No alla repressione
Associazione Solidarietà Proletaria 12-7-2006
Il governo del circo Prodi all’attacco contro i comunisti indipendentisti sardi, per portare avanti la linea di repressione preventiva della banda Berlusconi!
A fianco dei compagni indipendentisti sardi di A’Manca Pro S’Indipendentzia perseguitati ed arrestati.
Ieri un’ennesima operazione repressiva è stata sferrata contro il movimento indipendentista sardo. A farne le spese questa volta sono stati 54 compagni dell’organizzazione comunista e indipendentista sarda A’Manca Pro S’Indipendentzia. Tra tutti i compagni inquisiti e perquisiti con la solita accusa di associazione sovversiva (art. cp 270bis) architettata dalla Procura Distrettuale di Cagliari e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione di Di Gennaro, 10 dirigenti dell’organizzazione sono stati arrestati perché ritenuti, responsabili di una serie di azioni dinamitarde verificatesi in questi ultimi anni in Sardegna.
La tattica della “guerra al terrorismo” adottata dagli stati in questi anni, compresa, alla grande, quella dello strato italiano, si conferma sempre più una formula politico-militare che i gruppi imperialisti borghesi hanno adottato per mettere fuori gioco gli oppositori politici. Innumerevoli sono in questi anni nel mondo, in Europa e in Italia le operazioni repressive preventive e controrivoluzionarie. Ricordiamo i casi recenti in Belgio dei compagni del DHKC sotto processo perché denunciavano la politica fascista e torturatrice dello Stato turco; pensiamo ai processi e agli arresti in Francia e Spagna dei compagni spagnoli del Pce(r) e a quelli della Frazione Ottobre; pensiamo all’inchiesta Giovagnoli della Procura di Bologna in combutta con la magistratura francese contro i compagni del (n) PCI e dei CARC; pensiamo al blitz del 1° aprile 2004 contro i compagni del Campo antimperialista e ai due compagni del DHKC ancora in carcere preventivo in Italia; pensiamo al lungo elenco d’inchieste giudiziarie con intercettazioni telefoniche e ambientali, con perquisizioni, sequestri e arresti avvenuti in questi anni nel nostro paese contro tante altre organizzazioni comuniste, anarchiche, antimperialiste e antifasciste. E poi c’è tutto il capitolo delle fasulle inchieste giudiziarie per terrorismo contro i numerosi esponenti politici e religiosi della comunità arabo-islamica in Italia, che ha fatto scoprire in modo eclatante di quali violazioni dei diritti politici, civili e umani sono capaci le autorità politiche e istituzionali borghesi del nostro paese. Il caso di Abu Omar e i voli CIA si commentano da soli.
Il blitz poliziesco dell’11 luglio scattato in varie città della Sardegna, il cui mandante è il governo Prodi appoggiato dalla banda Berlusconi, a dimostrazione della loro comune linea antiproletaria e controrivoluzionaria, ha voluto colpire un’organizzazione indipendentista e comunista, che nella sua attività politica di anni, contribuiva significativamente con la denuncia delle condizioni di sfruttamento umano ed ambientale della Sardegna, a mettere in discussione il potere dei gruppi imperialisti, che sappiamo in quella regione non sono solo prettamente italiani, ma sono quelli dei gruppi USA, quelli Sionisti, europei e del Vaticano.
Mentre Padoa Schippa con carta bianca sta mettendo su l’ennesima finanziaria antipopolare di lacrime e sangue, i neoministri degli interno e della giustizia Amato e Mastella (noti succhia sangue del proletariato) si incaricano di fare piazza pulita dell’opposizione politica e sociale. Come i loro predecessori Pisanu e Castelli, i due attuali capi dei centri di repressione preventiva e dei tribunali politici, si sono presi l’incarico di perseguitare e imprigionare chiunque sia, o è sospettato d’essere, alla testa dei centri d’organizzazione e d’avanguardia della lotta di emancipazione della classe operaia, o semplicemente alla testa dei centri per la difesa e miglioramento dei diritti dei lavoratori e di tutto il proletariato.
L’offensiva repressiva della borghesia, che non lesina mezzi illegale nel portare avanti la sua guerra sporca e di sterminio contro le masse che si ribellano e in particolare contro chi si pone alla loro testa, conduce giorno dopo giorno ad un rinfoltimento delle fila dei prigionieri nelle carceri imperialiste. Occorre per questo rafforzare la solidarietà di classe e porre con forza la necessità di rivendicare uno status dei prigionieri politici con lo scopo di mettere in risalto la natura della facciata democratica del sistema politico ed economico imperialista e capitalista. Ancora di più occorre sviluppare con tenacia un fronte ampio di tutte le organizzazioni rivoluzionarie e democratiche per lottare e resistere contro la repressione della borghesia imperialista.
Libertà per i compagni di A’Manca Pro S’Indipendentzia! Solidarietà ai compagni indipendentisti sardi perseguitati! Libertà per tutti i prigionieri politici!
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