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Europaradiso, l'inganno di Mr Appel
by da arealocale.com Sunday, Mar. 19, 2006 at 9:03 PM mail:

Mr Appel nega un suo coinvolgimento nell'affare dell'isolotto greco e mente spudoratamente. Crotone rappresenta solo un ripiego. La prospettiva del mega villaggio turistico unicamente a vantaggio dei profitti degli investitori. L'imprenditoria locale non riceverà alcun vantaggio perchè i turisti resterebbero all'interno della struttura e subirebbe un peggioramento delle proprie condizioni. I crotonesi non avrebbero più accesso libero alle spiaggie come lo è stato finora e a loro resterebbe lo scempio e la devastazione ambientale dalle incerte dinamiche provocata dal cemento della megastruttura. Una campagna che fa purtroppo leva sull'ignoranza di una fetta di popolazione.

A quanto pare il progetto “Europaradiso” rischia il collasso; la fase di stallo del procedimento amministrativo, utile ai fini della costruzione del medesimo, è sopravvenuta in forza del “vuoto di potere” creatosi dall’imminente nuova vita politica che compete al primo cittadino di Crotone, che lascerà la città per una carica politica regionale. Mr. Appel, quindi, perde, di fatto, il suo principale sponsor.

Come andrà a finire questa storia? Non è dato sapere. Stando a quanto riportato dai cronisti dei quotidiani locali, i tempi per la costruzione dei primi edifici del mega-villaggio si allungherebbero di molto.

Meglio così. In questi ultimi giorni, poi, preso dalla curiosità di avere informazioni circa l’imprenditore israeliano artefice dell’iniziativa imprenditoriale di cui si scrive, ho fatto ulteriori ricerche, utilizzando la rete.

Mi accingo ad elencare, e commentare, alcuni documenti che, credo, faranno luce sul personaggio Appel, reperibili al seguente url: http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=386304, il quale riporta, dettagliatamente, l’accusa di corruzione di pubblici ufficiali (violazione dell’art. 291 del codice penale israeliano 5737/1977) inflitta a David Appel dai pubblici ministeri Rahel Shiber ed Ella Rubinek il 21 gennaio 2004.

Tralasciando i fatti riferiti a Sharon, da tale accusa si desume che Appel aveva intenzione, sin dal 1998, di creare un mega-villaggio nell’isola di Patroclo, in Grecia (diversamente da quanto sostenuto dall’imprenditore al giornale “Il crotonese”, versione online del 07.03.2005, dove afferma testualmente:”Non avevamo nessun progetto da realizzare in Grecia”. Ciò non corrisponde al vero). Appel era in contatto in Grecia con Norman Skolnik, israeliano residente in Grecia, il quale tentò di promuovere il progetto direttamente al governo greco.

Nella sezione generale del documento, lettera A, n° 5, poi, si legge testualmente: “Il successo del progetto dell’isola di Patroclo, la quale è classificata come sito archeologico, implicava, tra le altre cose, emendamenti legislativi in Grecia ed un cambio delle procedure di destinazione d’uso, progettazione e costruzione. Appel immaginò che il contatto con figure politiche greche l’avrebbe aiutato ad ottenere queste cose e lavorò con Skolnik per codesto scopo”.

La dettagliata accusa dei magistrati israeliani inizia, a questo punto, a descrivere tutti i rapporti intrecciati dall’imprenditore con politici greci, i quali vennero invitati in Israele col pretesto di una visita ufficiale di Stato; ma il vero obiettivo era impressionare questi ultimi affinché si proseguisse l’iter burocratico necessario per la realizzazione del progetto di Appel sull’isola di Patroclo, la quale, ribadiamo, aveva, ed ha tuttora, vincoli archeologici e paesaggistici che non consentivano la creazione del villaggio proposto dall’imprenditore israeliano.

L’invito venne accettato, ed il 28 luglio 1999 Appel accolse, a cena e a casa propria, il sindaco di Atene. Verso la fine di ottobre dello stesso anno, poi, quando le negoziazioni per la realizzazione del progetto fallirono, Skolnik, in sintonia con Appel, iniziò la ricerca di un sito alternativo in Grecia; ne individuò uno a sud-est di Atene, ma incontrò anche qui enormi difficoltà nella realizzazione del progetto. Contemporaneamente, l’imprenditore Appel avviò la ricerca di località alternative in Spagna.

