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Virus polli, allarme anche per l'Italia
by CAZZI ACIDI Tuesday, Sep. 13, 2005 at 12:32 AM mail:

Virus polli, allarme anche per l'Italia "In caso di pandemia 150 mila morti" Anatre diffondono il virus dei polli Aumenta il rischio di un'epidemia Influenza polli, l'allarme della Fao "In Italia la prossima primavera" Influenza polli, speranze dagli Usa Fauci: "Vaccino entro pochi mesi"



Virus polli, allarme anche per l'Italia
"In caso di pandemia 150 mila morti"
Anatre diffondono il virus dei polli
Aumenta il rischio di un'epidemia
Influenza polli, l'allarme della Fao
"In Italia la prossima primavera"
Influenza polli, speranze dagli Usa
Fauci: "Vaccino entro pochi mesi"
Previsioni pessimistiche degli esperti europei riuniti a Malta
nel caso l'influenza aviaria riesca a trasmettersi da uomo a uomo
Virus polli, allarme anche per l'Italia
"In caso di pandemia 150 mila morti"
Storace rassicura: "Siamo primi per numero di vaccini acquistati"
Pronto anche un opuscolo informativo dei medici di famiglia


Prevenzione contro l'influenza aviaria in Indonesia
ROMA - Se l'influenza aviaria dovesse trasformarsi da epidemia in pandemia, passando da uomo a uomo anziché soltanto da animale a uomo, una volta arrivata in Italia provocherebbe 16 milioni di contagi, due milioni di ricoveri, 150 mila morti, finendo per mettere in ginocchio il Paese. Sono queste le previsioni diffuse dagli esperti internazionali riuniti in questi giorni a Malta per la II Conferenza europea sulla malattia.

Si tratta di una ipotesi possibile, probabile secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità, ma non scontata, visto che al momento il virus è stato segnalato solo marginalmente in Europa e non è ancora in grado di passare da essere umano ad essere umano. Le autorità sanitarie italiane sono comunque convinte di essere pronte a fronteggiare l'emergenza nel caso si avverassero le previsioni più cupe.

A ribadire le linee guida della nostra politica di profilassi è stato il ministro della Salute Francesco Storace commentando l'allarme giunto da Malta. "E' probabile - ha detto il ministro Storace - che dai luoghi dove adesso si registra, il virus si possa estendere nella Russia meridionale, nelle zone ancora più vicine all'Europa", e occorre capire se poi la diffusione continuerà o meno verso l'Occidente.

Contro questo rischio, ha proseguito il ministro, "l'Italia ha puntato più sul vaccino che sui farmaci antivirali, perché è importante agire sulla prevenzione. E da questo punto di vista possiamo vantare un record mondiale: siamo il Paese che si è mosso con straordinaria tempestività. Il 10 agosto, il ministero ha sottoscritto tre contratti di prelazione con aziende farmaceutiche per la sperimentazione e l'immissione sul mercato di questi vaccini, per circa 35 milioni di dosi".

Nel corso del prossimo consiglio dei ministri, ha poi sottolineato Storace, il governo "venerdì prossimo sarà approvato un decreto che consentirà l'acquisizione di ulteriori scorte per circa sei milioni di cicli antivirali, in grado di coprire il 10% della popolazione. Un altro 10% - ha poi aggiunto il ministro - riguarderà lo sforzo che dovranno fare le regioni. Da questo punto di vista, quindi ci stiamo rimettendo in carreggiata".

Nei giorni scorsi i ritardi italiani nell'opera di prevenzione erano stati denunciati dall'Oms. Il nostro paese al momento può contare infatti su poco più di 185 mila cicli dosi di antivirali, i farmaci indispensabili nella prima fase di contrasto della malattia. Poche rispetto a nazioni che hanno già raggiunto, come l'Olanda, coperture per quasi un terzo dei cittadini: oltre 5 milioni su 16 milioni e mezzo.

E anche i nuovi interventi annunciati dal ministro Storace per arrivare al 10 per cento della copertura rischiano secondo l'Oms di rivelarsi insufficienti. Altre nazioni di dimensioni paragonabili all'Italia, come la Gran Bretagna, che conta 60 milioni di abitanti, hanno già incamerato quantità di farmaci per intervenire su quasi il 25% della popolazione.

Alla strategia farmacologica si affiancherà comunque quella informativa, impegnando in prima linea i medici di famiglia. La Società italiana di medicina generale (Simg) ha già preparato un libro bianco e un opuscolo, destinati rispettivamente ai medici e ai cittadini per offrire un supporto scientifico e informativo in caso di emergenza. Entrambi saranno a disposizione entro la fine di settembre. Il libro bianco - ha spiegato Aurelio Sessa, membro della Commissione pandemia influenzale del ministero della Salute - vuole essere uno strumento per informare chi gestirà clinicamente l'influenza, dalle strategie ai farmaci, alle varie misure di sorveglianza.

L'opuscolo per i cittadini, 16 pagine in tutto, verrà distribuito negli ambulatori dei medici di famiglia. L'invito contenuto sarà quello di evitare il "fai da te" e rivolgersi subito al medico in caso di sintomi sospetti, che saranno indicati. "Nessuno intende creare allarmismo - ha spiegato Ovidio Brignoli, vicepresidente della Simg - è indubbio però che, in caso di pandemia, è necessaria la collaborazione di tutti: l'esperienza della Sars nel 2003 ha dimostrato come l'efficacia del risultato finale dipenda in larga misura dal coordinamento di tutti gli interventi nei singoli paesi".

In ogni Asl sarà nominato inoltre un commissario, che, in caso di dichiarazione di pandemia influenzale, avrà il compito di gestire l'emergenza. Non si tratterà di un manager con superpoteri, ma di una figura di collegamento con le regioni, il ministero, gli altri ospedali ed i medici di famiglia, per organizzare al meglio ogni intervento.

(12 settembre 2005)

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