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Irruzione dei chimici nella Regione Veneto
by Il Gazzettino Tuesday, Nov. 07, 2006 at 9:20 PM mail:

Martedì, 7 Novembre 2006 - Il Gazzettino

Irruzione dei chimici nella Regione Veneto

Tensione e spintoni (due agenti contusi). La protesta per la mancata firma all’accordo. Galan: «Se si crede di farmi paura...»

Venezia I sindacati non mollano. E dopo aver fatto irruzione ieri mattina a Palazzo Balbi torneranno anche oggi, a mezzogiorno, per chiedere impegni precisi dalla giunta regionale.Si è conclusa poco dopo le 17.30 una lunga giornata di dura protesta di oltre duecento lavoratori chimici di Porto Marghera proprio all'interno della sede della giunta regionale. In mattinata i lavoratori hanno fatto irruzione nella sede di San Tomà. Ci sono stati spintoni e attimi di tensione. I lavoratori hanno forzato il blocco delle forze dell'ordine in due distinti punti. In seguito a questo, due agenti del Reparto mobile di Padova sono rimasti contusi (uno alla schiena e uno ad una caviglia) e trasportati all'ospedale per accertamenti, mentre un funzionario della Questura è caduto a terra. Danni anche ad una vetrata.La situazione è tornata alla normalità poco dopo, quando una folta delegazione di chimici ha avuto un primo incontro nell'ufficio di gabinetto della Regione. Si è trattato di un vertice pressochè inutile, visto che all'uscita i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno spiegato che il loro obiettivo era quello di incontrare il presidente Giancarlo Galan. La polemica nasce dal fatto che il presidente non ha ancora firmato un protocollo che prevede tempi e investimenti per il rilancio dell'area industriale.

«Il governatore ha fatto dietrofront - commentavano i sindacalisti durante l'occupazione - ed ha valutato negativamente quanto prodotto in concreto da Governo, Istituzioni, parti sociali ed aziende». I chimici, infatti, temono che l'atteggiamento della Regione vanifichi tutto, mandando all'aria impegni ed investimenti delle aziende. La risposta di Galan non si è fatta attendere.

«Le leggi vanno rispettate. Se qualcuno pensa di far paura al presidente della Regione o di forzarlo a qualche decisione che non condivide si sbaglia di grosso - ha esordito il governatore, da Padova - Sono stato imbrogliato. C'è un documento sul quale ho manifestato alcune riserve, lo hanno addirittura cambiato. Quindi ci voglio vedere chiaro. Sono convinto che Marghera non possa avere che uno sviluppo: la cosa più importante è mantenere il posto di lavoro. In dieci anni noi siamo in grado di offrire alla gente che lavora nella chimica qualcosa di meglio. A palazzo Balbi c'erano faziosi, violenti, prego tutti di non insultare operai che si sono sempre seduti al mio tavolo, abbiamo litigato, ma gli operai non vanno a spaccare le sedi istituzionali. Quelli sono una piccola parte che non intimorisce il sottoscritto. Penso che si possa costruire un futuro migliore di quello odierno per gli operai, per gli abitanti di Venezia e di tutto il Veneto. Qualcosa di meglio della chimica "pesante" del cloro, che non ha futuro. Per questo, un politico responsabile, che non guarda al proprio piccolo tornaconto, ma al bene della comunità, decide di intervenire, appunto, per una riconversione di Porto Marghera che salvaguardi i posti di lavoro, e questo nel periodo già deciso di dieci anni».

A questo punto i chimici hanno deciso di presidiare la sede regionale in vista dell'incontro, fissato alle 15, con l'assessore regionale Renzo Marangon. Per alcune ore i lavoratori hanno atteso, fianco a fianco con le forze dell'ordine, nelle sale, sulle scalinate, nei corridoi ribadendo la necessità di trovare una soluzione che non vanifichi mesi e mesi di lotte e di manifestazioni come quella di un anno fa a Palazzo Ducale. Solo dopo oltre due ore la delegazione sindacale di Cgil, Cisl e Uil (guidata da Franco Baldan, Gianluca Bianco e Maurizio Don) è uscita dalla riunione improvvisando una sorta di comizio nel salone all'ingresso del palazzo.

«Negli anni di piombo abbiamo lottato contro il terrorismo - ha tuonato Franco Baldan a nome della triplice - e non abbiano niente a che fare con Casarini. Anzi, per essere ancora più chiari vogliamo ringraziare le forze dell'ordine per il lavoro svolto. Stiamo semplicemente difendendo il lavoro nostro e quello degli altri. Abbiamo atteso a lungo, abbiamo inviato anche due lettere, al presidente della giunta regionale e al consiglio regionale, per sollecitare una soluzione. Da troppi mesi i lavoratori non sanno quale sarà il loro futuro. L'intesa tra le parti garantiva comunque anche le imprese che avevano deciso di rimanere a Porto Marghera». Dal canto suo l'assessore alla riconversione del polo industriale di Porto Marghera, Renzo Marangon, ha fissato un incontro tra Galan e chimici tra tre giorni. «Nel protocollo non ci sono riferimenti precisi di tempo - ha puntualizzato ieri sera Marangon - ci sono alcuni aspetti condivisibili ed altri che devono essere chiariti. Comunque siamo pronti ad affrontare tutti gli argomenti con gli altri soggetti interessati alla vicenda».

Gianpaolo Bonzio

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