Picchetti e autogestioni, parte la protesta nelle superiori.
Anche gli studenti delle superiori sono pronti a far sentire la loro voce contro la riforma disegnata dal ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti. Per domani i «disobbedienti» dei collettivi stanno preparando un blocco degli stage («non vogliamo essere sfruttati dalle aziende che si arricchiscono alle nostre spalle», dicono), in cui vorrebbero coinvolgere anche gli universitari che stanno occupando la Statale. «Siamo vicini alla loro lotta», dicono da licei e istituti tecnici. Ma le manifestazioni non sono finite: giovedì 10 novembre i giovani delle superiori faranno partire l’«Occupa tutto day», giornata di protesta che dovrebbe coinvolgere 40 istituti di Milano e Provincia. Parte, dunque, anche quest’anno, la stagione del dissenso studentesco. Con cortei e occupazioni, picchetti e autogestioni. Proprio mentre da tante parti arriva la richiesta di trovare «forme alternative» di contestazione, come ha proposto il preside del liceo Tasso di Roma, Mario Rusconi, con il «Manifesto per la scuola europea», o come da due anni si sta facendo allo scientifico Volta, con la tre giorni di didattica flessibile condivisa da insegnanti e studenti. Legalità e forme di protesta. Come quella dei ricercatori universitari. «Stiamo con chi occupa la Statale - dice Stefano Simonetta, tra i leader della lotta alla Moratti - anche se arrivano tardi: sarebbe stato meglio che cominciassero a protestare prima dell’approvazione del disegno di legge».
