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Milano - «Fuggiti dalla guerra, occupiamo una casa» | ||
by dal corriere Thursday, Nov. 17, 2005 at 11:43 AM | mail: | |
Duecento immigrati in una palazzina vicino a Porta Venezia. L’assessore Manca: sgombero immediato.
Eritrei, etiopi, sudanesi. Prima costretti a scappare dall’Africa per sfuggire alla disperazione della guerra e poi dai topi di una caserma abbandonata di Milano che faceva rimpiangere di avere attraversato il deserto e il Mediterraneo. Adesso, in duecento, quasi tutti maschi con lo status di profughi, hanno occupato una palazzina disabitata in via Lecco 9, all’angolo con viale Tunisia, a due passi da Porta Venezia. Quattro piani diroccati, con i sottotetti appena ristrutturati, di proprietà di un’immobiliare che ne ha già chiesto la restituzione alla Questura. «Vivevano in condizioni disumane - spiega Luciano Muhlbauer, consigliere regionale di Rifondazione Comunista - tra macerie, escrementi e topi. Con l’arrivo dell’inverno non potevano non trasferirsi qui». L’azione degli occupanti è stata appoggiata da alcuni esponenti dei centri sociali. Mentre la Digos si è limitata a monitorare la situazione, accertando che non vi siano state tensioni. «Sono arrivata a Milano tre anni fa - racconta una eritrea di 35 anni con permesso di soggiorno per asilo politico - e mi sono arrangiata dormendo per strada o nelle case dove facevo la domestica. Chi ha ottenuto il permesso per asilo politico non può lavorare, altrimenti perde il sussidio, ma sono quattro mesi che non lo prendo». |
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