Siete veramente una massa di conformisti acritici che si manovrano come niente
Bisogna tenere conto del fatto che il Ponte appartiene al sistema dei Corridoi europei, e precisamente a Corridoio 1. Questi corridoi riguardano un sistema di infrastrutture di trasporto, con tutte le strutture complementari correlate, compresi gli oleodotti e i gasdotti. Una rete europea che convoglierà i flussi commerciali. Rete che è stata decisa a livello europeo, prima dell'attuale governo, e in un'ottica proiettata nel futuro, 20, 30, 50 anni DOVE passano i maggiori flussi commerciali è uno dei motivi delle guerre della storia, perchè dove passano creano ricchezza. La rete dei corridoi la potete trovare su Internet. La concorrenza tra l'uno o l'altro corridoio determina lotte politiche e non solo politiche. Per Corridoio 8 - che favoriva i loro piani - gli Usa hanno fatto la guerra alla Jugoslavia, mentre agli europei interessava di più Corridoio 5 (è quello di cui fa parte la Tav della Val di Susa). Ma non c'è solo la concorrenza tra europei e americani (che interferiscono in tutto), c'è anche una concorrenza tra europei stessi. Il Ponte sullo Stretto è la "via di accesso" alla piazza del mercato più importante del mondo, nel futuro: il Mediterraneo. Che le materie prime e i manufatti prendano questa o quell'altra strada è perciò politicamente (ma in ultima analisi economicamente) determinante. Senza considerare poi che, in tempi di "coperta corta", che i soldi vadano a finire di quà o di là è fondamentale, e si parla sia di finanziamenti europei sia di grandi investitori privati. Perciò interesse contrario al Ponte è quello dei paesi nordeuropei da cui passa attualmente molta parte del flusso internazionale delle merci
Trapani è il punto dell'Italia più vicino all'Africa, ci sono solo 4 ore di ferry boat tra Trapani e Tunisi (ferry boat che già attualmente trasportano auto e persone tra queste due città a pieno regime). Facendo quindi passare il Corridoio 1 per Palermo (e quindi proseguendolo fino alla vicina Trapani) l'Italia stessa diventerebbe un vero e proprio "ponte sul mediterraneo" sia per le persone, sia per le auto, sia per le merci e, novità, anche per i treni. Nessun'altro percorso del Corridoio 1 passante per l'Italia comporterebbe così poche ore di traghetto per raggiungere l'Africa. Il Corridoio 1 in tal maniera diventerebbe addirittura più conveniente anche dell'altro percorso (CONCORRENZIALE!) tra Europa ed Africa, ossia quello che passa per la penisola iberica, lo Stretto di Gibilterra e Ceuta (o Tangeri) in Marocco. In pratica il Ponte sullo Stretto trasforma il Corridoio 1 da Berlino-Reggio Calabria (o Berlino-Brindisi, Berlino-Taranto, Berlino-Gioia Tauro in Berlino-Palermo-Trapani-Tunisi E tutto questo anche senza voler tenere in considerazione l'altrettanto importante aspetto socio-economico tutto italiano insito nel collegare permanentemente la Sicilia al resto della penisola (che molti sembrano invece voler escludere a priori).
