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L'Italia ha un cuore verde...l'Umbria!
by imc-pg Monday, Oct. 07, 2002 at 12:16 PM mail:

La repressione colpisce i coltivatori nel cuore verde d'Italia

Cattive notizie dalla verde Umbria: il 3 ottobre 2002 l'ennesima piantagione di canapa è stata scovata dai Carabinieri di Perugia. Secondo le fonti di stampa alle porte di Resina (una località in campagna nel comune di Perugia) è stato sequestrato un campo di 155 piante. Assieme alla piantagione si è aggiunto il sequestro di 10kg di canapa essiccata e l'arresto dei due presunti coltivatori rispettivamente di 33 e 51 anni . Sulla stampa i toni da guerra alla droga parlano di "un duro colpo alla rete dello spaccio", mentre molto più probabilmente si trattava di una coltivazione destinata all'uso personale. I due arrestati sono stati etichettatti come insospettabili, entrambi occupati nel settore dell'artigianato, entrambi incensurati. Secondo la ricostruzione della stampa il più giovane dei due provvedeva alla coltivazione mentre il secondo si occupava dell'essiccazione delle piante; tuttora sono aperte le indagini per verificare la partecipazione di altri eventuali complici. Ancora una volta cadono nelle maglie della repressione due persone la cui unica colpa è quella di autoprodurre, l'unica forma di resistenza attiva per chi pur apprezzando i cannabinoidi, crede che i clan mafiosi dei narcotrafficanti non vadano finanziati. Mentre l'eroina sembra ritornare la regina delle droghe nel centro di Perugia, lo stesso giorno altri due ragazzi di 18 e 26 anni rispettivamente di origine palestinese e tunisina, sono arrestati mentre cercavano di vendere una ventina di grammi di hashish nel centro storico di Perugia. Le forze dell'ordine come al solito si accaniscono sui più indifesi: due piccoli trafficanti di strada, due "cavalli" che corrono per potenti padrini mafiosi, i boss che domani troveranno altri due, quattro, dieci cavalli disposti a rimpiazzare volentieri i due sfortunati fratelli, probabilmente venduti dai padrini alle forze dell'ordine per confezionare un bell'articolo sui giornali e mostrare all'opinione pubblica che il guanto di ferro dello stato funziona mentre la vera malavita organizzata (e che essendo veramernte organizzata non è mai colta in fragrante) continua ad agire indisturbata. Qualche settimana fa in un altra coltivazione nei pressi Castiglione del Lago, sul lago Trasimeno, sono state sequestrate oltre 200 piante. In questo caso(secondo voci provenienti dall'underground locale) i coltivatori degli autoproduttori locali, avendo notato nei primi di giugno che un elicottero che monitorava fotograficamente le coste del lago a causa della siccità, si sono ben guardati dal rimettere piede nella piantagione, iniziando una serie di appostamenti a distanza in attesa di vedere se elementi delle forze dell'ordine stessero a loro volta controllando il campo. Dopo l'avvistamento di due finanzieri in divisa all'interno della piantagione nessuno dei coltivatori si è più avvicinato alla zona, mentre proseguivano i controlli delle forze dell'ordine, fin quando qualche settimana fa (notare che la piantagione era stata scoperta a giugno) è comparsa sulla stampa locale la notizia del sequestro delle piante. La coltivazione, almeno da quanto sosteneva un quotidiano locale, sarebbe stata accollata ad un fantomatico "giovane nordafricano" sorpreso nei pressi del campo con con due grammi di marijuana in tasca ed in compagnia della sua ragazza nei pressi del campo, non sappiamo se questi dettagli finali siano delle coloriture aggiunte dalla stampa per motivi di cronaca oppure se realmente la coltivazione è stata attribuita ad un innocente.


Scandalo
by Capo Friday, Feb. 07, 2003 at 1:30 PM mail:

Il proibizionismo non risolve i problemi, ma li peggiora.
Quello della canapa si basa solo su balle inventate da sceriffi dell'antidroga ultra bigotti che pensano solo a far carriera. La ganja fa bene, cura una miriade di malattie, non da assuefazione e non porta all'uso di altre sostanze. Il suo proibizionismo è infamante.
Consiglio di leggere "Marihuana: lo scandalo internazionale" di Guido Blumir, ed. Einaudi.

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