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Pescara: manifestazione, trenta anarchici davanti al carcere
by info(A) Tuesday, Jun. 07, 2005 at 8:52 AM mail:

ristretti.it

Pescara: manifestazione, trenta anarchici davanti al carcere



Il Messaggero, 6 giugno 2005



Danilo Cremonese e Valentina Speziale erano stati trasferiti, all’alba, in due carceri diversi ma nonostante questa novità i loro compagni anarchici non hanno cambiato programma. Il sit-in s’è fatto lo stesso, dinanzi a San Donato: dalle 14 alle 18,30 anche se all’inizio era stato chiesto e ottenuto un permesso per una manifestazione più lunga e cioè dalle 14 alle 20. E si è svolto in un’atmosfera totalmente pacifica.

Trenta persone al massimo, per lo più abruzzesi. Per lo più giovani, tra i 20 e i 30 anni. Per lo più amici e parenti di Cremonese e Speziale, finiti in cella il 27 maggio, accusati di associazione con finalità di terrorismo e propaganda sovversiva, essendo ritenuti i fondatori della cosiddetta "Cooperativa Atigiana Fuoco e affini", sigla clandestina poi federata nel cartello anarco-insurrezionale Fai (federazione anarchica informale).

Cremonese, 28 anni, originario di Manoppello, è stato condotto a Pesaro; Speziale, stessa età, pescarese, è andata a Lecce. L’operazione di trasferimento, essendo dettata da ragioni di sicurezza, è stata comunicata a familiari e avvocati solo quando era conclusa, cioè dopo che i ragazzi avevano raggiunto le loro destinazioni. Dei pescaresi finiti nell’inchiesta della Digos di Pescara (diretta da Claudio Mastromattei) e poi sviluppata in tutta Italia, solo Claudia Cospito, 36 anni, è rimasta in un carcere abruzzese, attualmente si trova a Teramo. Gli anarchici sono arrivati a San Donato alla spicciolata, qualcuno con la macchina, qualcuno con il camper, altri a piedi. Ad accoglierli c’era un folto schieramento di Polizia e più in là, su via Alento, carabinieri e polizia municipale. La porta del carcere sbarrata da un cellulare della polizia penitenziaria.

I ragazzi si sono sistemati di fronte all’ingresso principale del penitenziario. L’altoparlante è servito per amplificare il volume della musica (musica d’area ma c’erano anche le canzoni di Manu Chao) e per leggere due volte lo stesso comunicato che, nella sua brevità, ribadiva il concetto della solidarietà a tutti i detenuti e l’urgenza di cancellare l’istituzione-carcere. A 50 metri, oltre la porta del carcere, sempre su via San Donato, gli agenti, quasi tutti in borghese. Tra i due gruppi, quello degli anarchici e quello della Digos, non c’è mai stato un attimo di tensione. Attenzione, sì. Ma né slogan contro la Polizia, né pressioni di nessun genere dalla Polizia.

Due soli gli striscioni: uno, in via Alento, scritta nera su fondo bianco, con la scritta "Solidarietà ai detenuti e alle detenute. Fuoco alle galere. Liberi tutti". Uno nel luogo del sit-in, scritta bianca su fondo blu: "Dani e Vale liberi". All’interno del carcere nessuna reazione: d’altra parte a San Donato non ci sono detenuti politici, la sensibilità su questi temi è minore che in altri penitenziari.

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