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Indulto
by Mantovani 'Il Manifesto' Sunday, Dec. 29, 2002 at 8:01 PM mail:

Indulto, Berlusconi strapazza An «Per noi, voto di coscienza». Ma il partito di Fini è spaccato. Le associazioni dei detenuti: l'indultino non basta

Per la seconda volta Silvio Berlusconi interviene a favore dell'indulto e stavolta sembra rivolgersi alla sua maggioranza, anzi ad Alleanza nazionale. «L' indulto - ha detto ieri a Catania - è un problema che attiene alle coscienze dei singoli. Il partito a cui appartengo non darà indicazioni di voto ai propri parlamentari». Libertà di voto per gli azzurri, insomma. Il vero destinatario dell'esternazione sembra però Gianfranco Fini, leader di An e vicepremier: se infatti Forza Italia è sostanzialmente compatta a favore, mentre la Lega radicalmente contraria, il partito di Fini si sta spaccando. Succede mentre il fronte dell'indulto raccoglie ormai Fi, Udc, Ds, Verdi, Prc, Pdci e Sdi, a due settimane dal momento della verità. La posizione ufficiale di An è il deciso «no» pronunciato da Fini all'indomani dell'appello del papa in parlamento, riconfermato ieri l'altro dal fedele Maurizio Gasparri. Ma a questa linea si contrappongono ormai decine di singoli esponenti e intere correnti del partito. Dal leader della destra sociale (e ministro) Gianni Alemanno al moderato (e ministro) Altero Matteoli, fino a parlamentari come Sergio Cola, Alberto Arrighi e il capogruppo in commissione giustizia Enzo Fragalà, che a gran voce chiedono appunto il voto di coscienza. E siccome la pressione della chiesa è fortissima e quella di Berlusconi di più, An è costretta a discutere. Ieri sera il portavoce Mario Landofi ha annunciato per i primi di gennaio «una riunione di partito per esaminare le diverse opinioni e fare il punto della situazione», cioè per decidere se concedere o no libertà di voto a deputati e senatori.

Le scadenze parlamentari saranno a quel punto imminenti. L'aula di Montecitorio esaminerà il 16 gennaio la proposta Pisapia-Buemi-Fanfani del cosiddetto «indultino», già approvata domenica dalla commissione giustizia. Ma se andrà in porto l'operazione dell'Ulivo potrebbe addirittura essere anticipata la discussione in aula sull'indulto vero e proprio, al momento prevista per il 20. Anche il testo base della legge d'indulto è stato licenziato domenica dalla commissione presieduta da Gaetano Pecorella, che ha fissato la data del 12 gennaio per gli emendamenti. Se quest'ultimo passaggio, come si augurano Ds e Verdi, fosse rapidissimo, l'indulto potrebbe a quel punto scavalcare l'«indultino». Non a caso nel centrosinistra si riflette anche sulla possibilità di rinunciare alla discussione degli emendamenti in commissione. E non a caso la Margherita, fin qui disposta a discutere solo di «indultino», apre uno spiraglio anche sull'indulto: «Sono più propenso a pensare che verrà approvato l'indultino - ha detto il vicecapogruppo alla camera Franco Monaco - sul quale è stato raccolto il consenso più ampio. L'indulto ci convince meno ma se si allargasse il consenso saremmo disposti a parlarne». In quella direzione spinge tra gli altri Paolo Cento (Verdi): «Il fronte del `no' si sta sgretolando, bisogna puntare sull''indultino' solo se non passa l'indulto. E bisogna rilanciare la legge costituzionale», ha aggiunto, riferendosi alla modifica dell'articolo 79 che eliminerebbe il difficile quorum dei due terzi oggi richiesto per gli atti di clemenza (ma non per l'«indultino», presentato proprio per questo). Nel Prc, schierato per un provvedimento di clemenza più ampio possibile, si teme però che un voto negativo sull'indulto chiuda per sempre il discorso.

L'indulto è la soluzione migliore anche per le organizzazioni attive nelle carceri. Da Milano l'associazione Liberi di Sergio Cusani e Sergio Segio si è già espressa contro la sospensione condizionata della legge Pisapia-Buemi. E ora, da Roma, fa lo stesso Papillon, l'associazione dei detenuti di Rebibbia che ha promosso le agitazioni in un centinaio di carceri ed è pronta a ricominciare: «Ci sono tutti i numeri - afferma il portavoce Vittorio Antonini - perché la commissione giustizia licenzi prima il testo di legge sull'indulto allargato e ci auguriamo che questo accada perché l'indultino è una piccola legge-truffa che non allarga le maglie delle carceri e non ha alcun effetto deflattivo». Viste le modifiche all'originario testo di Pisapia e Buemi, si calcolano in circa cinquemila (su 57 mila detenuti per 41 mila posti) i beneficiari dell'«indultino». E si contestano i pesanti obblighi che accompagnerebbero la sospensione: «Peggio dell'affidamento in prova ai servizi sociali», commentano a Rebibbia. Ma è l'unica strada per evitare le censure della corte costituzionale a una sorta di indulto mascherato.

INDULTINO
E' la sospensione condizionata dell'esecuzione degli ultimi tre anni di pena, realizzabile con legge ordinaria. Il progetto di Pisapia (Prc) e Buemi (Sdi), integrato da Fanfani (Margherita) con l'esclusione di un ampio elenco di reati, è stato approvato domenica 22 dalla commissione giustizia della camera e sarà discusso in aula il 16 gennaio. Riguarderebbe reati commessi entro il 30 giugno 2001, indispensabile aver scontato un quarto della pena. Severe le prescrizioni: dall'obbligo di presentarsi alla polizia al divieto di uscire di casa nelle ore notturne. Dopo cinque anni la pena sarebbe estinta ma il beneficio verrebbe revocato in caso di mancata ottemperanza alle prescrizioni o di nuova condanna a sei mesi o più per reato non colposo. Esclusi i condannati per associazione eversiva (270 bis), mafia (416 bis), sequestro di persona a scopo di terrorismo o di estorsione, strage, riduzione in schiavitù e tratta, sfruttamento della prostituzione minorile, violenza sessuale, rapina ed estorsione aggravate, traffico di droga aggravato.

INDULTO
Domenica 22 la commissione giustizia ha anche approvato il testo base di una legge di indulto, che estinge la pena (solo l'amnistia estingue il reato) e richiede il voto dei due terzi dei componenti in ciascuna camera (articolo 79 della Costituzione). Per gli emendamenti i membri della commissione hanno tempo fino al 12 gennaio, la discussione in aula è in programma il 20 ma potrebbe essere anticipata. Si tratterebbe di un indulto triennale condizionato, che verrebbe revocato in caso di nuova condanna a due anni o più. Sarebbe applicabile anche ai «terroristi», ma non ai mafiosi, agli stragisti, ai sequestratori e ai trafficanti di droga nei casi gravi.

LEGGE COSTITUZIONALE
La revisione dell'articolo 79 della Costituzione promossa da Boato e Cento (Verdi) renderebbe possibili indulto e amnistia con la maggioranza assoluta. Un'ipotesi di mediazione porterebbe il quorum ai due terzi dei presenti.



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