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La «vera» lapide a Pinelli tornerà al suo posto | ||
by dal manifesto Wednesday, Mar. 22, 2006 at 12:39 PM | mail: | |
Albertini provoca Pinelli «morto» al posto di «ucciso». Ma gli anarchici giovedì rimetteranno la vecchia scritta in piazza.
Gabriele Albertini, autore della provocazione, confessa: «Mi aspetto che venga danneggiata, divelta, distrutta e che ci sia qualcuno che dica che hanno fatto bene». Nella notte tra venerdì e sabato il sindaco in scadenza ha fatto sostituire la lapide che dal 1978 ricordava in piazza Fontana il ferroviere anarchico Pino Pinelli, diciottesima vittima della strage alla Banca dell'agricoltura. «Ucciso innocente nei locali della Questura», c'era scritto nella lapide firmata da «gli studenti e i democratici milanesi». «Innocente morto tragicamente nei locali della Questura», recita sotto il logo del Comune la nuova lapide, lasciando ai posteri il compito d'immaginare che cosa di tragico ci sia stato in quella morte, avvenuta il 15 dicembre 1969 quando precipitò dal quarto piano. Le aspettative del sindaco più meschino della storia di Milano, «una povera persona» per dirla con Dario Fo, sono andate deluse. Nessuno ha abboccato alla sua provocazione. La nuova lapide non è stata né divelta, né distrutta. Una mano ignota ha attaccato un pezzetto di nastro adesivo sulla parola «morto» e ripristinato la parola «ucciso». Domenica pomeriggio la «pecetta» non c'era più. Giovedì, in compenso, nell'aiuola le lapidi diventeranno due. Gli anarchici del Ponte della Ghisolfa, il circolo in cui militava Pinelli, ricollocheranno una lapide in versione originale. Ieri in consiglio comunale l'opposizione ha chiesto al «rubagalline» Albertini dove ha nascosto la refurtiva notturna. Tutto il centro sinistra ha criticato duramente l'abuso elettoralistico della memoria storica. I consiglieri di Rifondazione si sono presentati in aula con appesi al collo manifesti della vera lapide, c'è stata bagarre e la seduta è stata sospesa per mezz'ora. |
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