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Sulla mobilitazione al Q.re Gallaratese di sabato scorso
by gallaratese red Friday, Oct. 20, 2006 at 3:37 PM mail: diciannoverde@libero.it

Riflessioni sulla mobilitazione di sabato scorso al q.re Gallaratese per l'apertura di uno spazio pubblico autogestito nell'ex chiesa di s. ilario

Festa sotto assedio, è stata questa l'impressione arrivando sabato scorso verso le 15 sull'area di via omodeo dove si sarebbe tenuta l'iniziativa per l'apertura di uno spazio pubblico autogestito nell'edificio ex chiesa s. ilario.
Sono un compagno del quartiere Gallaratese, nato, cresciuto abitante tuttora in q.re. Faccio parte di una delle realtà locali che appoggiano il progetto C.S.C.P. Pubbliko. Anche se con qualche giorno di ritardo credo importante fare alcune riflessioni sull'iniziativa di sabato, e credo che la mobilitazione sia andata bene, visto il periodo e visto i 100 blu presenti in divisa o cammuffati. Penso che non si potesse fare di più per una serie di motivi, al di là dei possibili che noi organizzatori della giornata si possa aver fatto (per esempio sottovalutare la mobilitazione della digos, ma anche le attenzioni a difendere la struttura da parte di pezzi dell'ammministrazione comunale).
Innanzi tutto perchè gli abitanti del q.re non erano pronti ad un salto di livello nelle pratiche di lotta, per molti di loro l'occupazione in quelle condizioni era una forzatura, altri per la prima volta vivevano una situazione simile (tanta gente in strada, digos, blindati, scudi etc); il q.re ha perso memoria storica, non è più il gallaratese delle case occupate e delle lotte, ma è ormai q.re residenziale della piccola e media borghesia, che sempre più rimpiazza le classi popolari e proletarie, originari abitanti del gallaratese, e ed esprime prevalentemente bisogni da ceto medio; forzare la mano sabato avrebbe solo rischiato di pregiudicare il consenso che il progetto cscp pubbliko sta raccogliendo trasversalmente alle età tra gli abitanti del q.re.
L'atteggiamento della polizia è stato da subito intransigente e al minimo movimento hanno infatti fatto avanzare uomini e mezzi. Perciò non credo che, se anche si fosse entrati, si sarebbe andati al di là del gesto simbolico, ma senza raccogliere altro risultato se non denuncie e diffidenza da parte degli abitanti (sono 32 anni che in q.re non si vedono manganelli alzati, scudi, caschi e quantaltro).
Inoltre i rapporti di forza a milano, e non i riferisco solo al nostro contesto di q.re, sono tali da non consentire di pregiudicare ogni positiva relazione che si riesce a innescare sul territorio per ricostruire l'opposizione sociale e culturale. E' un indubbio merito del cscp pubbliko essere riusciti a coinvolgere su pratiche quali l'autogestione di spazi e l'occupazione compagn*, realta di quartiere e altri soggetti che mai in precedenza avevano avvicinato certi discorsi. Non è un fatto da poco in una città dove il movimento è morto ahimè, atomizzato, ognuno rinchiuso nei propri ambiti o centri, da mesi (anni) sempre meno in grado di cagulare persone, progetti, iniziative. E allora perchè pregiudicare tutto per non portare a casa nulla?
Credo invece che i successo dell'iniziativa di sabato possa essere capitalizzato e proprio a partire da situazioni locali, riattivare la mobilitazione per gli spazi liberati, l'autogestione e tutto il resto.
Perciò penso che bisogna partire da quanto emerso nell'assemblea di sabato (continuare il presidio della struttura, al progetto cscp pubbliko non rinunciamo e l'obiettivo e prendere la struttura, assemblea cittadina delle realtà occupate e autogestite e corteo cittadino su i temi suddetti) e continuare a mobilitarsi per aggregare consenso sul progetto cscp pubbliko.

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