Roberto Varese
22 Gennaio 2006
Ragazzi dalle facce pulite e consapevoli Difficile esprimere e rendere credibile qualcosa di puramente soggettivo, personale, quando si vuole parlare in nome di una giusta causa. (Io non amo la letteratura impegnata, non sono dunque abituato a pensare di poter incidere con le mie parole sulle cose del mondo, i miei pochissimi lettori lo sanno bene. Non voglio qui spiegare le ragioni di questo non amore, ma basterà dire che, scrivendo queste righe, già mi viene da pensare: "Che diavolo sto dicendo?… che me ne importa?… a che serve?". Però per una volta ci voglio provare. Entrando stasera, per purissimo caso, all'Angelo Mai, antica scuola elementare ormai da tempo occupata, mi sono ritrovato in pochissimo tempo in una condizione di benessere. La causa, o le cause? Personali, certo: la bella passeggiata al Rione Monti, dove ho abitato alcuni anni e dove non capitavo da un po' di tempo; il grande fascino del luogo, resa più struggente dallo stato d'abbandono, basti pensare alla scalinata d'ingresso e alla magnifica chiesa sconsacrata… Ora sono seduto nel punto di ristoro (o trattoria, o enoteca, non so quale definizione sia migliore). Come tavolini, alcuni vecchi banchi rubati alle aule. Luce calda e soffusa di piccole candele. Un paio di giovani occupanti dalle facce quasi angeliche servono vino in bicchieri di plastica ed offrono pietanze ai loro amici e compagni, che hanno facce altrettanto pulite, consapevoli e piacevolissime da vedere. E qui, sorseggiando il mio vino seduto diligentemente ad un banco, osservando e quasi contemplando quei volti, capisco da cosa deriva questa mia serenità. Perciò, sul mio taccuino, comincio a scrivere questa piccola riflessione che è anche un appello agli amministratori della mia città, cioè al Sindaco, ai Consiglieri comunali, a chiunque abbia responsabilità su questa faccenda dell'Angelo Mai occupato. Egregi e rispettabilissimi signori amministratori, voglio pregarvi molto semplicemente di considerare che i ragazzi che partecipano e in qualche modo gestiscono l'occupazione dell'Angelo Mai hanno facce pulite, consapevoli e piacevolissime da vedere. Sono i volti della "meglio gioventù" di oggi. Io lo so, ho visto, e potrei giurarlo se qualcuno mi costringesse a farlo. E lo so perché di musi e grugni, modestamente, me ne intendo. Me li studio da una vita, girando e rigirando per questa mia città. Mi piacciono gli occhi e le bocche e le fronti e le guance, oppure mi disgustano… Ne vedo un'enorme quantità e di diversi tipi. Anche di giovani e giovanissimi, che vedo già impigriti, sconfitti, incattiviti: perduti, o che si stanno perdendo. Queste dei ragazzi dell'Angelo Mai, invece, sono facce di giovani che voi, egregi signori, dovreste rispettare poiché sono minacciate dalle altre facce che sono purtroppo la maggioranza e che in sostanza esprimono, facendo brutte smorfie, una sola parola: NO. Un no a tutto ciò che c'è di vitale e spontaneo e necessario ed essenziale. Io non so niente dell'occupazione dell'Angelo Mai, e nemmeno voglio saperlo. Non mi piacciono le illegalità e gli estremi rimedi e capisco bene che possano esistere ragioni contrarie a questa occupazione. Non so cosa sarà bene fare di questa struttura così bella e importante, non so quali sono stati i precedenti accordi e decisioni in tal senso. Però voglio far notare e sottolineare a voi, sensibilissimi amministratori, queste mie impressioni positive, così personali ma che si basano una realtà oggettiva e verificabile: i volti di questi giovani che da tempo organizzano eventi culturali, corsi didattici e tante altre ottime iniziative nella struttura dell'ex scuola Angelo Mai al Rione Monti. Se uno scrittore ha un compito, è questo: dire semplicemente ciò che vede, che sente, e io tutto ciò ho visto e ho sentito stasera, qui, seduto molto diligentemente al banco. Bene, ho scritto. Ora posso chiudere il mio quadernetto e finire il mio vino
22 Gennaio 2006
Monti si divide sul futuro dell’Angelo Mai
I cittadini raccolgono firme contro l’occupazione e domani gli artisti vanno «in parata» al Campidoglio
di Francesca De Sanctis
L’ANGELO MAI OCCUPATO sarà sgomberato tra due mesi. Questa, per ora, la decisione del Comune, che ha acquisito l’immobile per dare una sede alla scuola media «Visconti». Da anni, infatti, genitori e alunni chiedevano una sede migliore rispetto ai locali fatiscenti di via IV novembre. Nel frattempo però, i bellissimi spazi di via degli Zingari, abbandonati per 15 anni, erano stati occupati dal Comitato Popolare di lotta per la Casa. Al suo interno, dal 17 novembre 2004, convivono 25 famiglie sfrattate (tutte aventi diritto ad una casa) e la onlus Probabis che gestisce le attività culturali nel teatro, nella ex chiesa e negli altri spazi al piano terra. In un anno moltissimi artisti hanno partecipato in prima persona alle serate organizzate dall’associazione, che oggi raccoglie circa seimila iscritti. Tanto per ricordarlo, Mario Monicelli è stato uno dei primi ad incontrare il pubblico dell’Angelo Mai. Poi, nel corso dell’anno, hanno portato i loro spettacoli nell’ex convitto Stefano Vigilante, Triangolo Scaleno, Gian Maria Tosatti; hanno svolto le loro prove lì Pierpaolo Sepe, Filippo Timi, Duccio Camerini, Max Malatesta, hanno suonato Vinicio Capossela, Niccolò Fabi, Pino Marino, Peppe Servillo, Acustimantico e il quartetto Harmos, composto da musicisti dell’Accademia di Santa Cecilia e del Teatro dell’Opera. Per tutto questo, per ora, non sembra esserci più posto. Se da una parte il Comune propone un “contenitore” per le famiglie, non è prevista soluzione di continuità per le attività culturali. Per questo una parata di artisti di strada sarà in Campidoglio domani pomeriggio alle 16 durante la seduta del Consiglio comunale, per chiedere udienza al sindaco. Alcuni cittadini del rione, da parte loro, protestano contro «l’illegalità». Leonardo di Chanaz, portavoce della Consulta della vivibilità del Centro storico, sta raccogliendo le firme - ora arrivate a quota 400 - per chiedere il rispetto del progetto presentato dall’assessore Claudio Minelli di accogliere gli alunni del Visconti.
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