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PLATI’ CALPESTATA…
by Aspromonte Tuesday, Oct. 10, 2006 at 11:07 PM mail:

Platì 22/12/2003

È un ragazzino di dodici anni a suggerire questa frase; uno dei tanti ragazzi a chiedersi cosa stia succedendo a Platì.

Tutto è iniziato un freddo giovedì di novembre quando a Platì sono state arrestate più di 120 persone e altrettante indagate e in questi giorni quasi tutte scarcerate. Ebbene! Cosa significa questo? Che ciò che è accaduto è stato un errore giudiziario o una messa in scena? Dico “messa in scena” perché le cose non quadrano e tutti se ne sono accorti. Poiché ciò che stiamo leggendo nei quotidiani e vedendo in tv, in queste ultime settimane, si può definire con un solo termine: “DENIGRAZIONE”. Sembra quasi un complotto contro Platì. Si sente soltanto parlar male. Tutto sta accadendo all’improvviso sotto gli occhi attoniti dei cittadini. E quindi ci si chiede: cosa c’è dietro? O meglio Chi c’è? E perché vuole gettare Platì nella penombra? L’azione della notte del 13 sembra richiamare una di quelle storie di guerra in cui i soldati nazisti irrompevano nelle case e portavano via la gente con la forza. Forse è un paragone piuttosto esteso ma non credo dal momento che su Platì se ne stanno dicendo di tutti i colori. È stata chiamata “Ndrangheta city” ed i cittadini “ladroni” da alcuni giornali come “l’Espresso” (vedi n°.48); “città a due piani con cunicoli sotterranei” per via della rete fognaria, da altri; o ancora, “città proibita” in alcune trasmissioni e mi riferisco al programma “Chi l’ha visto”. Lo ritengo un programma utile giacché al giorno d’oggi di persone ne scompaiono molte, purtroppo. Ma il sevizio che venerdì scorso hanno fatto su Platì è stato un gesto disonesto. Hanno parlato di questo nostro paese per dire cosa? Soltanto un mucchio di fandonie. Hanno presentato una Platì macabra, umiliando i cittadini. Sembrava descrivessero una città fantasma, da romanzo, in cui avvengono cose misteriose e orribili. E tra l’altro è stato un sevizio che non centrava nulla col programma e quindi viene facile pensare che l’abbiano mandato in onda alla fine per non permettere telefonate di replica. Ed è ancora più triste se pensiamo che hanno scelto la chiesa, la casa di nostro Signore, come luogo da cui diffondere queste notizie diffamanti. Mi ripeto, sembra quasi un complotto. “Città proibita” addirittura; ma se Platì è, per antonomasia, il paese dell’ospitalità: chiunque entri a Platì troverà sempre il cittadino pronto ad accoglierlo e una tavola ricca dei prodotti locali, dal pane all’olio, dai formaggi ai salumi, frutto del duro lavoro dell’uomo. Inoltre essere benestante, possedere una bella macchina e vestire bene non significa essere per forza trafficante di sostanze stupefacenti, come sostiene invece il giudice Gratteri. E a proposito, quest’ultimo ha detto che quella notte non ha dormito pensando a come avrebbero potuto reagire i bambini di Platì coinvolti nell’accaduto. Ma come dovrebbe reagire un bambino che nel cuore della notte si ritrova solo senza genitori? E come dovrebbero comportarsi uomini e donne che quella notte si sono ritrovati chiusi in una stanza a chiedersi, increduli, cosa ci facessero? Non dimentichiamo un altro episodio del 1986: era il 6 marzo quando i cittadini di Platì si ritrovarono le porte delle case sfondate per l’ennesima volta dai carabinieri. Girolama De Leo, una donna anziana, nel vedere all’improvviso delle figure oscure che si aggiravano per la casa, in piena notte, viene colta da un malore al cuore e per le mancate cure necessarie, sempre da parte dei carabinieri, la donna quella notte vide la fine dei suoi giorni. Questo è uno dei tanti episodi che hanno segnato la vita dei platiesi. Penso che sia il momento di dire BASTA a tutto questo. Cinquecento anni di storia, cultura e valori non devono essere oscurati così. Magari un ragazzo di Platì che studia o lavora al nord si ritroverà, in un certo senso, ostacolato e guardato con occhi “diversi”. E noi non vogliamo e non possiamo permettere questo. Lo Stato si sta preoccupando di Platì? Si sta interessando al fatto che non c’è un campo da calcio, una biblioteca, un cinema o altre forme ed attività culturali da garantire un’adeguata istruzione ai giovani? La gente di Platì non può essere penalizzata così. Il nostro vescovo, Mons. Bregantini se né accorto e per questo lo ringraziamo.

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