Ora, perché Mr. Appel ha mentito ai crotonesi, sostenendo che la scelta di Crotone, per la realizzazione del mega-villaggio, non fosse un ripiego? Perché ha nascosto il vero, rilasciando un’intervista che negava il fatto che abbia tentato di creare il progetto in Grecia, fallendo nel suo intento? Ritengo che la lealtà e la sincerità siano virtù dalle quali non si possa prescindere. Atteggiamenti ipocriti non meritano considerazione.

In breve, mi ritengo offeso, in quanto crotonese, per un siffatto comportamento, il quale rivela una scarsa considerazione, da parte dell’imprenditore israeliano, nei confronti di un’intera collettività. Mi chiedo, a questo punto: cosa farà l’imprenditore israeliano dei terreni di cui ha già opzionato l’acquisto, nel caso in cui il suo progetto venisse definitivamente bocciato?

Non credete che l’acquisto di tali terreni sia stato un po’ avventato? D’accordo, l’impresa è rischio. Ma, in questo caso, non vi pare un po’ troppo?

Un’ultima considerazione è, poi, d’obbligo e concerne la “rivoluzionaria” idea con la quale Appel conta di gestire il villaggio: da “Il crotonese” (versione online del 07.03.2005) apprendiamo, testualmente, che: “L’idea è proporre alla gente un biglietto aereo gratuito, e anche l’albergo sarà gratuito o parzialmente gratuito, per raggiungere il luogo delle vacanze. Allo stesso tempo offriremo così tanti servizi che daranno un enorme vantaggio ai turisti e creeranno un’attività economica tale che finanzierà addirittura tutto il progetto”; l’imprenditore, poi, precisa, in un altro articolo della medesima edizione del quotidiano menzionato, che: “E’nostra intenzione coinvolgere tutti i cittadini crotonesi e utilizzare le realtà economiche e commerciali già esistenti”.

Mi chiedo: se il progetto prevede la creazione di servizi nel villaggio, con lo scopo di avere profitti (e, addirittura, coprire l’intero investimento…di 5 miliardi di euro, a suo dire), visto che hotel e viaggio sarebbero gratuiti, come faranno a coinvolgere anche i commercianti locali, i quali rappresentano, di fatto, la concorrenza? Alla luce di quanto precede, si configurano, infine, le seguenti 2 possibilità:

1. il mega-villaggio si farà; in questo caso gli interessi di un ristretto numero di soggetti avranno il sopravvento su quelli della collettività. La legislazione in materia edilizia, ed i vincoli connessi ad essa, verrebbero calpestati in nome di una libertà imprenditoriale che è, in realtà, la peggiore espressione di una politica economica che, anziché promuovere molti imprenditori locali, consentendo loro di attrarre i turisti, preferisce creare una sorta di monopolio che non porterebbe alcun vantaggio ai commercianti ed imprenditori crotonesi, in quanto, per ammortizzare gli ingenti costi, il profitto totale sarebbe, inevitabilmente, ad esclusivo appannaggio dei proprietari ed ideatori del fantasioso mega-albergo.

2. il mega-villaggio non si farà; in questo caso i proclami entusiastici del sindaco si rivelerebbero pura propaganda elettorale. Se così fosse, sarebbe la dimostrazione del fatto che, da noi, la politica consta di futili ragionamenti e le idee si portano avanti senza alcuno studio preventivo ed approfondito: una politica fondata sulla assoluta superficialità, quindi, e senza alcun piano (politico, amministrativo ed economico) di lungo periodo.

Occorrerà attendere ancora un po’ per vedere quale delle 2 ipotesi prenderà il sopravvento sull’altra; in ogni caso, sarà una sconfitta per quanti, come me, si sentono orgogliosi di appartenere a questa magnifica terra e provano una profonda sofferenza nel vederla nelle condizioni in cui versa; ma la cosa ancora più triste è constatare l’ormai endemica rassegnazione dei crotonesi, i quali assistono, intontiti, ignari ed impotenti, a quanto accade, tentando di cavalcare una speranza che è ormai l’unica cosa alla quale potersi aggrappare, ma che consiste, a ben vedere, in pura e semplice incoscienza.

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