Ma una concorrenza c'è anche a livello di dove dovrà passare un certo asse. Per esempio, riferendoci al Tav, c'è certamente l'interesse di certe nazioni di farlo passare a nord delle Alpi, interesse che cavalca (e sponsorizza?)le paure dei valsusini, alcune delle quali (poche) giustificate, altre assolutamente ingiustificate. E' la stessa cosa per il Ponte, c'è essere un interesse della Grecia, o della Spagna, a far passare Corridoio 1, l'asse Nord-Sud, da casa loro. Quindi prima di tutto dobbiamo inquadrare la questione Ponte in un'ambito di geopolitica internazionale, dove molteplici interessi si coagulano attorno all'opposizione al Ponte di Messina, sfruttando l'ingenuità e la disinformazione e anche la mancanza di spirito critico di chi si fa convincere da certi argomenti, senza vedere gli interessi e le menovre che ci sono dietro
Qualcuno ha scritto "Occorre ricordare che la madre di tutti i movimenti ambientalisti italiani, Italia Nostra, persegue l’obiettivo di impedire la realizzazione di qualsiasi infrastruttura nazionale, a cominciare dalla Torino-Lione per finire col Ponte di Messina. In particolare, Italia Nostra combatte la Legge Obiettivo, che ha permesso al governo di scavalcare gli ostruzionismi locali nel caso delle infrastrutture strategiche. Italia Nostra fu fondata nel "55 da un gruppo di aristocratici feudalisti e da loro lacchè su suggerimento di Elena Croce, figlia del famoso filosofo hegeliano che, già sostenitore di Mussolini fino al 1936, divenne poi fiduciario dei circoli di potere angloamericani. Elena fu la “papessa” del mondo culturale del dopoguerra per conto di quegli ambienti, che si ripromettevano di ostacolare ogni iniziativa a favore della modernizzazione e dell’indipendenza nazionale"
"Il ponte sullo stretto di Messina, e ve lo dice un Ingegnere, che lavora a 200 mt da dove verrà costruito il pilone sponda siciliana, è l'opera su cui si è studiato più a lungo negli ultimi 20 anni, però non conosco abbastanza a fondo tutto il progetto per poter dare il mio parere. Quello che posso dire è che conosco molti dei professionisti che hanno lavorato al progetto e che li stimo quali persone serie, capaci ed oneste"
> > In questa zona ad levato rischio sismico e dai precari equilibri urbanistici e territoriali, il Governo, nonostante evidenti carenze progettuali e la crescente opposizione della popolazione, sta portando avanti la realizzazione di un ponte che vorrebbe collegare le due sponde dello Stretto, ad unica campata della lunghezza di 3.300 metri, con doppio impalcato stradale e ferroviario, per un costo prudenziale stimato, oggi, a consuntivo in circa 6 miliardi di euro (quando il costo reale dell’opera, per l’aumento dei prezzi dei materiali, delle compensazioni ambientali e del calcolo sbagliato sulla durata dei cantieri, almeno 12 invece di 6 anni, portano a stime che si aggirano tra i 7,5 e i 9 miliardi di euro). >
«Il Piano finanziario, strumento essenziale della concessione e dell'attività della società, è l'allegato principale alla convenzione approvata all'inizio del 2004, che stabilisce le regole di funzionamento della società stessa fino al 2041. Il Ponte sullo Stretto ed i suoi collegamenti (20,3 km stradali e 19,8 ferroviari) costano 4,6 miliardi di euro. Il fabbisogno complessivo, tenuto conto di eventuali possibili aumenti di costo e degli oneri finanziari, è pari a sei miliardi di euro. Il Piano finanziario conferma le modalità ed i risultati previsti nello schema di analisi e fattibilità finanziaria approvato dal consiglio di amministrazione nel gennaio del 2003: nessun contributo a carico dello Stato; la fattibilità finanziaria dell'opera si basa su un aumento di capitale della società di circa 2,5 miliardi di euro pari al 40 per cento del fabbisogno complessivo da erogarsi progressivamente in relazione all'avanzamento delle attività di costruzione; le residue occorrenze finanziarie, il 60 per cento (circa 3,5 miliardi di euro) dei fabbisogni, saranno coperte attraverso finanziamenti di tipo project finance contratti in più tranche sul mercato internazionale dei capitali. Tali finanziamenti saranno rimborsati con i flussi finanziari generati dalla gestione dell'opera» «E' opportuna una riflessione per chiarire la natura del capitale di rischio che gli azionisti e principalmente Fintecna, Anas e Rfi immetteranno nell'iniziativa. Tali risorse destinate al Ponte rappresentano un investimento imprenditoriale, basato su analisi di rendimento e prospettive di recupero e non un contributo a fondo perduto. Infatti, seppure il capitale di rischio investito nel progetto proviene da società a controllo pubblico (Fintecna, Anas e Rfi), il suo impiego discende da analisi tecniche di investimento ed è disciplinato da logiche tipicamente privatistiche di mercato. Il vero impiego di "risorse pubbliche" si avrebbe qualora il progetto, secondo schemi seguiti in passato, venisse finanziato in larga misura (almeno il 50 per cento) con contributi a fondo perduto».
> Noi riteniamo che questa sia una sfida sbagliata: > > - per il progresso tecnologico. Non esiste ponte al mondo, stradale e ferroviario, ad unica campata che superi i 1.900 metri. Allo stato attuale delle conoscenze un ponte ad unica campata di 3.300 metri di lunghezza, come quello voluto dal Governo, potrebbe essere costruito solo tra 100 anni.
