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Acrobax LAB contro la precarietà
by acrobax project Wednesday, Jan. 15, 2003 at 3:48 PM mail:

LABORATORIO OCCUPATO AUTOGESTITO ACROBAX via della vasca navale 6 (ex cinodromo, vicino ponte marconi)

Un nuovo progetto-aggregato si è da poco affacciato sul panorama della metropoli Roma.
Bisogni, idee e progetti futuri sentono l’esigenza di manifestarsi tramite percorsi trasversali e contaminazioni di soggetti tra loro diversi.
La dimensione metropolitana di cui ci sentiamo parte, dalla quale vogliamo essere contaminati e che vogliamo contaminare è quella di soggettività che riflettono sulla società, intesa come luogo che si abita, in cui ci si muove, dove si rafforzano rapporti sociali esistenti o se ne creano di nuovi comunicando e producendo senso.
La produzione di senso riguarda anche bisogni che sono ben lontani dall’essere espletati dallo stato-sociale esistente, ma che anzi per essere soddisfatti necessitano di enormi sacrifici che riguardano la vita di tutti i giorni.
In questo continuo rincorrere, caratterizzato da acrobazie quotidiane, la metropoli ci appare più come uno spazio chiuso e coercitivo, che un luogo libero da vivere e condividere. Una roccaforte di poteri stabiliti, un insieme di percorsi obbligati che si autoconservano, all’interno dei quali poco o nulla è lasciato alla messa in atto di quelle potenzialità cooperative e socializzanti interamente inghiottite dagli spazi dei mercati globali.
Le acrobazie dai “circhi” si sono spostate nella “giungla” di un mercato del lavoro frantumato e individualizzato dove i nostri esercizi sono:

· la quotidiana rincorsa di un REDDITO che ci obbliga ad accettare qualsiasi prestazione lavorativa, sotto il ricatto di un salario misero e privo di qualsiasi altra garanzia. Subordinat* a rapporti di lavoro intermittenti, costrett* a reinventarci ogni volta in nuove figure flessibili, adattabili alle esigenze del mercato, dove il nostro linguaggio, il nostro sapere , le nostre relazioni sociali sono continuamente messi in produzione. Reclamiamo reddito sia come erogazione diretta di moneta, che come erogazione di servizi essenziali quali la libera mobilità (spese di trasporto per gli spostamenti sul territorio) , casa, formazione , informazione culturale (musei cinema , teatro, accesso alle tecnologie).

· La quotidiana rincorsa verso un ALLOGGIO: sul filo continuo della mobilità , alla perenne ricerca di una casa, intesa come spazio essenziale per la gestione di quei pochi tempi di vita, lontano dal luogo di lavoro. Veniamo continuamente logorati da affitti imposti da un mercato, che inseguendo il massimo del profitto, brucia gran parte del nostro reddito. Tutto ciò limita pesantemente i nostri sogni e progetti, ostacolando l’emancipazione dal nucleo familiare e lo svilupparsi di un percorso di vita autonomo che segua le esigenze di ognun* . Per questo abbiamo individuato come potenziale via praticabile la sottrazione di spazi, che renda possibile un’azione comune caratterizzata da un alto grado di cooperazione, capace di innescare una serie di reti simmetriche che fungano da presupposto ad una libera partecipazione e comunicazione.

la quotidiana rincorsa di FORMAZIONE: unica soglia tra l’inclusione e l’esclusione. Dalla scuola all’università , ai corsi di formazione e di aggiornamento professionale, siamo in balia di un sapere mercificato, immediatamente spendibile ma anche istantaneamente logorabile dalle richieste temporanee e instabili del mercato. Il bisogno forzato di questo tipo di formazione continua e permanente elimina la differenza tra i tempi di lavoro e i tempi di vita, tra lavoro e non lavoro lungo tutto l’arco della nostra esistenza

· la quotidiana rincorsa di TEMPO: dai centri commerciali del sapere, alle agenzie interinale ogni ramificazione del mercato invade i nostri tempi di vita, puntando alla messa in produzione ed alla competizione individuale, sottraendoli così alla creazione di cooperazione e comunicazione sociale. Il nostro scopo è liberare il nostro tempo da una mercificazione diffusa, che intende lo svago come ulteriore riproposizione del circuito della produzione e del consumo, per definire la concezione di tempo in base ad una flessibilità agita e non subita.

