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http://italy.indymedia.org/news/2006/11/1189117.php Invia anche i commenti.

nasce il collettivo anarcocomunista del lavoratori call center roma
by rete call center romana Monday, Nov. 27, 2006 at 6:27 PM mail:

nasce la rete romana call center

Finalmente nasce la rete romana dei call center ,un gruppo di oltre 100 lavoratori che ha deciso di formare un collettivo che in simbiosi con il movimento romano ,dai centri sociali,alla rete antifascista romana ,ai compagni di rifondazione comunista ai comunisti italiani alla rete per il reddito,ai compagni della rash vuole mettere in collegamento i lavoratori romani precari e non.Questo per dare un alternativa alle squallide iniziative portate avanti fino ad ora da gruppi che si autoproclamano portavoce di questo o quest altro posto di lavoro o fanno i portavoce del movimento e invece nella realtà dei fatti sono completamente assenti dai luoghi della politica come i quartieri,i call center ,le piazze,le comitive,le notti romane, le botte date e prese e non come è stato fatto sino ad ora dalle varie strutture che si occupano di lavoro o di altro portare acqua al proprio mulino e prendere in giro i lavoratori, la gente, i compagni, oltre che a prendere in giro per primi loro stessi.Nonostante siamo comunisti anarchici,libertari ecc ecc non vogliamo che la connottazione politica sia solo questa e per questo sui nostri futuri volantini non ci saranno simboli ma solo la firma rete dei call center romana .Il nostro progetto vuole superare la sterile e ormai vetero discussione sulla lotta di classe(per carità massima solidarietà agli sfruttati e alla gente della strada)ma vuole trovare nuove forme espressive per lottare insieme e ottenere una alternativa reale e valutare insieme i problemi reali dei lavoratori: DOCUMENTO

In questi mesi si accelera una pericolosa deriva verso la subordinazione del salario alla produttività ed alle bizze del mercato, verso la sua trasformazione in assegno di sussistenza, verso la sua polverizzazione in una pluralità di salari su base aziendale e territoriale.

Si fa in modo che la libertà di sciopero venga congelata dalle procedure di raffreddamento e di preavviso impedendo l'autonomia di iniziativa di Rsu e lavoratori.

Se ne deduce, perciò, che il passaggio ad un nuovo patto sociale dovrà essere tanto stretto ed angusto da dover mettere in conto non solo i soliti sacrifici e le solite moderazioni sul piano salariale, la precarietà sul piano occupazionale, ma anche il dismettere certezze e tutele, ormai non più indisponibili.

Ciò che si intende far passare nella cruna del patto sociale di legislatura, che governo, imprenditori e sindacati concertativi hanno fretta di definire in questo favorevole scorcio storico determinato dalla vittoria della coalizione di centro-sinistra, sono due modifiche strutturali profonde:

la trasformazione delle relazioni industriali, sempre meno basate sulla contrattazione nazionale e sempre più su quella decentrata, fino a un vero e proprio partneriato economico e giuridico d'industria, con sinergie sul piano istituzionale a livello di governi locali;
la metamorfosi della natura del sindacato da (ex)organizzazione di massa dei lavoratori ad organizzazione di massa rappresentativa di interessi plurimi ed interclassisti, impegnata nell'armonizzazione di tali interessi con le necessità di stabilità del sistema e nella funzione di sussidiarietà sul piano delle tutele minime e di patronato, tendenza rappresentata soprattutto dalla CISL.
Se questi processi, già iniziati a cavallo del passaggio di secolo, non sono andati avanti lo si deve alla diversa strategia della destra al governo nell'ultimo lustro ed alla capacità di lotta unitaria autonoma ed auto-organizzata dei lavoratori, che spesso ha impedito ed arginato certi processi.


E' compito quindi degli attivisti sindacali comunisti anarchici e libertari in questa fase impegnarsi in 3 direzioni:

sostenere, moltiplicare e diffondere le esistenti e nuove esperienze di auto-organizzazione dei lavoratori/trici, di delegati Rsu, Rsa, nei luoghi di lavoro e nel territorio per la crescita di una opposizione sindacale diffusa e federabile;
sostenere le istanze di collaborazione e coordinamento del sindacalismo di base, nuovamente chiamato a confrontarsi con una situazione oggettiva a fronte della quale la frammentazione dei soggetti sindacali appare sempre più come un grave limite;
sostenere le istanze di critica, di opposizione e disagio che crescono all'interno della CGIL, sia a livello di singole categorie (vedi chimici, FIOM) che confederale (vedi percorso della Rete 28 Aprile).
E' inoltre compito degli attivisti sindacali anarchici comunisti e libertari farsi portatori in queste sedi di obiettivi quali:
Disporre pienamente della libertà di sciopero
Difendere il contratto collettivo nazionale, rivendicazione di forti aumenti salariali, ripristinare un nuovo meccanismo automatico di rivalutazione dei salari
Ottenere garanzie e tutele per i lavoratori/lavoratrici precari, abolendo la legge 30 che mira a svuotare la contrattazione collettiva
Scollegare il permesso di soggiorno dal contratto di lavoro per i lavoratori/lavoratrici migranti
Fermare le privatizzazioni dei servizi pubblici ed impedirne l'erogazione basata sulla sussidiarietà ineguale
Ritornare alla pensione pubblica a sistema retributivo solidaristico ,ottenere la liberalizzazione delle droghe leggere,e sgomberare tutti i centri sociali de destra e i covi nazi fascisti della citta di roma
oggi siamo in 100 domani saremo in 500: appuntamento domani mattina universita la sapienza facolta di lettere 0re 10

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