CHI lo dice? Con questa logica non si potrebbe fare mai nulla di nuovo
"Il ponte sullo stretto di Messina, e ve lo dice un Ingegnere, che lavora a 200 mt da dove verrà costruito il pilone sponda siciliana, è l'opera su cui si è studiato più a lungo negli ultimi 20 anni, però non conosco abbastanza a fondo tutto il progetto per poter dare il mio parere. Quello che posso dire è che conosco molti dei professionisti che hanno lavorato al progetto e che li stimo quali persone serie, capaci ed oneste"
> - per l’economia del Sud. I 6 miliardi (che potrebbero diventare tra i 7,5 e i 9) a consuntivo e i 138 milioni l’anno, per oltre 40 anni, potrebbero essere meglio impiegati per il potenziamento e l’ammodernamento delle reti stradali e ferroviarie siciliane e calabresi, per la ristrutturazione degli scali portuali e aeroportuali o da trasformare in aeroporti civili (come Comiso e Sigonella) e per incentivare il trasporto via mare e aereo di merci e passeggeri. Mentre il mondo intero promuove le autostrade del mare come mezzo più economico ed ecologico per il trasporto delle merci, in Italia si vuole rendere carrabile il braccio di mare che separa la Sicilia dal continente.
Il Ponte sullo Stretto ha un valore logistico internazionale, essendo una delle poche maglie mancanti nella rete delle grandi direttrici europee. Esso costituisce da un lato la ramificazione finale della direttrice europea nord-sud, ovvero della grande rete intermodale che da Berlino collega il cuore dell'Europa a Palermo e di qui al Mediterraneo, e dall'altro l'anello mancante del corridoio plurimodale tirrenico di interesse europeo Ventimiglia-Trapani-Mazara del Vallo. Inoltre, nell'ambito del sistema dei corridoi paneuropei, la connessione del ponte al Corridoio 8 consentirà di stabilire un efficiente sistema di interscambio tra la Sicilia e i Paesi del Sud-Est europeo. La piena funzionalità del ponte presuppone un piano di interventi complessivo sulle infrastrutture del Mezzogiorno, con il completamento dei lavori di ammodernamento dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e con la riqualificazione della S.S. 106 Jonica e delle autostrade siciliane. Uno degli obiettivi dell'Anas è quello di completare, nei tempi di costruzione del ponte, sia in Calabria che in Sicilia, tutte quelle infrastrutture viarie senza le quali il ponte non potrebbe sviluppare appieno i suoi effetti positivi. In Calabria è prevista la costruzione un raccordo di 9,8 km (di cui 6,3 km in galleria) con l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, in località Piale. Tale raccordo consentirà, tra l'altro, di eliminare i carichi di traffico e di inquinamento presenti nel centro cittadino di Villa S. Giovanni. Per quanto riguarda la rete stradale e autostradale, il progetto preliminare individua i raccordi necessari a consentire l'operatività del ponte e prevede che si sviluppino in massima parte in galleria, con elevati benefici paesaggistici. In Sicilia si prevede di realizzare un tratto autostradale di 10,5 Km (di cui 6,9 in galleria) tra l'area di esazione del ponte e le autostrade A20 Messina-Palermo e A18 Messina-Catania (con una serie di svincoli lungo il percorso), che consentirà un sistema di penetrazione a "pettine" nella città di Messina (agevolandone anche la decongestione del centro, oggi interessato da notevoli flussi di traffico). Prima della conclusione dei lavori del ponte, prevista per il 2012, il sistema viario meridionale sarà ridisegnato, ammodernato, potenziato. Il Ponte sullo Stretto sarà l'anello di congiunzione dell'asse intermodale nord-sud che, dai paesi industrializzati europei, arriva fino a quelli emergenti dell'Africa e del Mediterraneo a partire dal 2010 con l'inizio del libero scambio EUROMED La Divisione International dell'Anas, costituita con la missione di realizzare infrastrutture e fornire servizi all'estero, è interessata a sviluppare la sua attività prima di tutto nell'area del bacino del Mediterraneo. Il ponte è quindi, anche per l'Anas, un'occasione di design del territorio, di sviluppo della rete trasportistica e di interscambi internazionali. La realizzazione del ponte nasce dall'attento esame dei dati di traffico e dalle previsioni sugli scenari trasportistici futuri. L'attuale sistema dello stretto entra in crisi in molti periodi dell'anno, soprattutto nell'area di Messina, dove il traffico Continente-Sicilia (6.600 auto e 3.100 autocarri giornalieri) si somma con quello urbano, creando disagi