Noi possiamo offrire un differente paradigma: quello dell'uguaglianza!
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Noi possiamo offrire un differente paradigma: quello dell'uguaglianza. Dopo tutto, il vero abisso non e' tra arabi ed ebrei; e' tra i nazisionisti ed il resto di noi. Gli attuali leaders di Israele hanno commesso orribili crimini di guerra ed hanno perso le ultime tracce di una qualche legittimita'. C'e' un bisogno urgente di di stabilire una nuova, legittima leadership per tutta la Palestina, secondo l'esempio dell'ANC sudafricano: una leadership che comprenda tutte le comunita' etniche e religiose di Palestina, una leadership che chiami i suoi cittadini a prendere le armi contro il sanguinario dittatore Sharon.
nazisraele "Ricordiamoci in che modo gli altri popoli ci hanno trattato e come ci trattano ancora dappertutto, come stranieri, come inferiori. Guardiamoci dal considerare e dal trattare quale cosa inferiore ciò che ci è estraneo e non abbastanza noto! Guardiamoci dal fare noi quello che ci è stato fatto".
Martin Buber, 1929
genocidio Ammettiamolo.Nell'apprendere le notizie che arrivano dai territori palestinesi, la parola che ci esce continuamente dalla bocca non è quella che ci viene per prima in mente. Tutt'al più la nostra lingua dice sterminio - distruzione o soppressione spietata e talvolta metodica di un gran numero di persone - mentre il nostro cervello pensa genocidio - metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli individui e l'annullamento dei valori culturali. Il genocidio è molto più dello sterminio. Ma questo è un termine che in qualche modo ci rifiutiamo di usare, perché un suo utilizzo in un contesto simile minerebbe alle fondamenta molte delle certezze su cui abbiamo costruito il nostro mondo, la sua quiete e la sua prosperità.
Come possiamo chiamare genocidio quello che sta intraprendendo il governo Sharon, dopo esserci detti e ripetuti tante volte che il genocidio è una atrocità del passato, frutto del peggiore oscurantismo, che non può trovare legittimità in una democrazia occidentale moderna (come è, in fin dei conti, quella di Israele)? E poi, essendo stati vittime del genocidio compiuto dai nazisti, avendo subìto infami persecuzioni, come possono oggi gli ebrei che si riconoscono in Israele indossare i panni dei carnefici e fare ad altri ciò che in passato sono stati costretti a subire? Tutto ciò si scontra con le nostre sicurezze, con il nostro bisogno di ordine, con la nostra stringente logica da ragionieri che determina la nostra quieta esistenza da ragionieri. La tranquillità del nostro sonno e dei nostri affari lo esige, la propaganda statale lo conferma: non c'è nessun genocidio in corso nei territori palestinesi, c'è sola una caccia senza quartiere nei confronti di crudeli terroristi che, per tragiche quanto fatali circostanze, si sta ripercuotendo duramente anche nei confronti della popolazione civile. Ma, se le cose stanno così, che dire del numero tatuato sui prigionieri palestinesi, agghiacciante riproposizione di una delle più nauseanti pratiche naziste? Che dire della distruzione di case e interi villaggi, anche questa praticata un tempo contro gli ebrei (nello specifico, dai soldati inglesi)? Che dire di tutti quei morti - bambini, donne, vecchi - che non possono rientrare di certo nello stereotipo mediatico del terrorista fanatico inneggiante alla guerra santa? Come si vede, non ci sono molte alternative di fronte al massacro in atto: o il silenzio del consenso, al tempo stesso risultato e garanzia della pace sociale, o l'interrogativo del dissenso. Ma questo interrogativo, se portato fino in fondo, fino alle sue estreme conseguenze, che cosa ci riserverà? Saremo in grado di ascoltare le risposte? ......... continua
http://italy.indymedia.org/news/2002/11/118752.php
italy.indymedia.org/news/2002/11/115153_comment.php#118763
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