del DC-9 de' USTICA ?

Comunque auguri,
mi piace la tua ostinazione!
anche se
ti rifiuti di capire
che di queste
cose
non frega proprio
NIENTE
a
NESSUNO.


Con stima e compassione,
e forse anche un pizzico di pieta',
ciao.

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IO NON HO CAPITO
by che cosa? Wednesday, Feb. 09, 2005 at 8:24 PM mail:

spiegatemelo con più sintesi,lo gradirei.

grazie.

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adesso te lo spiego io con piu' sintesi
by e lo capirai finalmente Thursday, Feb. 17, 2005 at 3:20 PM mail:

U$A A$$ASSINI !!!!!!!!!


capito lo hai?

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