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Prodi: ritiro dall'Iraq
by news Thursday, May. 18, 2006 at 3:09 PM mail:

agenzie

Prodi: ritiro militari da Iraq

Lotta a terrorismo, no crociate.

Consolidare alleanza con Usa (ANSA) - ROMA, 18 mag - Il premier Prodi nel discorso programmatico al Senato parla di ritiro dall'Iraq 'nei tempi tecnici necessari' e ribadisce il no alla guerra. Per Prodi, che ha suscitato le proteste dell'opposizione, l'Italia sara' il prima linea nella lotta al terrorismo 'anche con l'intervento militare sotto l'egida delle organizzazioni internazionali', ma 'la guerra in Iraq e' stata un grave errore'. Prevede inoltre di 'consolidare l'alleanza con gli Usa, 'su un piano di mutuo rispetto e reciproca dignita'.


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Politica

PRODI: PROPONGO RIENTRO SOLDATI ITALIANI DA IRAQ
(AGI) - Roma, 18 mag - Romano Prodi propone al Parlamento il rientro dei soldati italiani dall'Iraq "nei tempi tecnici necessari". Di fronte alle contestazioni della Cdl, Prodi dice: "Vorrei capire la differenza fra cio' che dico e quello che diceva il precedente Governo con il ritiro entro la fine del 2006".
Prodi sottolinea che la guerra in Iraq ha aperto "il vaso di pandora" e che lo stesso ambasciatore statunitense ha avuto accenti critici. "La guerra in Iraq - afferma Prodi - e' stata un errore".
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181237 MAG 06

Il discorso programmatico del presidente del Consiglio al Senato
La Cdl interrompe e protesta. Il Professore: "Avanti insieme"
Prodi: "Via l'Italia dall'Iraq
e forte scossa all'economia"
Tra i temi toccati: revisione della legge Biagi, riduzione del cuneo fiscale
politiche di sostegno alle famiglie, ricerca e riforma delle Authority

Repubblica
Prodi: "Via l'Italia dall'Iraq e forte scossa all'economia"

ROMA - Che non sarebbe stato (e non sarà) facile soprattutto al Senato era cosa nota. Ma Romano Prodi ha avuto un primo assaggio nel suo intervento programmatico in vista del voto di fiducia al suo governo a Palazzo Madama. Succede quando il presidente del Consiglio tocca il tema della guerra in Iraq defininendola un "grave errore" che "noi non condividiamo" perché il terrorismo si combatte "senza fare crociate" e annuncia il rientro dei militari italiani "nei tempi tecnici necessari" che saranno comunque concordati. Brusio dai banchi della Cdl e poi proteste e poi urla. Tanto che il Professore deve alzare la voce e andare a braccio chiedendo polemicamente quale differenza ci sia tra quanto ha appena detto e il ritiro delle truppe entro il 2007 annunciato dal governo uscente.

E' su questo nervo scoperto che l'opposizione manda il primo messaggio parlamentare al nuovo premier ben sapendo quanto l'argomento Iraq sia delicato all'interno della coalizione di centrosinistra. E pensare che fino a quel momento Prodi aveva insistito sulla riconciliazione. Il governo che si presenta oggi al Senato per chiedere la fiducia, è la premessa, "è quello che gli elettori hanno votato. Taluni coltivano l'immagine di una comunità nazionale lacerata. Ma non è così: l'Italia è un paese con molte diversità e distinzioni. Ma la distinzione non è uguale alla divisione".

Per questo, continua, "coinvolgeremo anche chi non ci ha dato il voto nella realizzazione del programma. Noi ricercheremo la concordia". E ancora: "non c'è una volontà di rivincita", "dobbiamo andare avanti tutti insieme" perché "non ci sono nemici né dentro né fuori da quest'aula".

Non basta. Gli unici applausi bipartisan il professore li raccaoglie quando ringrazia Carlo Azeglio Ciampi e augura buona lavoro a Giorgio Napolitano. Per il resto, nulla. Anzi, oltre all'ostilità sulla politica estera raccoglie anche qualche fischio, sui quali deve intervenire il presidente del Senato Marini, in materia di economia.

"Il nostro paese ha bisogno di una forte scossa, così come il nostro sistema produttivo", dice. "Non vi è più spazio per correzioni affidate a manovre straordinarie, non vi sono possibili miracoli di ingegneria finanziaria".

E sul lavoro, Prodi conferma che la legge Biagi sarà rivista "per armonizzare flessibilità e stabilità, riducendo fortemente l'area dell'inaccettabile precarietà". Questo sarà fatto cambiando la legge 30 (legge Biagi) attraverso la concertazione con le parti sociali e attuando una riduzione dell'eccessivo carico contributivo sul lavoro dipendente, il cosiddetto cuneo fiscale che, conferma il Professore sarà limato di cinque punti nel primo anno di legislatura.

