lunedì 14 ottobre 2002
comunicato
ARESE : CHECK POINT, INTIMIDAZIONI E BOTTE PER ALCUNI MANIFESTANTI
aggressione dei carabinieri a 100 mt da fiat-arese
Una aggressione tanto immotivata quanto preoccupante ha visto protagonisti i "soliti noti". Il tutto avviene in prossimità degli stabilimenti FIAT , verso le 13,30, a 200 mt dall'ingresso in cui erano appena rientrati gli operai al termine dello sciopero, dell'occupazione dell'autostrada e dell'assedio al municipio. Proprio su quella stessa strada poche ore prima occupata dagli operai vengono tratti in una vera e propria imboscata una decina di ragazzi, studenti e disobbedienti che, al termine della manifestazione, stavano dirigendosi al casello autostradale per tornare verso Milano. Con la scusa di un "controllo patente e libretto" (forniti immediatamente dal ragazzo che stava guidando) una prima macchina con 2 carabinieri affianca e ferma il camioncino che, con l'impianto voce, stava tornando in città. Basta una manciata di secondi per capire che l'intento è ben diverso da quello di un semplice controllo. Alla semplice richiesta da parte dei ragazzi di una delucidazione sui motivi del particolare controllo segue la secca risposta di una richiesta generalizzata di documenti e identificazione per tutti gli altri occupanti del camioncino e per tutti i ragazzi che si trovavano su altre 2 macchine. Neanche il tempo di rispondere a questa immotivata richiesta che, altre 6 o 7 macchine piene di carabinieri, arrivano a circondare il gruppo di ragazzi. Con intimidazioni e strattoni alcuni carabinieri iniziano ad isolare i singoli ragazzi e in particolare ad aggredire 2 ragazze "colpevoli" di avere in mano rispettivamente una telecamera e una macchina fotografica. Proprio queste due ragazze e due studenti quindicenni del Coordinamento dei Collettivi sono quelli più presi di mira dal drappello di carabinieri che, esaltati e divertiti, danno il via ad una serie di inseguimenti e botte. Mentre la situazione degenera pesantemente l'arrivo di qualche testimone "adulto" e di alcuni compagni di Rifondazione e dei Giovani Comunisti della zona inverte le sorti della situazione. I Carabinieri improvvisamente si riciclano nella parte delle vittime, riconoscendosi solo un po' colpevoli di non essere stati capaci di tenere a bada "qualche testa ..calda" (la parola usata da loro era un'altra), che "c'è da tutte e due le parti". (!?!) Alcuni addirittura si massaggiano fingendosi palesemente doloranti. Dall'altra parte tanta rabbia e diversi acciacchi, per chi è stato trascinato a terra, per chi è stato preso per i capelli, per chi si è beccato i cazzotto in faccia, per chi ha cercato (piuttosto inutilmente) di difendere la telecamera e le testimonianze video. Tanta rabbia, non solo per la telecamera che, "finalmente" dopo ripetuti tentativi un ben determinato carabiniere è riuscito a rompere, ma soprattutto per la netta impressione che questo piccolo "incidente" tanto incidentale non sia stato. L'incredibile celerità dell'arrivo dei tanti carabinieri, semplicemente troppi per una "richiesta patente e libretto". La determinazione a prendere di mira chi cercava di raccontare quanto stava accadendo. L'impossibilità di rivolgersi ad un funzionario responsabile dell'operazione, mai qualificatosi e mai individuabile. Tutti questi fatti rendono palese la preoccupante volontà di avere tentato una vera e propria e grave "schedatura" di quei manifestanti, clandestini metropolitani rispetto ad un territorio di cui qualcuno vuole fare una nuova zona rossa. Una zona rossa per confinare entro limiti territoriali, anche attraverso identificazioni e aggressioni, la lotta dei lavoratori FIAT . Una sorta di check point ad una uscita di autostrada da Milano, in un territorio che si vuole isolato nel tentativo di isolare quei lavoratori da chi, con loro, decide di disobbedire ad un futuro di precarietà.
COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI di milano e provincia CANTIERE (milano) 339.4388832 + 02.36511380 + cantiere@ecn.org
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