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Disarmiamoci
by Lenin Wednesday, Sep. 20, 2006 at 12:25 PM mail:

Ecco...come d’abitudine, ad ogni pro deve esserci sempre un contro. Ero felice per i successi diplomatici in Libano, per l’apertura ai diritti degli immigrati; ma è durato poco. Il governo ha dimentica, per l’ennesima volta, la discontinuità promessa con la passata legislatura.

Disarmiamoci...
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Ecco...come d’abitudine, ad ogni pro deve esserci sempre un contro. Ero felice per i successi diplomatici in Libano, per l’apertura ai diritti degli immigrati; ma è durato poco. Il governo ha dimentica, per l’ennesima volta, la discontinuità promessa con la passata legislatura.

Ricordo due anni fa, l’allora Ministro degli esteri, Gianfranco Fini accompagnato del Presidente della Repubblica Ciampi in visita ufficiale in Cina, il quale disse al presidente cinese Hu Jintao: “L’Italia è favorevole all'abolizione dell'embargo sulle esportazioni di armi verso la Cina,deciso dall'Unione europea quindici anni fa, visto che il mantenimento dell'embargo non corrisponde allo spirito della partnership strategica tra Unione europea e Cina".

Ora, il Presidente del Consiglio Romano Prodi, accompagnato da Emma Bonino, ha fatto la stessa richiesta di abolizione dell’embargo per vendere armi italiane alla più grande dittatura del mondo.

Ottimi affari per l’industria bellica in Cina, soprattutto per le produzioni Beretta (non quelle di salumi), pessimi per chi lotta in difesa dei diritti sempre violati dal'abuso di armi e violenza.

Ma possibili che Prodi, come Fini, non capisce che fornire armi è sempre un pericolo, soprattutto quando il destinatario è una dittatura. Speravo vivamente che si sarebbe limitata la vendita di armi, la vendita di morte, che si sarebbero contrapposti i diritti alle leggi di mercato, ma invece il Dio denaro fa sempre gola, è la vita perde sempre più rispetto.

“Parlano di diritti umani e dimenticano il Tibet.”

Mi ero illuso che il viaggio di Prodi in Cina servisse a crera uno spiraglio nella Grande Muraglia, per i diritti umani, e invece quando Prodi parlava di “made in Italy” non pensava alla collezione di “Dolce & Gabbana”, ma ai cannoni della Oto Melara.


Ma dov’è la discontinuità??? Ma dove sono queste “cose di sinistra”???


http://www.disarmo.org/

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