Ma Prodi parla anche di fondo di garanzia per i mutui di giovani coppie, di raddoppio del numero degli asili nido, in un'ottica di crescita sociale e di sostegno delle famiglie e della natalità per un paese divenuto "il più vecchio d'Europa".

Ma quando il presidente del Consiglio parla della famiglia e degli interventi per favorirli dai banchi della Cdl si alzano di nuovo più voci: "Quale famiglia intendente aiutare?", "Che tipo? Quale famiglia?".

Altro argomento caldo, il conflitto di interessi nell'informazione: si deve porre mano "a una normativa che disciplini i conflitti d'interessi in linea con quanto esiste nelle altre democrazie avanzate, una normativa scevra da intendi punitivi ma ben più rigorosa da quella in vigore. Occorrono regole ma anche regolatori".

Per questo Prodi parla di rivedere l'intero sistema delle Authority riduncendola a quattro e trasformandole in agenzie. Sul tema dell'informazione Prodi ha proposto di attribuire questa responsabilità all'Antitrust, oppure istituire un'autorità ad hoc. "Su questo il governo maturerà la sua scelta e si confronterà con il Parlamento".

Un altro botta e risposta quando il premier parla della necessità di potenziare la ricerca e l'innovazione tecnologica e sottolinea come sia "necessario ricostituire quel binomio scuola tecnica-impresa". I senatori della Cdl gridano dai banchi: "Questo lo abbiamo fatto noi!". Prodi, imperturbabile, prosegue nel suo discorso. E quando ricorda che il Pil destinato alla ricerca e allo sviluppo dell'Italia è appena all'1,1% si ferma e, rivolgendosi ai parlamentari dell'opposizione dichiara: "Questo sì che lo avete fatto voi!".

Quindi, gli altri punti del programma: rivedere e aumentare la politica delle quote sull'immigrazione, fermo restando il "tetto numerico", ridare "serenità e tranquillità" ai magistrati e per "tutelarne e garantirne l'indipendenza" e chiederemo a essi "di compiere ogni sforzo per migliorare sostanzialmente l'efficienza della macchina giudiziaria", riforma della legge elettorale e maggioranza compatta al referendum per bocciare la riforma costituzionale.

C'è tempo per un'ultima interruzione. Prodi dichiara che l'obiettivo del suo governo è che l'Italia "torni a vincere". Dai banchi della Cdl si alza un grido: "Allora chiama Moggi!".

Alla fine ancora urla dal centrodestra. Prodi si rifugia nel caldo applauso del centrosinistra e lancia un'occhiata a Marini che sembra voler dire: "Potevi fare di più per farli smettere"

(18 maggio 2006)


Corriere della sera:

Il tributo iniziale a Ciampi e Napolitano
Prodi apre sull'amnistia: «Se ne discuti»
Il premier illustra il programma a Palazzo Madama: «Un errore la guerra in Iraq». Contestazioni dalla Cdl

