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Da Siena: strategie per la mobilitazione a Gennaio
by B o r i s Thursday, Dec. 19, 2002 at 5:38 PM mail: ufromars@hotmail.com

due rihe sulla (penosa) mobilitazione alla facoltà di Lettere di Siena. suggerimenti per il mese di Gennaio

Scrivo dalla facoltà di Lettere a Siena, in cui gli studenti hanno accolto l'invito dei professori alla mobilitazione contro la finanziaria in modo piuttosto confusionario e disorganizzato; nei primi giorni si è addirittura pensato bene di organizzare "classi alternative" sulla Guerra in Iraq, sulla coscienza critica ecc. ecc., ma senza alcun approfondimento diretto sulla Finanziaria. Alla fine sono stato io a leggerla e relazionarla. Questo nella giornata di venerdì scorso, in cui il "Magnifico" rettore Tosi, dopo aver saputo che sarebbero arrivati i soldi da lui richiesti, ha ritirato l'appoggio agli studenti e ha di fatto sancito la fine della protesta del corpo docenti. Durante l'Assemblea Generale di venerdì sera ha regnato il caos: chi si riteneva offeso per un cartello affisso in bacheca con la firma M.U.(Movimento Universitario), in cui qualcuno aveva scritto che gli studenti non appoggiavano la protesta dei professori per il loro stipendio; chi dava a ogni persona che prendesse in mano il microfono del fascista; chi si impuntava sulle virgole della piattaforma comune degli studenti di Siena. Nessuno che prendesse in considerazione la possibilità di restare a dormire in Facoltà, o di organizzare la mobilitazione per il giorno seguente, stringendo contatti con gli altri Atenei e portando i motivi della protesta alla popolazione senese. Quando ho capito che simili argomenti nemmeno passavano per l'anticamera del cervello ai "compagni" presenti, me ne sono andato. Sono comunque convinto che a Gennaio, con una maggior dose di raziocinio, gli studenti possano far male al Potere. C'è bisogno di azioni congiunte, nel materiale come nel simbolico, c'è bisogno di far arrivare le nostre istanze alla gente.
Qui a Siena già sono molti i professori che hanno dato l'assenso per Gennaio a una serie di conferenze e lezioni "alternative", si va da "Stato liberale e Stato sociale" a "Etica delle tecnologie" a "Il controllo nelle comunicazioni di massa". Queste conferenze, a mio avviso, possono essere il primo passo per portare fuori la nostra critica alla mercificazione del vissuto, di cui la mercificazione della cultura non è che un assaggio.

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