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Laudi e Moggi...
by Giorgio Cespuglio Thursday, May. 18, 2006 at 9:25 AM mail:

Ed eccolo qua il PM dalle granitiche convinzioni...

Nei verbali dei carabinieri i rapporti sospetti tra l'ex Dg juventino
con Laudi e Rinaudo. La soffiata di un'utenza in uso al Csm
Intercettazioni, anche i giudici
nelle telefonate di Moggi
di CARLO BONINI
Intercettazioni, anche i giudici<br>nelle telefonate di Moggi
Luciano Moggi

ROMA - Nell'informativa del nucleo operativo dei carabinieri di Roma agli atti dell'inchiesta della Procura di Napoli, tre intercettazioni telefoniche documentano il tipo e la qualità dei rapporti tra Luciano Moggi, direttore generale della Juventus, e due magistrati della Procura di Torino: Maurizio Laudi, procuratore aggiunto e giudice sportivo della Federazione Gioco Calcio; Antonio Rinaudo, sostituto procuratore. Una quarta intercettazione segnala, o quantomeno lascia ipotizzare, un rapporto diretto tra uno dei due magistrati, il procuratore aggiunto Maurizio Laudi e l'arbitro Massimo De Santis. Svela le ragioni per cui l'arbitro di Tivoli dice di voler contattare il procuratore di Torino. È una telefonata del 28 febbraio del 2005. "Significativa - si legge nell'informativa dei carabinieri - perché segnala la spiccata capacità delinquenziale e l'attività di inquinamento probatorio" dell'arbitro.

Dal suo cellulare, Massimo De Santis raggiunge un'utenza del Consiglio Superiore della Magistratura. Gli risponde un uomo con cui dimostra un rapporto di confidenza, che i carabinieri identificano come un tale "Guglielmo" e descrivono come "fedele e attendibile informatore". De Santis ha un'urgenza. Capire in quale ufficio giudiziario lavori il sostituto procuratore che sta indagando sul sistema arbitrale e come possa eventualmente essere avvicinato. "De Santis - annotano i carabinieri - è in fermento perché vuole conoscere la portata dell'inchiesta giudiziaria avviata dal Procuratore Raffaele Guariniello". La circostanza, di per sé, è già significativa. L'indagine di Guariniello sugli arbitri è una costola dell'istruttoria sul doping e in quel febbraio 2005 è un segreto che dovrebbe essere ben custodito, ma che, evidentemente, qualcuno ha girato a De Santis, con una indicazione: "Se ne occupa un pm che si chiama Tatangelo". Il cognome del magistrato non dice nulla all'arbitro. Che dunque chiede aiuto a "Guglielmo", l'amico che lavora al Csm che evidentemente ha accesso alle piante organiche degli uffici giudiziari italiani.

I due, al telefono, non ci girano intorno. Guglielmo: "Senti allora, di Tatangelo ce ne stanno due. Uno è Tatangelo Augusto che fa il gip al Tribunale di Napoli. E l'altro è Marcello, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino". De Santis non ha esitazioni su quale sia il Tatangelo che cerca: "È questo di Torino. Perché dice che sta insieme a Guariniello". Guglielmo suggerisce una strada: "Mmmm.. sarebbe da parlà co coso lì, come si chiama? Porca miseria come si chiama quello di Torino? Co Laudi". De Santis è d'accordo: "A, co Maurizio? Ho capito, vabbé allora ci posso.. Ci parlo io direttamente co Maurizio".

Nell'informativa dei carabinieri non c'è traccia di cosa sia accaduto dopo. Se De Santis abbia o meno contattato il procuratore aggiunto Maurizio Laudi o se quanto riferito nella conversazione con "Guglielmo" sia rimasta solo un'intenzione dell'arbitro. Un fatto è certo. I carabinieri sono evidentemente sorpresi dalla confidenza con cui De Santis evoca il procuratore aggiunto di Torino ("Maurizio"), al punto da sottolineare il passaggio, e ritengono di dover documentare un'altra circostanza sul procuratore aggiunto di Torino che ha a che vedere con la considerazione in cui era tenuto da Luciano Moggi.

Si legge nell'informativa: "Per completezza investigativa va, altresì, evidenziato che Moggi è particolarmente attento ai rapporti con la magistratura torinese tenuto conto anche della delicatezza della posizione della Juventus in ambito giudiziario torinese (vedasi ad esempio il processo doping). In particolare, ad esempio, è stata censurata una conversazione". È il 9 novembre 2004. La Juventus gioca la sua prossima partita in casa e il procuratore aggiunto Maurizio Laudi contatta il club "per chiedere in quella circostanza 4 biglietti e 2 special park (autorizzazioni per parcheggi riservati e custoditi all'interno dello stadio)". Moggi ne viene informato dalla segretaria Lella. Lella: "Poi, il dottor Laudi che chiede quattro Ovest-primo e due special. Io ho detto che non, che non sapevo che... chiedevo a lei". Moggi: "Quattro Ovest-primo vanno bene! Uno special va bene... due mi sembrano troppi. Ce li abbiamo noi due special?". Lella: "Sì". Moggi: "E diamoli ah!".

I carabinieri registrano questa conversazione. Come altre che vengono scambiate tra Moggi e la Procura di Torino. Scrivono: "Più stretti appaiono i rapporti di Moggi con un altro magistrato della Procura, il sostituto Antonio Rinaudo, che partecipa a cene organizzate dal direttore generale della Juventus anche con le rispettive consorti e fruisce settimanalmente dei biglietti omaggio per assistere alle partite casalinghe della squadra". Si mangia ai tavoli dell'hotel "Concord" (dove la Juventus va in ritiro alla vigilia delle gare in casa), "con due comuni amici: Tonino Esposito e l'avvocato Andrea Galasso", un penalista conosciuto in città, già missino, ex assessore Dc e molto vicino a Giraudo. Rinaudo riceve regali natalizi ("Quel pensiero di Natale... Siete veramente gentili", dice al telefono il 2 febbraio 2005. E Moggi: "Un pensierino... Niente di particolare"), talvolta chiede anche di essere accompagnato in macchina, magari "una cena più intima senza la presenza della squadra". Arriva a sollecitare il direttore generale della Juve perché i figli della sua segretaria in Procura vogliono comprare biglietti di curva o distinti che non si trovano (telefonata del 24 febbraio 2005). E a Moggi capita allora di perdere la pazienza e di confidare al telefono all'amico Tonino: "Eh, va beh, tanto questi qua so tutti la stessa pasta, sti magistrati...".

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