La quotidiana rincorsa di SOCIALITÀ: vogliamo rinnovare tipologie e pratiche diffuse di socializzazione. Laddove i centri di aggregazione si sono spostati negli interstizi della società del consumo facendo diventare discoteche, centri commerciali e stadi i punti di incontro maggiormente diffusi tra i giovani; ragionare in termini di liberazione di spazi da restituire a una socializzazione reale, trasversale e realmente cooperativa ci sembra un primo passo verso momenti di socialità spontanea da intendere anche come ridefinizione dei luoghi di aggregazione sul territorio. Questi potranno realizzarsi attraverso modalità diverse : dalla produzione di reti di intelligenze, dalle quali vogliamo far scaturire nuovi canali di comunicazione tra soggettività differenti per cultura , provenienza , fascia di età e modi di vita, al puro svago. La necessità di una socialità così intesa va di pari passo con la riappropriazione del proprio tempo di vita e ancora con il bisogno di socializzazione delle conoscenze e di comunicazione simmetrica .

· La quotidiana rincorsa di INFORMAZIONE : i processi di convergenza tecnologica nella società dell’informazione hanno comportato l’accelerazione dei fenomeni di comunicazione ed il superamento dei confini spaziali ad essa applicabili. Nel contesto in cui l’informazione è divenuta la merce più scambiata sui mercati, la libera informazione assume il ruolo di diritto fondamentale. Ecco che il libero accesso alle tecnologie ed ai saperi, con il superamento del concetto di proprietà intellettuale, diventa elemento fondamentale per il riempimento di quei gap di conoscenze che costringono ad uno stato di esclusione-sfruttamento milioni di persone. Ritenendo il carattere pubblico del sapere, insieme presupposto ed espressione della cooperazione sociale, assume importanza fondamentale la messa in comunicazione di reti esistenti, e la costruzione di nuove.
Reti che attraversando realtà diverse permettano una continua e reciproca contaminazione. Reti che si confrontino su nuove pratiche, quali ad esempio l’inchiesta territoriale come momento di autodefinizione e riconoscimento dei soggetti in una realtà sociale. Reti che discutano di nuovi bisogni di cittadinanza.

La nostra quotidianità sono i bisogni reali negati .

Gli acrobat@ sono in affitto, interinal@, collaborator@, a partita iva , in “formazione lavoro “, lavoratori e lavoratrici in nero , migrant@, e student@..
Sono gli animatori invisibili della produzione diffusa.
Sono un progetto , un laboratorio permanente di precari che cercano momenti di ricomposizione per la cooperazione, convinti che i BISOGNI NON SIANO INTERMITTENTI ma l’unico terreno in cui ci si ritrova, sul quale noi ci siamo aggregati, per riempire di contenuti sociali e di esigenze reali i diritti di cittadinanza .
Gli acrobati, consapevoli dell’ impossibilita di aggregarsi in un ambito lavorativo in cui l’individualizzazione del rapporto di lavoro ha frantumato le caratteristiche pratiche di organizzazione, ricercano nel TERRITORIO il luogo di identità e socializzazione , dove l’universo di contratti e il trattamento lavorativo perdono di senso confluendo nel pianeta dei bisogni di cittadinanza.
Quindi nel nostro attraversamento di Acrobax lasceremo in ordine sparso una mediateca (informazione e nuove tecnologie a disposizione di tutti/e), un Infopoint e una camera del lavoro e non lavoro, uno StudentLAB, un luogo per la pura socialità ed il divertimento fuori dalle dinamiche del consumo diffuso; lasceremo inoltre le nostre riflessioni sul reddito di cittadinanza, partendo da un multibattito che stiamo cocreando con tante altre realtà nazionali e internazionali.
Nel nostro attraversamento di Acrobax scambieremo continuamente idee ed errori, riflessioni, sogni, desideri e conflitti sperando che Acrobax divenga molto più vasto e che…CIASCUNO LO VIVA A SUO MODO E TUTTI RECLAMINO TUTTO!


LABORATORIO OCCUPATO AUTOGESTITO ACROBAX
via della vasca navale 6 (ex cinodromo, vicino ponte marconi)









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