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A COSA SERVONO I CENTRI PER L’IMPIEGO?
by immigratiromardbcub Monday, Nov. 27, 2006 at 5:09 PM mail:

Con la legge 30, si sono aperte nuove possibilità per i datori di lavoro e per tutti ( nessuno escluso ) coloro i quali vogliono guadagnare dalla miseria altrui. I contratti a progetto sono divenuti una costante per individui privi di scrupoli

A COSA SERVONO I CENTRI PER L’IMPIEGO?


Gli uffici di collocamento ( oggi Centri per l’impiego ), non sono in grado verificare la legittimità dei rapporti di lavoro. In misura palese, avviene per gli immigrati, che sono sempre più soggetti al ricatto del contratto di lavoro per garantirsi il permesso di soggiorno. Qualsiasi condizione contrattuale viene accettata, qualunque retribuzione viene subita.
La verifica delle condizioni contrattuali, presso i Centri per l’impiego della Provincia di Roma ( ma immaginiamo ovunque ), è inesistente, per cui risulta “naturale”, che a parità di qualifica con un lavoratore italiano, l’immigrato deve accettare un orario inferiore ( si pensi nell’edilizia o nei pubblici esercizi ad orari di 15/20 ore settimanali!!! ). Con la legge 30, si sono aperte nuove possibilità per i datori di lavoro e per tutti ( nessuno escluso ) coloro i quali vogliono guadagnare dalla miseria altrui. I contratti a progetto sono divenuti una costante per individui privi di scrupoli: ambulanti o imprese artigianali, che assumono “addetti al marketing” ( !! ); pubblici esercizi, che assumono a progetto camerieri o facchini; cooperative, che assumono pulitori o manovali con tali tipologie contrattuali. Mentre le istituzioni tacciono.
Un tale mercato è ben identificabile, ma negligenze e incompetenze, fanno dimenticare i diritti degli ultimi dei lavoratori. E’ assente la volontà di riscontrare, è manifesta la colpevole inadeguatezza a ridare dignità umana
Riteniamo, che la perseveranza nel non garantire i lavoratori tutti, investono problematiche, che si riversano in ambito sociale e riguardano:

1 ) i diritti degli immigrati e la loro eguaglianza con gli autoctoni nell’ambito del mercato del lavoro;
2 ) la scomparsa dello sfruttamento e della filiera d’illegalità, che esso implica ( a qualsiasi livello e contesto );
3 ) la sparizione di fenomeni xenofobi e razzistici, derivati dalla “concorrenza” dello straniero, troppo frequentemente individuato come un ladro di lavoro;
4 ) la riqualificazione salariale per tutti i lavoratori ed il rafforzamento dei diritti sindacali.

Crediamo, che la scarsa attenzione su quanto esposto, sia dovuta all’ incapacità gestionale dei Centri per l’impiego ed alla superficialità con cui vengono affrontate tematiche peculiari. Sappiamo, però, che gli strumenti atti a contrastare fenomeni di sfruttamento, illegalità e discriminazione, esistono e, i Centri, hanno il dovere di implementarli. Segnalare all’Ispettorato del lavoro evidenti assunzioni illegittime, denunciare eventuali illeciti, dovrebbe essere la norma, per un’Amministrazione pubblica, che voglia garantire diritti di cittadinanza ed equità costituzionale. Non vorremmo avere l’impressione che, tali adempimenti, fossero ritenuti superflue incombenze.
Comprendiamo, che la questione esposta, offre ( per i cittadini stranieri ) letture diverse e laceranti, ma riteniamo debba trovare delle soluzioni immediate ed efficaci, che non siano il solito balletto di dichiarazioni d’intenti ed ipocrite dissertazioni intorno ai bisogni di “poveri reietti”, anche in previsione dell’apertura dei nuovi “flussi”.



Sportello immigrati RdB-CUB Roma

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controllo ispettivo di chi?
by perplesso Monday, Nov. 27, 2006 at 5:39 PM mail:

Mancano gli strumenti operativi per incaricare i centri impiego ad essere soggetti di controllo ispettivo di sussidarietà agli organi di ispettorato. L'impianto legislativo non prevede alcuna di queste funzioni ispettive se non l'obbligo di comunicare all'ispettorato del lavoro quelle assunzioni che vengono comunicate in ritardo in base alla data di ricezione del protocollo d'ufficio. I centri impiego non possono entrare in merito alla scelta contrattuale da parte dei datori di lavoro, che ricevono in tale direzione il supporto dei propri consulenti del lavoro nella ricerca di formule contrattuali più vantaggiose in termini di sgravi contributivi a carico dell'azienda e senza tener conto alcuno delle esigenze dei lavoratori. Il lavoratore ha due anni di anzianità di disoccupazione? Bene, viene assunto con la legge 407/90 per 3 anni, perchè così il datore di lavoro non paga contributi all'INPS e all'INAIL, e poi viene mandato a fare in culo. E se non vuol far interrompere il rapporto di lavoro, sperando che la mansione non sia di manovalanza o di routine, ci sono una miriade di forme contrattuali, pronte ad assere utilizzate pur di ridurre al minimo la spesa per il personale a carico dell'azienda. La logica è questa, purtroppo. E' la ratio della legge 30 che è deleteria e non un'insufficienza funzionale del Centro Impiego che dal suo canto, se lavora bene e solo se lavora bene, fornisce un supporto significativo e gratuito ai lavoratori nella sua attività di incrocio domanda/offerta.

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