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Arte, linguaggio mai neutro...
by Domingo Aniello. Friday, May. 05, 2006 at 8:40 PM mail:

Il linguaggio artistico non è mai neutro.

Arte, linguaggio mai...
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Non esiste regola in questo sistema anarchico e mercantile dell'arte.
Tutto il valore accreditato all'arte contemporanea è semplicemente simbolico, esiste una regola, molto flessibile, quella della convenienza dei regolatori dei flussi galleristici e fieristici.
In altre la convenienza di galleristi e curatori, quando le figure non si accentrano e si sommano come avviene per esempio nella gestione del PAN di Napoli.
Il sistema dell'arte è corrotto e corroso da legami socio affettivi che hanno poco di etico e molto di massonico, normale direte voi, visto lo status simbolico dell'oggetto d'arte contemporanea e le montagne di soldi che circolano in linea teorica.
La bacchetta magica del mercato dell'arte funziona solo a seconda degli accordi presi dagli addetti ai lavori, della sofferenza legata alla ricerca comunicativa dell'artista non frega un cazzo a nessuno.
Si finge quindi di rincorrere la qualità, emulando una cultura visiva nazional popolare made in U.S.A. imposta dai mercati privati delle multinazionali, senza nessun tipo di sforzo progressivo socio culturali.
Gli artisti attori protagonisti di questo sistema mercantile dell'arte occidentalizzato e clonato dall'oriente?
Bravi attori che recitano a soggetto come nel wrestling, sanno già chi tra di loro vincerà o perderà, sanno bene che chi esclude e sommerge arte senza giusta causa apparente adotta un tono arrogante ed un linguaggio greve forte della certezza dell'immunità garantita da un sistema mercantile dell'arte fuori controllo e terra di nessuno dove nessun diritto è garantito.
Perché io artista scartato di produzione non mi metto il cuore in pace e mi inalbero tanto?
Perché arte corrotta vuole dire comunicazione infetta ed anche perché non perdo la speranza della riscossa umanistica dalla patria dell'umanesimo.
Una ribellione d'artisti visivi farà sorridere certamente qualche intellettuale liberal neoconservatore, io sostengo sia l'ultima speranza, la speranza del sogno dell'arte.
L'arte è libertà di ricerca e questa cosa tramandata da tutti i manuali di storia e di storia mercantile dell'arte un artista ha il dovere di non dimenticarlo mai.
Una artista è un sensore sensibile, attento al mondo ed a tutte le sue forme di violenza, per questo penso che questo sistema non può permettersi di sommergere una produzione artistica locale quando non delega e non si nasconde dietro protezioni sistemiche censurandola di fatto.
L'artista deve sempre essere accolto da un sistema anche quando non piace (vero Direttore Tonno di una rivista su carta igienica?).
Questo è il momento storico della comunicazione ambigua che l'arte può e deve smascherare, l'arte e gli artisti dovrebbero lavorare quindi per smascherare proprio quel conservatorismo secolare, curatoriale, galleristico e fieristico che opprime questo sistema mercantile dell'arte assai poco democratico.
Mi chiedete da cosa cominciare?
Io come artista scartato di produzione sono partito da me, non delegando nessuno nella comunicazione, partendo da sé si può riaffacciarsi al nuovo allargando così l'universo sistemico dell'arte per fare vedere la possibilità di quello che appare un sogno impossibile.
L'arte è una cosa in sostanza molto semplice, una particella elementare che disciplina il piacere creativo sempre pronto a riformularsi.
Smettiamola con la favoletta di linguaggi artistici neutri, il linguaggio artistico non è mai neutro, è una concezione del mondo che si modifica proprio a partire dal pensiero artistico.


Domenico Di Caterino

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