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Venezuela dal punto di vista libertario
by Kjra Saturday, Oct. 26, 2002 at 11:33 PM mail:

..che quando cercherai di convincerli, allora lo vedi che sono proprio di legno..Diavolo Rosso, dimentica la strada, vieni qui con noi a bere un'aranciata...

Oggi c’è stata in Venezuela sufficiente confusione nel circo politico.
Primo, l’equivoco annuncio del governo di aver smantellato un piano di golpe militare, con annesso un omicidio del Presidente.
In seguito, un blocco nazionale delle attività per 12 ore, convocato da oppositori di partito, burocrati sindacali e capitalisti, che lo chavismo ha escluso dal bottino petrolifero.
Conclusa questa giornata, entrambe le fazioni si sono attribuite esito totale, diagnosticando il fallimento assoluto dell’avversario e proclamando il “trascendentale carattere storico della data”.
Per ultimo, è stata apportata all’America Latina la pittoresca novità di militari ammutinati, che, frustrati e/o temerari alla ribellione nelle caserme, scendono in piazza e la dichiarano “territorio liberato”.
Se qualcuno si stupisce dell’apparente silenzio degli anarchici venezuelani di fronte a questa particolare circostanza, basta chiarire che da tempo e ripetutamente durante quest’anno, si sono seguite posizioni e linee di azione che smascheravano la farsa del dilemma “chavismo vs. antichavismo”, proponendo vie di uscita che rompessero con questa commedia, ogni volta più ridicola e messa in atto da due minoranze avide di potere.
A queste analisi niente o poco o niente c’è da aggiungere per comprendere ciò che occorre ora, dopo che entrambe le fazioni stanno mettendo in pratica ciò che a suo tempo si disse riguardo la stupidità dei Borboni: né dimenticano, nè apprendono.

Pertanto se si riesamina ciò che è stato esposto sull’attuale situazione venezuelana, sono evidenti gli elementi fondamentali per capire quello che sta avvenendo da un prospettiva anarchica: nessuno di noi ha a che vedere con le falsificazioni che lo chavismo ha diffuso all’estero, con la surrealista giustificazione del “bolivarianismo libertario”.

25/10/2002

http://nodo50.org/ellibertario/ellibertario

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perché attaccano chavez
by ink Sunday, Oct. 27, 2002 at 3:09 AM mail:

Chavez ha dalla sua parte tutti i settori popolari, più nelle campagne
che nelle metropoli, e tutte quelle forze sociali che erano
sempre rimaste escluse, o non erano sufficientemente
rappresentate dal vecchio regime che crollò sotto il peso
della corruzione, degli scandali e del Caracazo. Esattamente
nel 1989, i settori popolari di Caracas e delle altre città,
risposero con saccheggi e attaccando le banche, alla pretesa
governativa di fare propri tutti i diktat dell'FMI. E' stata
la prima rivolta di massa,aperta, illegale che bloccò
repentinamente le fantasie fondomonetariste in questo paese,
e non solo. Il prezzo che si pagò fu molto caro: migliaia di
morti. Qui si incontrarono le forze e la capacità per
respingere quel che, disgraziatamente, in Argentina divenne
politica di Stato. E' da qui che si originò e prese forma
una alleanza civico-militare che venne incubata all'interno
delle fila militari -tra gli altri- da gente come Douglas
Bravo. Da qui prende le mosse quella ribellione
civico-militare, in cui confluivano praticamente tutte le
sinistre, che nel 1992 portò Chavez alle porte del potere,
senza però trapassarle.
Furono necessari altri 6 anni, e la formazione di una grande
alleanza politica, perché Chavez diventasse Presidente
vincendo le elezioni alla grande. Il suo è un governo che ha
rifiutato le privatizzazioni (in primis quella
dell'industria petrolifera e del gas), che non favorisce
affatto il capitale finanziario volatile, che ha preso
posizione contro l' ALCA, che dà la priorità al pagamento
del debito sociale arretrato con i salariati piuttosto che
al rimborso del debito estero (comunque ancora non è stato
insolvente).
Chavez ha applicato politiche ispirate a Keynes, finalizzate
a una spesa pubblica orientata a stimolare la domanda, e al
potenziamento dell'istruzione pubblica e del sistema
sanitario. Ha respinto finora la privatizzazione del sistema
pensionistico. Insomma, sono politiche di una tranquilla
sinistra che, alla luce dei tempi globalizzatori, viene
dipinta come ingenua e demodé, però è temuta perché è un
ostacolo ai desiderata in voga. Le teorie economiche e le
ideologie consentite nello scenario contemporaneo non hanno
mai digerito Chavez.

La nuova costituzione prevede la riduzione dell' orario di lavoro,
i diritti per gli indigeni e per le donne, sanità ed educazione di
livello universitario gratuite, aumento del salario minimo.
Un articolo proibisce agli investitori esteri la possibilità di
fare causa al Venezuela attraverso organismi internazionali
come il WTO. Una misura approvata di recente assegna la proprietà
delle aree urabane ai senzatetto che le occupano.
E' stata introdotta una fondamentale riforma della proprietà terriera;
sono stati finanziati numerosi progetti di sviluppo di comunità ecologiche; é
stata promossa una riforma dell' istruzione che ha alfabetizzato oltre un
milione di bambini e ha raddoppiato gli investimenti nell' educazione; ha
regolato l' economia informale per ridurre l' insicurezza dei poveri; ha
ottenuto un prezzo più equo per il petrolio attraverso l' OPEC aumentando
significativamente le entrate pubbliche; ha sviluppato campagne internazionali
contro il neo-liberismo; ha ridotto il tasso ufficiale di disoccupazione dal
18% al 13%; ha introdotto un programma di micro-credito su larga
scala per i poveri e le donne; ha riformato il sistema fiscale riducendo
fortemente l' evasione fiscale incrementando le entrate dello stato; ha
diminuito la mortalità infantile dal 21% al 17%; ha tirplicato il numero dei
corsi di alfabetizzazione per
gli adulti; ha imposto che le imprese petrolifere rimangano per il 51% nelle
mani dello stato venezuelano.

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