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http://italy.indymedia.org/news/2005/07/830759.php Nascondi i commenti.

Crazia fermata violentemente la carovana pacifista per la palestina [AGGIORNAMENTO]
by ima croatia Saturday, Jul. 09, 2005 at 10:55 AM mail:

La polizia croata ferma violentemente la carovana pacifista destinata in palestina.

La polizia croata ferma violentemente la carovana pacifista destinata in palestina.

La carovana che il 5 luglio e' partita da Strasburgo destinata in Palestina con l'intento di raggiungere Gerusalemme e' stata
fermata al confine tra la Slovenia e la Croazia.Uno degli attivisti e' stato arrestato e ricondotto al confine Sloveno.
La polizia ha usato dei metodi molto violenti contro gli attivisti che stavano protestando pacificamente con le mani in alto.
La carovana e' composta da 150 persone che credono nel potere delle relazioni umane e nella solidarieta',convinti che l'applicazione
delle leggi internazionali sia la chiave per risolvere il conflitto tra gli Israeliani e Palestinesi.La carovana e' organizzata
dal Movimento di Solidarieta' Internazionale e supportata dalla Commissione dei Diritti Umani (Ginevra), e dal parlamento europeo.
Dopo Ginevra, Milano, Trieste venerdi pomerigio la carovana ha preso la strada per il confine di Bregana per trascorrere la notte
a Zagabria, Croazia.Durante la perquisizione dei mezzi, la polizia ha ritrovato un fucile di plastica(!) decidendo di bloccare
tutta la carovana.Uno dei passeggeri della carovana,un ragazzo Palestinese con il domicilio legale in spagna,era sprovvisto della
visa Croata,quindi e' stato trattenuto e interrogato dai servizi segreti Croati.Dopo l'intervento delle ambasciate di Francia e Germania,
sembrava che la visa poteva essere rilasciata dalle autorita' Croate.Tuttavia la polizia si rifiutava di far entrare il ragazzo nel territorio
Croato, quindi gli altri passeggeri decidevano di restare sul confine manifestando attraverso la disobbedienza civile.In questo momento
vi erano sul confine circa 30 poliziotti; alcuni di loro molto aggressivi che minacciavano ripetutamente con violenza di voler arrestate una
giornalista Croata intervenuta sul posto.Dopo l'ultimatum della polizia di ritornare in Slovenia in un minuto tutti i carovanieri si sono
riuniti intorno al bus con le mani alzate in segno di protesta.A questo punto la polizia ha iniziato a spingere e pestare la folla,incluse
persone anziane e bambini.Violentemente hanno preso in consegna il ragazzo Palestinese,negando l'assistenza del suo avvocato.E' stato
spinto dentro un auto della polizia e deportato di nuovo in slovenia.Dopo sette ore di ritardo la carovana scortata dalla polizia, ha raggiunto
il campeggio da dove ripartiranno per Belgrado nella mattinata.

Con questi comportamenti ed il pestaggio,la polizia Croata ha mostrato un alto livello di intolleranza e non professionalita'.
Questo e' come la carovana e' entrata nei Balcani, una regione che deve ancora imparare che ogni singolo sforzo per la pace deve essere firmato.

foto dal confine: http://croatia.indymedia.org/news/2005/07/938.php

eng
http://newswire.indymedia.org/en/newswire/2005/07/823772.shtml

URGENTE!!!!! diffondente la notizia!!!!!

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Ecco i pacifisti dell'ISM
by Squalo Saturday, Jul. 09, 2005 at 1:50 PM mail:

Vecchio articolo che dimostra cosa si cela dietro al sedicente sigla dell' International Solidariety Moviment, formato da "pacifisti" filopalestinesi.


La polizia britannica ha arrestato sei persone in relazione all'attentato terrorista della scorsa settimana al Mike's Place di Tel Aviv realizzato da due terroristi di cittadinanza britannica (Asif Mohammed Hanif e Omar Khan Sharif, il primo morto suicida nell'esplosione, l'altro fuggito e tuttora ricercato). I due probabilmente erano entrati nella striscia di Gaza e in Israele sotto la copertura di gruppi di "pacifisti" stranieri filo-palestinesi affiliati all'International Solidarity Movement (ISM), e avevano anche presenziato a una cerimonia in memoria di Rachel Corrie (l'attivista filo-palestinese rimasta uccisa lo scorso 16 marzo nella parte sud della striscia di Gaza quando e' scivolata davanti a un bulldozer in manovra delle Forze di Difesa israeliane, rimanendo colpita dai detriti).
Gia' alla fine dello scorso mese di marzo, durante un'operazione anti-terrorismo condotta dalle Forze di Difesa israeliane, negli uffici dell'International Solidarity Movement a Jenin era stato trovato e arrestato un importante membro del gruppo fondamentalista terrorista palestinese Jihad Islamica. Il terrorista, responsabile di vari attentati terroristici anti-israeliani sventati in tempo dalle forze di sicurezza, era ospitato e nascosto negli uffici del movimento "pacifista" filo-palestinese. Fino all'ultimo due donne affiliate al movimento, una britannica e una canadese, avevano tentato di nascondere il terrorista ricercato e armato, per sottrarlo all'arresto.
In questo quadro si va ora ad aggiungere la morte di James Miller, il fotoreporter freelance britannico di 35 anni mortalmente ferito venerdi' scorso durante uno scontro a fuoco fra soldati israeliani e terroristi palestinesi mentre, senza accredito-stampa, faceva riprese nella zona di Rafah (striscia di Gaza meridionale) per un documentario sui bambini palestinesi. Miller molto probabilmente e' stato colpito alla schiena da terroristi palestinesi.
Tutti questi fatti danno fondamento al timore di Israele che i cosiddetti "pacifisti" internazionali vengano sempre piu' spesso usati, piu' o meno consapevolmente, come "scudi umani" dai terroristi palestinesi per coprire le loro attivita' omicide. Per questo il governo israeliano sta considerano la possibilita' di impedire l'ingresso nel paese e nei territori dei cosiddetti "pacifisti" filo-palestinesi.
Il provvedimento si renderebbe ancora piu' necessario alla luce delle notizie che giungono dalla Gran Bretagna. Sabato Scotland Yard ha reso noto l'arresto in Inghilterra di sei persone (tre uomini e tre donne) in relazione alle indagini sul recente attentato a Tel Aviv. Domenica il Sunday Times riferisce che un importante esponente estremista islamico in Gran Bretagna, Hassan Butt, sostiene che si sono gia' cinquanta musulmani britannici pronti a fare attentati suicidi in Israele. "Hanno tra i 17 e i 40 anni - ha detto Butt - e mi contattano per questo scopo. Almeno venti di loro sono molto convinti. Per lo piu' si tratta di persone che vivono in Gran Bretagna e le cui famiglie hanno origini in Pakistan, India e Bangladesh. Aspettano solo l'occasione buona. Non sono cose che si fanno individualmente, ci vuole organizzazione. Bisogna selezionarli ed esaminarli. Ma credetemi - conclude Butt - al momento giusto verranno usati tutti".


(israele.net, 4.05.03 - dalla stampa israeliana)

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