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Vogliamo tutto e soprattutto un tetto!

Questa mattina abbiamo agito un'altra tappa del "tour della vergogna": una serie di disvelamenti del degrado che denunciano le condizioni fatiscenti in cui versano gli edifici dell'Amministrazione pubblica.
Abbiamo voluto bloccare l'attenzione della città di Bologna sulla palazzina in via Rimesse 23-27 che da più di 10 anni versa nel più totale abbandono benchè la sua destinazione sia abitativa. Dalle 11 di questa mattina quindi sono stati fatti dei blocchi stradali davanti alla struttura fatiscente, impossibile da occupare a causa delle distruzioni ad hoc fatte dai dipendenti dell'Acer. Piuttosto che lasciare che chi ha bisogno di una casa risolva autonomamente il problema si prefersisce distruggere scale e tetti.
Oggi si è anche comunicato il fatto che in via Avesella due, prima tappa del nostro "tour" sono iniziati i lavori: la palazzina tornerà ad essere abitabile nella misura di 13 appartamenti e la centralina elettromagnetica nociva per il vicinato che stava all'interno della struttura verrà smantellata.Il metodo dell'occupazione continuamente criminalizzato a mezzo stampa costituisce una reale soluzione ai problemi della città come quello abitativo.
In questo modo abbiamo voluto rispondere in maniera chiara alle accuse con cui Kofferati ha attaccato gli occupanti di casa, dichiarando che siamo noi a togliere le case agli assegnatari acer. Questo discorso infamante si mostra in tutta la sua maliziosa miseria proprio difronte all'iniziativa di oggi.

Alla prossima occupazione...

Due settimane fa veniva sgomberato il SELVA 21, una occupazine fresca di pochi giorni nella zona di via Bologna (in contemporanea, un'altra occupazione il Casotto di corso Palermo, di propietà del comune, veniva sgomberata). Il SELVA 21 è di propietà delle Costruzioni Ristrutturazioni e Attività Immobiliari, una delle tante imprese edili che monopolizzano le case, lasciandole come in questo caso a marcire fino a che si presenta il momento buono per far partire la speculazione, ciò che trasforma una necessità (la casa) in un affare redditizio per pochi. Oggi rilanciamo a partire da qui. PROBLEMI DI CASA? OCCUPA IL POSTO VUOTO PIU' VICINO

Due settimane fa veniva sgomberato il SELVA 21, una occupazione fresca di pochi giorni nella zona di via Bologna (in contemporanea, un'altra occupazione il Casotto di corso Palermo, di propietà del comune, veniva sgomberata). Il SELVA 21 è di propietà delle Costruzioni Ristrutturazioni e Attività Immobiliari, una delle tante imprese edili che monopolizzano le case, lasciandole come in questo caso a marcire fino a che si presenta il momento buono per far partire la speculazione, ciò che trasforma una necessità (la casa) in un affare redditizio per pochi.

Oggi rilanciamo a partire da qui.

PROBLEMI DI CASA? OCCUPA IL POSTO VUOTO PIU' VICINO

Questa occupazione nasce dall'esigenza di più persone di trovare una soluzione abitativa, uscendo da una logica di mercato sempre più sfacciatamente insostenibile.

Non vogliamo continuare a farci sfruttare, non vogliamo delegare ad altri la soddisfazione dei nostri bisogni, LA CASA E' UNA NECESSITA' E VA PRESA. Per chi è sotto sfratto, per chi non può permettersi n affitto, per chi una casa non ce l'ha, per chi è sfruttato, disoccupato, l'occupazione di case può diventare l'unica risposta.

E Torino è una città in cui le case sfitte sono molte, come per esempio gli spazi ex-Enel nel quartiere Aurora, molte delle case e degli spazi presenti all'interno dell'ex Manifattura Tabacchi, oltre a tutti gli appartamenti costruiti per le olimpiadi che presto saranno abbandonati a loro stessi, destinati a marcire.

La pratica dell'occupazione di case è un modo per opporsi alle speculazioni edilizie e finanziarie che stanno trasformando le città in enormi centri commerciali e produttivi, in cui c'è spazio solo per chi può permetterselo.

DALLA NECESSITA' ALLA PRATICA. E la necessità non è solo di rispondere ad un leggittimo bisogno abitativo dove chiudere la porta per lasciare il mondo fuori, ma anche quello di creare spazi di libera socialità (quello tra persone che si scelgono, non imposta dalle frequentazioni obbligatorie) dove insieme creare strutture che tramite il libero scambio ci consentano di non fruire di servizi ma di acquisire direttamente dei metodi che risolvano le nostre necessità.

Questo nuovo posto vuole essere un luogo aperto ed in continua discussione con chiunque, stando di dover elemosinare, di arrivare alle cose necessarie per il rotto della cuffia o portatore di critica verso il mondo ed il modo di vivere esistente, abbia voglia di mettere in gioco le sicurezze di una vita monotona e prigioniera, per l'incertezza di un domani da costruire.
In meglio. CON LE NOSTRE MANI

Gli occupanti della Reggia Occupata di Torino

Io sono nato e vivo a Bologna..Sono ormai stanco di queste "belle ed educate persone" che entrano in strutture abitative altrui e, come se fosse loro diritto, occupano. Ma voi, signori, siete davvero da rinchiudere in qualche prigione o struttura per malati mentali. Sono, d'accordo con Voi che le case costini troppo e gli affitti siano carissimi..ma questa è la realtà. Forse, sarebbe il caso, cari Signori che Voi, se volete una casa..VI METTIATE A LAVORARE E A RISPARMIARE PER COMPRARVELA O PER POTER SOSTENERE IL COSTO DI UN AFFITTO. VOI PARLATE DI DIRITTO...MA LA PAROLA "DOVERE" LA CONOSCETE O NEL VOSTRO VOCABOLARIO NON ESISTE?
INCOMINCIATE A COMPORTARVI COME PERSONE EDUCATE E NON VIOLENTE PRIMA DI TUTTO.VEDRETE CHE CON LE BUONE MANIERE E, SOPRATTUTTO USANDO LA TESTA (CHE COME CI AVETE DIMOSTRATO NON AVETE) QUALCOSA OTTERRETE.

P.S.: per i collettivi Crash e Mao...continuate, continuate pure cosi...io vi dico solo una cosa...quel che seminate poi raccoglierete..non è un avvertimento, solo un consiglio..a smetterla di fare quel cazzo che volete perchè prima o poi la gente si stanca...e forse già lo è..