Questa primavera sarà cruciale per la lotta degli abitanti della Val Susa contro l'alta velocità ferroviaria: sono in procinto di partire i lavori per la galleria di servizio di Venaus, da dove partirà la mostruosa galleria di 54 chilometri che taglierà alla radice l'Ambin. La ditta vincitrice l'appalto è la CMC di Ravenna, una cooperativa "rossa" che in fatto di danni ambientali si è fatta le ossa con la TAV nel Mugello (è sotto processo per disastro ambientale). La CMC è a capo di una cordata che vede tra le altre la Cogeis di Quincinetto. Sabato 16 verrà effettuata un'iniziativa informativa proprio a Quincinetto. Appuntamento alle ore 15 in piazza Armonia e Concordia. Per chi viene da Torino punto di incontro alle 14 in corso Palermo 46.
Fermiamo il treno della morte! Nessun cantiere, nessuna galleria a Venaus!
L'Alta Velocità ferroviaria, dopo aver devastato mezza penisola, si accinge a sbarcare in Val di Susa, dove le popolazioni locali si sono per oltre un decennio opposte ad un progetto destinato a devastare una valle già segnata da un'autostrada, due statali e da una linea ferroviaria internazionale. Negli ultimi 15 anni numerose sono state le manifestazioni, i comizi, le assemblee dei valligiani contro un progetto destinato a portare solo inquinamento e distruzione. Sono mesi decisivi per la lotta dei valsusini contro la linea ferroviaria TAC-TAV. Questa primavera le ditte vincitrici l'appalto dovrebbero iniziare i lavori per la galleria di servizio di nove km collegata alla due "canne" principali di 52 chilometri. Le due gallerie, traforando la montagna da Venaus a S. Jean de Maurienne, sono destinate a produrre danni ambientali considerevoli (taglio delle falde, estrazione di materiali pericolosi quali l'uranio e l'amianto, etc.). Si tratta, lo dicono con "orgoglio" le stesse ditte che hanno vinto l'appalto per conto del General Contractor LTF (Lyon Turin Ferroviarie) di realizzare una linea di "pianura" (con pendenza non superiore al 12%) in montagna (la montagna in questione è l'Ambin, 3.500 metri di altezza).
La ditta che guida la cordata vincitrice l'appalto è la CMC di Ravenna, una cooperativa rossa, che in materia di TAV ha una lunga esperienza: suoi i lavori che hanno devastato il Mugello e per i quali è sotto processo. Oltre alla CMC ci sono ditte di Roma e Milano (Geotecna), Faenza (Bentini Costruzioni), Quincinetto (TO) (Cogeis). Boicottiamo le ditte che parteciperanno a questo progetto di devastazione e inquinamento! I valsusini non sono soli: la loro lotta è anche la nostra lotta per un ambiente più vivibile per una civiltà fondata sulle persone e non sul profitto, sulla qualità della vita e non sulla velocità.
In Alta Valle gli abitanti sono pronti a bloccare i lavori: il cantiere di Venaus non deve partire. Quella che si gioca in Valle di Susa non è solo una partita sull'ambiente ma è anche una battaglia politica, economica e culturale in cui è in ballo il destino delle trentacinquemila persone che l'abitano, che di fronte alla "fretta" della globalizzazione, non sono che piccoli ostacoli lungo il "corridoio" che collegherà Torino all'Europa. Ma loro non ci stanno e nonostante l'Alta Velocità veda il consenso sia del Polo che dell'Ulivo, nonostante gli enormi interessi in ballo, nonostante il ruolo preponderante esercitato dalla Fiat continuano a battersi per le loro case, per la loro salute, per il diritto dei loro figli a crescere in un ambiente sano. Fermare il TAV è indispensabile, non vi sono possibili "correzioni" dell'impatto ambientale: ne va della stessa possibilità di continuare a vivere nei paesi della valle. Quando fecero l'autostrada raccontarono la bella favola dei posti di lavoro, delle possibilità di sviluppo, del turismo. La gente ha imparato a proprie spese che la lunga ombra scura dei piloni dell'autostrada è indicatore simbolico e materiale di gas di scarico, rumore, prosciugamento delle falde acquifere. Mentre si sono costruiti e progettati i mostri del trasporto superveloce sono peggiorati i servizi alle persone. Le stazioni minori hanno chiuso biglietterie e sale d'aspetto perché poco remunerative: così i pendolari, studenti e lavoratori, aspettano il treno all'aperto in estate come nei lunghi inverni. La città di Susa, dove c'è l'ospedale, alcune scuole superiori ed altri servizi è collegata con una linea minore che funziona poco e male. Se il Tav verrà realizzato la gente farà fatica a raggiungere l'osped ale mentre dei razzi a trecento chilometri all'ora sfrecceranno ogni cinque minuti rasenti alle case. Anche questa è "logica", la logica del profitto che non guarda in faccia nessuno. I fautori del Tav cercano di trasformare la Valle di Susa in uno spazio disabitato, un corridoio in cui corrono treni superveloci destinati a collegare metropoli invivibili e mostruose, fatte di anonime periferie e centri direzionali.
Noi non ci stiamo: alla logica del profitto opponiamo la pratica della libertà
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