a residenti, a turisti e al traffico commerciale. La realizzazione di un collegamento stabile è la risposta concreta alla domanda di un più efficiente, rapido e moderno sistema di trasporto tra la Sicilia e il Continente, che sostituisca e/o integri quello attuale. • La tutela dell'ambiente: il ponte consentirà un drastico abbattimento delle emissioni di gas di scarico e procurerà vantaggi anche all'ecosistema marino, che subirebbe ulteriori danni qualora il traffico via traghetti venisse ulteriormente intensificato. • Il risparmio di tempo: il ponte unirà infatti le sponde della Calabria e della Sicilia nel punto in cui sono più vicine, consentendo l'attraversamento dello stretto in soli 3 minuti, sia per gli autoveicoli che per i treni, con una consistente riduzione dei tempi di attraversamento di circa un'ora per auto e merci su strada e di 2 ore e di 2 ore e 20 minuti rispettivamente per i passeggeri e per le merci viaggianti in treno. • Gli effetti positivi sul traffico: la piattaforma stradale del ponte, a due corsie per ogni senso di marcia, sarà in grado di smaltire un traffico di 3.000 veicoli l'ora per senso di marcia. Grazie al ponte e ai nuovi raccordi stradali che saranno costruiti, si realizzerà una sensibile riduzione della congestione delle aree urbane interessate. • La maggiore integrazione socio-economica delle aree dello stretto di Messina: la riduzione dei tempi di attraversamento dello stretto favorirà gli spostamenti dei residenti e dei turisti, produrrà un abbassamento dei costi per le imprese, ed incentiverà gli scambi commerciali e l'ampliamento dei mercati, consentendo, tra l'altro, un'intensificazione dei contatti tra imprese, la nascita di nuove occasioni di "business" e una più forte integrazione tre le economie regionali. • Le ricadute occupazionali: lo studio ha previsto, nei sei anni di cantiere, un incremento della occupazione diretta e indiretta pari a circa 40 mila unità. • Effetti positivi per il trasporto marittimo: un numero consistente di persone e di merci sceglierà di muoversi via terra, anche con la ferrovia (eliminando le attese agli imbarchi per chi scegliesse di spostarsi via mare). Di consenguenza, diminuendo il traffico trasversale dei traghetti, lo stretto potrà essere "riaperto" ai traffici marittimi, e i porti di Messina, Villa S.Giovanni e Reggio Calabria, oggi tagliati fuori dalle rotte del Mediterraneo, potranno ritrovare la loro naturale vocazione, riaprendosi al cabotaggio e al turismo.
Per quanto concerne le ferrovie ci sono altri interventi appaltati; a Gennaio partiranno i lavori per la nuova metropolitana tangenziale di Palermo (il cd. passante ferroviario), la velocizzazione della PA-AG, il raddoppio RC-Melito di Porto Salvo in corso, i cantieri aperti sulla A3, la nuova tratta Sibari-Cosenza in appalto, è in corso d'appalto la gara per il raddoppio della ferrovia Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono (con la lista degli espropri) con costruzione in variante, quindi una nuova linea veloce di altri 40 km, in modo da arrivare al raddoppio a 2/3 di linea entro il 2008-2009. Quest'anno stanno installando sistemi GSM-R sulla linea principale e per il prossimo anno è previsto un ulteriore adeguamento tecnologico delle linee principali delle due regioni, soprattuto questa. Insomma, nel 2006 si apriranno altri nuovi ed importanti cantieri (ponte a parte).
1) L'autostrada MESSINA-PALERMO è stata completata; 2) E' iniziata la costruzione dell'autostrada CATANIA-SIRACUSAR-GELA che finalmente completerà l'asse viario MESSINA-GELA e lascerà libera la SS 114 per la circolazione locale (chi la usa tutti i giorni sa cosa vuol dire); 3) Sono' in progetto le autostrade GELA-SANTO STEFANO DI CAMASTRA, GELA-AGRIGENTO E AGRIGENTO-MAZARA DEL VALLO; 4)Per quanto riguarda la ferrovia è in costruzione il raddoppio della ME-PA (altri 60 km verrano consegnati a breve) e, verrà progettata una nuova linea la ME-CT-PA che consentirà al TAV di arrivare fino a Palermo, completando così il corridoio 1 BERLINO-PALERMO. 4) E' in costruzione il nuovo aeroporto intercontinentale di CATANIA; 5) Sono previsti il potenziamento di alcuni porti. Tutto questo sarà realizzato nei prossimi 10-12 anni ed il ponte deve essere ultimato e connesso a queste infrastrutture, anche perchè, torno a ripetermi, nel 2010, si aprirà il mercato EUROMED e se la Sicilia non si doterà di adeguate infrastrutture verrà tagliata fuori dai flussi commerciali da/per l'EUROPA.
