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Posse di affinità artistiche.
by Domingo Aniello. Wednesday, Apr. 26, 2006 at 11:49 AM mail:

Resistenza culturale locale.

Posse di affinità ar...
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Il p.a.aff. è una posse locale, interconessa globalmente, di affinità artistica.
Cosa è una posse di affinità artistica?
Una invincibile armata artistica che funziona attraverso tonalità sincroniche empatiche senza necessità di gerarchie o di coercizioni.
Una moltitudine locale sommersa, motivata dal comune desiderio di una ricerca artistica comune, piuttosto che dall'operare in nome di quell'astrazione concettuale che il sistema dell'arte chiama profitto, senza pronunciare mai tale parola.
Un gruppo di affinità artistica è un movimento di ricerca artistica che non passa una esistenza a chiedersi cosa può essere più o meno di moda nel sistema dell'arte, cosa sia più o meno vendibile o perché da più di un secolo il sistema dell'arte sia sostanzialmente uguale a sé.
Un gruppo di affinità artistica può però decidere che cosa succederà, tutelando la produzione e la comunicazione artistica in quanto bene comune e non al soldo di pochi.
Artisti sommersi e scartati di produzione possono visitando una mostra che non li vede presenti; acquistando una rivista d'arte specializzata che non parla di loro; dialogando con curatori, critici e galleristi autorevoli che non curano, non criticano e non espongono il loro lavoro; dipingendo e scolpendo infarciti di sogni in scantinati che nessuno verrà mai a scovare; smettere in un attimo di fare gli artisti passivi che aspettano paterni consigli sul cosa e come fare.
I gruppi di affinità artistica di artisti scartati di produzione possono dare sistematicamente inizio a cicliche rivoluzioni sistemiche.
Un artista g-locale, scartato dalla produzione mercantile e sistemica
artistica globale, quando è un vero artista, costituisce una immensa energia naturale e locale, energia che non ha affatto bisogno d'abbandonare quella moltitudine socio culturale che lo ha generato.
Immaginatelo come quell'onda consapevole di non avere la necessità di divenire oceano per imporsi, perché l'onda è già oceano; l'onda come l'artista scartato di produzione è la risultante di un sincronico e sinergico ritmo jazzato e sincopato naturale, sinteticamente espresso in un attimo, una risultante pura del grande ed infinito caos sistemico naturale divino.
Il dato di fatto è che una frattura profonda, separa il mondo degli artisti scartati di produzione dal sistema mercantile dell'arte, nonostante il sistema mercantile artistico sia un concetto astratto invisibile, una rete di terminali che non difende e non tutela e non protegge il fare artistico contemporaneo, una rappresentazione astratta infarcita di falle e menzogne concettuali.
Non so se esista una possibile quadratura del cerchio, esiste però nell'ambito di questa rappresentazione sistemico mercantile dell'arte, la fragilità e la nevrosi di quegli artisti produttori dell'invisibile esclusi da spettacoli dell'arte vari, incapaci di spiegarsi pienamente il perché, vista la pochezza dello spettacolo culturale e mercantile che viene loro imposto.
L'arte al di fuori della dimensione galleristica e fieristica ha il privilegio di godersi una condizione di bilico, in equilibrio parziale permanente tra ricerca pura e società della conoscenza, resistendo nella sua condizione precaria armata di pennelli e scalpelli, impedendo così la recinzione blindata e privatizzata dei saperi artistici.
Liberamente le posse di affinità artistica si diffondono creativamente, riproducendosi e ricampionandosi all'infinito come un virus perfetto, spontaneamente.
Chi scrive questi deliri artistici puri è anche esso, un artista scartato di produzione che mediante cut up, con l'aiuto di colla, forbici e colore, riconfigura l'attuale sistema dell'arte in maniera inesplorata, riconcentrando l'attenzione su tutto quello che attualmente si considera scontato e consolidato, per fare viaggiare la mente a briglie sciolte cercando di svelare nuove possibilità.
Questo è lo spirito che mi porta a donare le mie opere, la circolarità ed il movimento comunitario le fa crescere di valore (autoinflazionandomi).
Questo è lo spirito che mi porta ad affermare "No, signor curatore, No signor gallerista, rifiuto di donarle in ostaggio la mia arte, rifiuto di diventare un bottone artistico sulla giacca delle multinazionali".
L'arte confinata in gallerie è energia creativa in gabbia, il confine degli stand fieristici è un qualcosa che delimita galere culturali gestite da politiche di marketing assistenziale, questo mi porta a proclamarmi artista esente, il ruolo sociale dell'artista comincia solo dove finisce l'uomo.
La ricerca artistica pura è integrabile anche essa nel mercato come nelle politiche statali, c'è però insito in essa un terzo paradigma aggiunto, quello del bene artistico relazionale, ovvero quei beni artistici che traggono valore dall'arricchire le relazioni umane.
Le ricerca artistica pura è la risultante di un sistema di vasi comunicanti, interconnessi con l'arte di circuito fieristica ed ufficiale ma marginale ed esterna rispetto ad essa, con il valore aggiunto di potere comunicare, interagire e relazionarsi con un pubblico anche non ammaestrato a commenti standard da galleria, fiera o centro artistico contemporaneo.

Domenico (Mimmo) Di Caterino, influenzato, dal molo Ichnusa del porto di Cagliari, con una "merdona" per amico.

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