Rigettato ieri dalla Cassazione il ricorso di 16 precari e precarie contro le misure cautelari (5 arresti domiciliari e 11 obblighi di firma) applicate ai loro danni per le azioni contro la precarietà e il carovita del 6 novembre 2004. A un anno e mezzo di distanza dai fatti, e a processo non ancora iniziato, 16 attivisti/e si troveranno insipiegabilmente a subire pesanti restrizioni delle proprie libertà personali. Conferenza stampa h. 12 a via Cesare De Lollis.
COMUNICATO STAMPA Arrestano i movimenti
Libertà per tutti gli attivisti di movimento impegnati nelle lotte sociali per il reddito e contro la precarietà
Alle ore 12.00 di oggi (giovedì 22 giugno) in via Cesare De Lollis 6 incontro con la stampa.
Vengono applicate misure cautelari nei confronti di 16 attivisti/e per una iniziativa organizzata il 6 novembre del 2004 contro la precarietà e per il reddito sociale: siamo a più di un anno e mezzo di distanza e il senso giuridico di questa operazione non c’è. Su quei fatti è ormai stato istruito un vero e proprio maxi processo con più di cento imputati che si aprirà in ottobre e che si svolgerà nell’aula bunker di Rebibbia. Qual è il senso degli arresti di oggi? Difficile non cogliere l’intento di intimidire, perseguitare e colpire la libertà di espressione dei movimenti accusandoli di reati pesantissimi (come rapina aggravata) che non hanno alcuna attinenza con i fatti accaduti quel giorno sotto gli occhi di decine di giornalisti e di funzionari di polizia. Mentre l’Italia è sommersa dagli scandali, dal malcostume e dalla corruzione degli ambienti politici ed economici avviene il paradosso che arrestano chi si batte da anni contro tutto questo e per affermare nuovi diritti. Un brutto segnale agli inizi di una stagione politica densa di aspettative suscitate dal recente cambio di governo e che getta un ombra sinistra sul prossimo autunno.
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