ROMA - La lista dei «desiderata» è lunga e impegnativa ma Romano Prodi garantisce: «Vogliamo che l'Italia torni a vincere e ce la faremo». Nel corso del suo intervento programmatico al Senato, il premier apre sull'amnistia («il Parlamento studi la possibilità») e liquida la riforma del Polo sulla giustizia garantendo che il suo esecutivo opererà per ridare «serenità e tranquillità» ai magistrati e per «tutelarne e garantirne l'indipendenza». Non manca neanche di fare un cenno anche allo scandalo del calcio: «È una crisi etica, si è superato il livello di guardia». Quindi tende la mano al centrodestra: «All'opposizione e ai suoi leader non faremo mai mancare il rispetto che la democrazia esige».
IL PROGRAMMA - Un discorso aperto con i ringraziamenti a Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, dure personalità che Prodi «stima e rispetta». «A Ciampi mi lega il ricordo della comune battaglia dell'euro. A Napolitano ricordo il ruolo svolto, con diversi compiti in sede europea, avendo la stessa idea comune dell'Europa», spiega il premier. Che poi mette subito in chiaro: «Il governo che si presenta oggi al Senato per chiedere la fiducia è quello che gli elettori hanno votato. Taluni coltivano l'immagine di una comunità nazionale lacerata. Ma non è così: l'Italia è un paese con molte diversità e distinzioni. Ma la distinzione non è uguale alla divisione. L'esiguità del vantaggio nella vittoria elettorale significa distinzione non divisione nel Paese».
LA RICERCA DELLA CONCORDIA - Nel paese non ci sono «spaccature», insiste Prodi, e «coinvolgeremo anche chi non ci ha dato il voto nella realizzazione del programma». All'opposizione, continua, «chiedo la disponibilità ad una attenta considerazione di quello che andremo proponendo commisurandolo con gli interessi del Paese».
GUERRA IN IRAQ - Quindi il passaggio più incisivo, quello che scatena i malumori e i brusii dei banchi della Cdl: l'Italia sarà in prima linea nella lotta al terrorismo, anche con l'intervento militare sotto l'egida delle organizzazioni internazionali, «ma noi non condividiamo la guerra in Iraq». Di qui l'annuncio: «Proporremo a Parlamento il rientro dei soldati nei tempi tecnici necessari». Di fronte alle contestazioni della Cdl ( si sentono grida vergogna! vergogna!), Prodi ribatte: «Vorrei capire la differenza fra ciò che dico e quello che diceva il precedente Governo con il ritiro entro la fine del 2006». Il leader dell'Unione sottolinea che la guerra in Iraq ha aperto «il vaso di pandora» e che lo stesso ambasciatore statunitense ha avuto accenti critici. «La guerra in Iraq - sintetizza Prodi - è stata un errore».
NO ALLE GRANDI OPERE - «Effettueremo, compatibilmente con tutte le risorse disponibili, investimenti mirati in una logica integrata piuttosto che di singole grandi opere», continua poi Prodi.
CONTI PUBBLICI - Il premier pone anche l'accento sulla necessità del risanamento dei conti pubblici italiani per rispettare gli impegni presi con Bruxelles di riportare il deficit sotto il 3% entro il 2007. «Non vi è più spazio per correzioni affidate a manovre straordinarie, non vi sono possibili miracoli di ingegneria finanziaria. Sarà invece giocoforza intervenire sulla tendenze dei grandi capitoli di spesa pubblica».
SCOSSA ETICA - «Ho notato che si stanno già intensificando in queste settimane segnali di uscita dalla stagnazione », spiega Prodi. Ma nel cogliere segni incoraggianti di una ripresa congiunturale avverte: «Il nostro Paese ha bisogno di una forte scossa, così come il nostro sistema produttivo. Il governo ritiene di avere politiche appropriate a questo fine. Ma occorre prima di tutto una forte scossa sul piano etico».
LOTTA ALL'EVASIONE - Il governo userà «la massima decisione» nella lotta all'evasione fiscale. «C'è una crisi etica: non devono vincere i più furbi. Pensiamo al mondo del calcio», afferma il premier.
SCORTE - Parlando della necessità di ridurre le spese per il funzionamento delle istituzioni e dei partiti, il Professore annuncia l'intenzione di dimezzare le scorte ai politici: «Ovviamente terremo conto di particolari situazioni di rischio- precisa il premier - ma in linea di principio le auto di rappresentanza non possono essere uno status symbol ma una risposta a reali necessità».
CONFLITTO D'INTERESSI - Quindi ribadisce l'impegno dell'Unione per modificare la legge sul conflitto di interessi. «Nella sfera delle regole, considero essenziale che si ponga mano a una normativa che disciplini i conflitti di interesse in linea con quanto esiste nelle altre democrazie avanzate, una normativa scevra da intenti punitivi ma ben più rigorosa di quella in vigore».
AMNISTIA - Allo studio anche un provvedimento di clemenza. «Il governo- assicura Prodi - intende proporre al Parlamento di studiare un provvedimento diretto ad alleggerire l'attuale insostenibile situazione delle carceri». Prodi ritiene indifferibile affrontare la questione. «Oggi, all'inizio di una nuova legislatura, è nostro obbligo- assicura il premier - offrire una risposta». Mettere a punto un provvedimento da «studiare con la profondità e la drammaticità - sottolinea Prodi - che l'attuale situazione ci impone». E del resto, osserva, «già da anni, anche dalle sedi più elevate, questo tema è proposto alla nostra attenzione».
LEGGE ELETTORALE - Il governo proporrà inoltre «un aggiornamento della nostra Costituzione e della legge elettorale attraverso la ricerca di una costruttiva e larga collaborazione tra tutte le forze politiche del paese». Prodi dice anche che la maggioranza «si opporrà compatta nel prossimo referendum» in quanto la riforma del centrodestra è «sbagliata e dirompente».
QUOTE ROSA - Secondo il premier occorre introdurre norme per garantire una maggiore presenza delle donne nelle istituzioni: «Non siamo riusciti ad arrivare ad almeno otto donne nel governo. Ma rispetto al governo precedente, dove erano due, mi sembra un sostanziale progresso».
IMMIGRAZIONE - Né emarginazione né criminalizzazione, ma «accoglienza, convivenza, garanzia», ma anche «doveri». Sono le parole chiave della politica del governo sull'immigrazione. Prodi spiega che la legge Bossi-Fini è «demagogica e inefficace». Quindi spiega come superarla: «Mantenere il tetto ma rivedere le quote».
GIUSTIZIA - Basta infine con il «clima di tensione, talvolta di forte tensione» che in questi anni si è respirato tra politica e magistratura: «Noi vogliamo ridare serenità ai giudici italiani», assicura Prodi bollando le riforme della Cdl in tema di giustizia come «riforme pensate e attuate troppo spesso - osserva il premier - con uno spirito punitivo e comunque con atteggiamenti non adeguatamente collaborativi».


18 maggio 2006

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