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Roma - Con le tende in città
by dal manifesto Wednesday, Aug. 24, 2005 at 8:10 PM mail:

Dormono sul marciapiede i 35 etiopi sgomberati. Il Comune: se ne occupi il Viminale.

Porta Maggiore a Roma in questi giorni ha cambiato aspetto. Sul marciapiede, sotto il palazzo da cui sono stati sgomberati, una quarantina di etiopi ha piantato le tende e ha deciso di dormire là. Le persone che passano in questa zona, uno degli snodi del centro, si chiedono che cosa sia accaduto e guardano con stupore quel tendone verde. Non si è mai vista una tendopoli piazzata in mezzo alla città. Ieri, dopo quattro giorni passati in queste condizioni, gli immigrati - per la maggior parte rifugiati e senza una casa in cui vivere - si sono diretti in Campidoglio per protestare con il Comune, che non ha saputo offire una soluzione alternativa quando la Prefettura ha deciso lo sgombero. «Veltroni, facci vedere che sei veramente amico degli africani», diceva uno dei fogli che gli immigrati portavano in mano. Al piccolo corteo non è stato neanche permesso di salire sul piazzale del Campidoglio perché, hanno spiegato i vigili urbani, non c'era nessuno che potesse riceverli, visto che tutti sono in vacanza. Soltanto una delegazione di quattro persone ha potuto incontrare due funzionari dei Servizi sociali. Ma la risposta è stata deludente. Dopo aver spiegato che l'amministrazione era all'oscuro dello sgombero, e che dei rifugiati dovrebbe occuparsi il Viminale, hanno ripetuto che il Comune può farsi carico soltanto «dei casi più urgenti». Nei centri di accoglienza (peraltro pieni) possono essere ospitati soltanto le donne e i minori. «Ci propongono, praticamente, di smembrare le famiglie, ma questa non è una soluzione», ha detto Taga Tarekegne, portavoce della Comunità etiope di Roma.

Ma il problema non è solo questo: chiunque abbia deciso lo sgombero lo ha fatto infischiandosene delle reali condizioni delle persone che ci vivevano. La palazzina in questione - di proprietà di una società immobiliare - era stata occupata da poco più di un mese. Si tratta di famiglie e rifugiati che, in alcuni casi, vivevano in altre occupazioni, in altri casi dormivano per strada alla stazione Termini. «Prima ci dicono che siamo persone che hanno diritto a una protezione - si indignava ieri Nadir - poi ci lasciano in mezzo a una strada». Oltretutto lo sgombero della palazzina di Porta Maggiore è stato violento, nonostante gli immigrati non abbiano opposto resistenza. Due persone sono finite all'ospedale e il referto medico di uno di loro parla di «ustioni» sulle braccia e sulle gambe. Gli sgomberati sono convinti che la polizia abbia utilizzato manganelli elettrici durante la carica.


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