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PERDERSI PER RITROVARSI (la morale sessuale e la chiesa)
by Gerardo D'Amore Monday, Jul. 10, 2006 at 6:59 PM mail: geradodamore@inwind.it

Ultimo viaggio del papa in Spagna

Perdersi per ritrovarsi
(la morale sessuale e la Chiesa)



6 . Non commettere atti impuri (Non commettere adulterio-Non fornicare-Non masturbarti).

9. Non desiderare la donna d’altri.



Il cardinale Javier Lozano Barragán, Presidente del Pontificio Consilio per la Pastorale della Salute dice: Il principio di non fornicare vuole proteggere la sublimità del sesso che è l’espressione più grande dell’amore di Dio per le persone. E’ amore assoluto di donazione piena e niente deve separare un’unione matrimoniale tra uomo e donna. Per proteggere la dignità del sesso, la sacralità del corpo, noi accettiamo assolutamente il comandamento divino non fornicare.

Ma quanti sono i credenti che praticano l’astinenza predicata dalla religione? Quanti quelli che credono alla genitalizzazione del rapporto sessuale? Quale sarebbe la popolazione mondiale se ad ogni rapporto sessuale dovesse corrispondere una gravidanza? Le famiglie numerose sarebbero assoggettate al pericolo di esplosione e la miseria non subirebbe un notevole incremento?

Sono queste le domande che quotidianamente si pongono cattolici e non dando , sempre più spesso, risposte comuni. Infatti,i giudizi di valore della società post-industriale nei confronti della sessualità, diametralmente opposti a quelli espressi dalle gerarchie ecclesiastiche, costituiscono la base di un senso comune diffuso .Per la maggior parte degli uomini occidentali sia cattolici che non:

1.“La sessualità non è carne, è desiderio. Ciò a cui tende non è l’eiaculazione, ma l’incontro con l’altro, perché solo desiderando l’altro o sentendomi oggetto di desiderio altrui, io mi scopro come essere sessuato”. Il desiderio non è una convulsione della soggettività, qualcosa che blocca l’esistenza e la contrae in un gesto corporeo che chiude al mondo e fa del corpo il nascondiglio della vita. Il desiderio è tensione verso l’altro nel suo sottrarsi e sfuggirmi, nel suo concedersi per un attimo e poi ritrarsi, conservando quell’integrità di un corpo su cui il possesso sembra non aver lasciato traccia.
2.La donna non è più vista come un vaso in cui piantare un seme e, soprattutto non è più proprietà privata di un uomo che ha diritto di disporne per la fecondazione (ius utendi et escludenti omnes alios= definizione di proprietà).La sovranità sugli altri presuppone il concetto di solitudine, di onnipotenza, di asservimento dell’altro. Chi riconosce “l’altro”, infatti, non è mai sovrano , perché è consapevole di averne bisogno. L’appartenenza di un soggetto ad un altro in un rapporto d’amore, degrada l’oggetto stesso dell’amore trasformando la persona in una cosa ,”misconosce ogni differenza” (Freud) ed è , pertanto, foriera di perversione in quanto sottrae all’altro la sua soggettività, per ridurla alla pura opacità della carne. Gioca con la morte, dove la soggettività si estingue e il corpo si raggela nell’immobilità della carne.
3.L’amore è un rapporto tra due persone libere da preconcetti . Ecco perché quando in un matrimonio i partner sono incompatibili , sia dal punto di vista sessuale che caratteriale , è opportuno che esso si sciolga perché le costrizioni non portano amore , ma sopportazione.
4. Il desiderio sessuale non ha altre finalità che il piacere. Che sia presente o assente, poco o tanto, voluto o negato, in qualsiasi modo sia vissuto, c'è ed è importante, è una parte di noi con cui dobbiamo comunque fare i conti ed influenza la nostra vita molto più di quanto ne abbiamo coscienza . E’ il motore che spinge la vita. Il continuo dialogo tra la realtà interna e quella esterna, avviene attraverso il corpo e la comunicazione del corpo, o comunicazione non verbale . E' il comportamento non verbale che fornisce informazioni più precise quando non è utilizzata la parola e, d'altra parte, sono prevalentemente non verbali le modalità attraverso le quali si realizza l'espressione di un'emozione. Il contatto corporeo è la forma più antica di comunicazione sociale. Negli esseri umani una vasta parte del cervello ha la funzione di ricevere messaggi dalla superficie del corpo. Toccare un'altra persona diventa una specie di rapporto attivo doppio, nel senso che ognuno è sensibile all'altro, crea una maggiore intimità e provoca un aumento dell'eccitazione emotiva. Succede molte volte che abbia anche finalità di genitalizzazione (la nascita di un figlio) , ma è soprattutto il desiderio di portare il proprio mondo interno alla superficie (del corpo). Limitare questo desiderio significherebbe reprimere la vita perché il vivere tutto è desiderare e il desiderare non ha una grammatica , (non obbedisce a schemi rigidamente eterosessuali) ma solo a un lessico, è impaziente di esprimersi, di trovare l’altro che non sempre è disponibile e, in questo caso, si accortoccia su se stesso liberandosi in un melanconico mutismo (masturbazione).



Se questo è un nuovo modo di pensare la sessualità perché la Chiesa continua ad ostinarsi su concetti non più praticabili e che non fanno, da tempo, parte del sentire comune?

Credo che questa sua martellante iniziativa, sui temi trattati, sia essenzialmente finalizzata al mantenimento di un potere di assoluzione su cui poggia l’esistenza stessa della Chiesa che, stigmatizzando come “peccato” tutti i comportamenti sociali non conformi alla dottrina, intende richiamare i cattolici alla confessione e penitenza allo scopo di ribadire le proprie prerogative messe in crisi dalla cultura sessuale contemporanea (secolarizzata). Al fine, poi, di contrastare il processo di residualità che sembra averla interessata insiste con i poteri pubblici degli Stati (soprattutto quello italiano , uno degli ultimi capisaldi del cristianesimo)affinché ciò che la Chiesa prevede come peccato si configuri , dal punto di vista giurisdizionale, anche come reato.

In sintesi, si può peccare , basta che , però, la Chiesa ci assolva.

A questo punto sono disposto anch’io (agnostico) a confessarmi e a richiedere l’assoluzione e consiglio di farlo anche agli atei convinti, agli omosessuali, alle lesbiche, ai divorziati qualora ciò dovesse servire a non subire pressioni costanti e a vivere con maggiore libertà la nostra sessualità.

Gerardo D’Amore

10/07/06


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