(Per ulteriori informazioni sull'EUROMED vedi di seguito il documento originale in inglese della Comunità Europea)
Euro-Mediterranean Partnership/Barcelona Process
The Euro-Mediterranean Conference of Ministers of Foreign Affairs, held in Barcelona on 27-28 November 1995, marked the starting point of the Euro-Mediterranean Partnership (Barcelona Process), a wide framework of political, economic and social relations between the Member States of the European Union and Partners of the Southern Mediterranean. The latest EU enlargement, on 1st May 2004, has brought two Mediterranean Partners (Cyprus and Malta) into the European Union, while adding a total of 10 to the number of Member States. The Euro-Mediterranean Partnership thus comprises 35 members, 25 EU Member States and 10 Mediterranean Partners (Algeria, Egypt, Israel, Jordan, Lebanon, Morocco, Palestinian Authority, Syria, Tunisia and Turkey). Libya has observer status since 1999. The Barcelona Process is a unique and ambitious initiative, which laid the foundations of a new regional relationship and which represents a turning point in Euro-Mediterranean relations. In the Barcelona Declaration, the Euro-Mediterranean partners established the three main objectives of the Partnership: 1. The definition of a common area of peace and stability through the reinforcement of political and security dialogue (Political and Security Chapter). 2. The construction of a zone of shared prosperity through an economic and financial partnership and the gradual establishment of a free-trade area (Economic and Financial Chapter). 3. The rapprochement between peoples through a social, cultural and human partnership aimed at encouraging understanding between cultures and exchanges between civil societies (Social, Cultural and Human Chapter). The Euro-Mediterranean Partnership comprises two complementary dimensions: • Bilateral dimension. The European Union carries out a number of activities bilaterally with each country. The most important are the Euro-Mediterranean Association Agreements that the Union negotiates with the Mediterranean Partners individually. They reflect the general principles governing the new Euro-Mediterranean relationship, although they each contain characteristics specific to the relations between the EU and each Mediterranean Partner. • Regional dimension. Regional dialogue represents one of the most innovative aspects of the Partnership, covering at the same time the political, economic and cultural fields (regional co-operation). Regional co-operation has a considerable strategic impact as it deals with problems that are common to many Mediterranean Partners while it emphasises the national complementarities. The multilateral dimension supports and complements the bilateral actions and dialogue taking place under the Association Agreements. The existing MEDA programme is the main financial instrument for the Euro-Mediterranean Partnership. From 1995 to 2003, MEDA committed € 5,458 million in co-operation programmes, projects and other supporting activities, the regional activities comprising around 15% of this budget. The other important source of funding is the European Investment Bank that has lent € 14 billion for developing activities in the Euro-Mediterranean Partners since 1974 (€ 3.7 billion in 2002-2003).
The Euro-Mediterranean Free-Trade Area
Set to become the world's biggest marketplace
In the Barcelona Declaration (1995), the Euro-Mediterranean Partners agreed on the establishment of a Euro-Mediterranean Free Trade Area (EMFTA) by the target date of 2010. This is to be achieved by means of the Euro-Mediterranean Association Agreements negotiated and concluded between the European Union and the Mediterranean Partners, together with free trade agreements between the partners themselves. Turkey signed in 1995 an Association Agreement establishing the definite phase of a customs union with the EU. Together with EFTA this zone will include some 40 States and 600-800 million consumers, i.e. one of the world’s most important trade entities Since 2004 the Mediterranean Partners are also included in the European Neighbourhood Policy (ENP).
> > - per il lavoro nel Mezzogiorno. L’occupazione temporanea nei 7 anni di cantiere, stimata dal Governo, è gonfiata del 100% e sarà richiesta manodopera ad alta specializzazione che escluderà le maestranze locali mentre si nasconde che, a regime, verranno tagliati centinaia di posti di lavoro tra gli addetti del traghettamento. >
Centinaia di posti contro 40.000 posti? ma sapete quello che dite? E chi lo dice che non verranno impiegate maestranze locali? è una cosa senza senso
> - per l’ambiente- Con opere, cantieri, discariche e cave si devasta un habitat unico nel Mediterraneo per la ricchezza della biodiversità e 11 tra siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale, tutelate dall’Europa; la qualità della vita di decine di migliaia di cittadini che vivono sulle due sponde, sarà compromessa definitivamente.
Infatti il Golden Gate, il Ponte sul Bosforo etc etc...
Per quanto riguarda la sismica: si dice che la zona è su due zolle continentali, ma il Giappone è su quattro zolle continentali, è pieno di ponti e non sono mai crollati
I ponti sospesi sono tipicamente poco sensibili ai terremoti: infatti la configurazione strutturale conferisce loro una sorta di "isolamento" naturale che deriva dall'estraneità delle frequenze tipiche delle sollecitazioni sismiche (periodi di frazioni di secondi) rispetto alle possibilità fisiche di vibrare delle strutture (periodi di alcuni secondi e decine di secondi). Ne ha dato prova evidente il ponte giapponese Akashi investito dal devastante sisma di Kobe (gennaio 1995 - grado 7,2 Richter, con epicentro proprio in corrispondenza del ponte) sopportando brillantemente gli effetti e soprattutto senza risultarne danneggiato. Il Ponte sullo Stretto è stato progettato per resistere ad un terremoto "estremo" con magnitudo pari a circa 7,1 della scala Richter (la massima registrata in Italia) con l'ipocentro posto a circa 15 Km dal ponte. Tale sisma costituisce un evento estremamente raro la cui probabilità di accadimento resterà molto bassa per svariati secoli. Nel progetto del ponte sullo Stretto, è stato verificato che le strutture rimangono illese (cioè reagiscono in campo elastico) anche con questo sisma "estremo", quindi con prestazioni migliori di quelle previste dalle specifiche progettuali, che ammetterebbero in questo caso danni parziali, conservando ulteriori margini oltre la soglia progettuale prevista. Peraltro il potenziale sismogenetico dell'area dello Stretto non è in grado di generare terremoti di magnitudo sensibilmente più elevata di quella stabilita per il progetto.Inoltre le infrastrutture di collegamento al ponte sullo Stretto, viadotti e gallerie, sono progettate, secondo i termini di legge, con i più avanzati criteri antisismici. Tutto ciò valutato da una recente visita di geologi siciliani a Messina qualche settimana fa.
Il ponte sullo Stretto di Messina sarà aperto 365 giorni l'anno 24 ore su 24, senza alcuna interruzione di traffico a causa del vento. Ciò grazie alla sua stabilità intrinseca e all'adozione di speciali barriere antivento che consentiranno un regolare svolgimento del traffico anche in presenza di forti venti. Per quanto riguarda la stabilità, il ponte, definito come "disegnato dal vento", ha un profilo alare con caratteristiche aerodinamiche che gli consentono di resistere a venti con velocità superiore a 216 Km/h, anche se in oltre venti anni di monitoraggi eolici effettuati da un centro meteo locale specializzato non è mai stata raggiunta una velocità di vento superiore ai 150 Km/h. Gli anni di studi in galleria del vento hanno permesso di portare il comfort di attraversamento e la stabilità a livelli ottimali, sia in presenza di venti medio-bassi sia forti. Le correnti marine non hanno nessun impatto perché le torri sono sulla terraferma.
Dalle associazioni ambientaliste viene mossa l'accusa di non avere effettuato alcuno studio di impatto ambientale, ma questo non solo è stato fatto ma ha anche ottenuto (20 giugno 2003) il parere favorevole da parte della commissione speciale per la Valutazione di impatto ambientale del ministero dell'Ambiente
Effetti positivi per il trasporto marittimo: un numero consistente di persone e di merci sceglierà di muoversi via terra, principalmente con la ferrovia (eliminando le attese agli imbarchi per chi scegliesse di spostarsi via mare). Di consenguenza, diminuendo il traffico trasversale dei traghetti, lo stretto potrà essere "riaperto" ai traffici marittimi, e i porti di Messina, Villa S.Giovanni e Reggio Calabria, oggi tagliati fuori dalle rotte del Mediterraneo, potranno ritrovare la loro naturale vocazione, riaprendosi al cabotaggio e al turismo.
Il TAR del Lazio e il Consiglio di Stato hanno già rigettato un ricorso degli ambientalisti sull'impatto ambientale (...per gli uccelli..), lo stesso presentato alla Comunità Europea. Infatti era un'obiezione risibile, le rotte degli uccelli non sono fisse come i "canali" degli aerei e poi gli uccelli .. ci vedono
Il Ponte impedirebbe il transito dei cetacei nello Stretto, ma se l' "ombra" de ponte li disturbasse come farebbero a muoversi di notte, stante il fatto che nuotano anche di notte?
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